Quando il caldo si fa sentire davvero, anche le piante soffrono. Ma attenzione: non basta semplicemente innaffiare, bisogna anche scegliere l’acqua giusta. Spesso si pensa che ogni tipo di acqua vada bene, ma la qualità del liquido con cui dissetiamo le nostre piante incide tantissimo sulla loro salute. Durante l’estate, infatti, il terreno tende a seccarsi più in fretta e le radici sono messe a dura prova. Ecco perché è importante conoscere le varie opzioni e capire qual è la più adatta per mantenere il nostro verde bello e rigoglioso, senza inutili sprechi.
COSA SCOPRIRAI
Che qualità deve avere l’acqua per nutrire un terreno sano
L’acqua che utilizziamo per innaffiare non è tutta uguale. Per essere benefica, deve avere una composizione bilanciata, senza eccessi di calcare o cloro, e un pH che non alteri troppo l’equilibrio del terreno. Un’acqua troppo dura, ricca di sali minerali, può col tempo compattare il terreno e danneggiare le radici, rendendo difficile l’assorbimento dei nutrienti. Al contrario, un’acqua troppo povera non apporta nulla di utile.
L’ideale? Un’acqua leggermente acida o neutra, priva di agenti chimici aggressivi, e con una temperatura non troppo diversa da quella dell’ambiente. Le radici, proprio come noi, non amano gli sbalzi improvvisi.
Acqua piovana
L’acqua piovana è spesso considerata la miglior alleata delle piante, a buon motivo. È naturalmente morbida, priva di cloro e ha un pH generalmente acido, perfetto per moltissime specie vegetali. Se hai la possibilità di raccoglierla, magari posizionando un contenitore all’aperto durante un temporale, avrai a disposizione una risorsa preziosa, completamente gratuita e sostenibile.
Un trucco utile: filtra sempre l’acqua piovana prima di usarla, per evitare che eventuali detriti o residui finiscano nel vaso, e conservala al riparo dal sole, magari in un contenitore chiuso, per evitare che diventi stagnante.
Acqua del rubinetto
Molti usano l’acqua del rubinetto per comodità, perché è accessibile, facile da dosare, ma ha un piccolo difetto: spesso contiene cloro e calcare, due elementi che non tutte le piante tollerano bene, soprattutto quelle più delicate. Se non hai alternative, il consiglio è di riempire l’annaffiatoio e lasciarlo riposare per almeno 24 ore prima dell’uso: in questo modo il cloro evaporerà e l’acqua si adatterà anche meglio alla temperatura ambiente, risultando meno “traumatica” per le radici.
Un trucchetto pratico: se hai piante sensibili come la lavanda o le gardenie, che temono il calcare, usa acqua filtrata alternandola all’acqua piovana, per non alterare troppo l’equilibrio.
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Acqua del condizionatore
Un trucchetto interessante per l’estate: recuperare l’acqua di condensa del climatizzatore. Sembra acqua “gratis” e pulita, e in effetti può essere utile… ma solo per alcune piante. Quest’acqua è molto povera di sali e minerali, quindi perfetta per piante acidofile come azalee, ortensie o felci, ma non adatta a tutte.
Attenzione però: non è sterilizzata, quindi meglio non conservarla troppo a lungo. Usala subito, e se puoi, mescolala a un po’ di compost liquido o infuso vegetale per arricchirla.
Consigli per innaffiare correttamente
Ora che sai quale acqua usare, vale la pena ricordare anche quando e come innaffiare. Durante le giornate torride, meglio innaffiare la mattina presto o la sera tardi, quando il sole non picchia e il terreno può assorbire meglio. Non serve esagerare con le quantità: meglio innaffiare lentamente e in profondità, così l’acqua arriva davvero dove serve.
Evita sempre di bagnare le foglie con il sole alto, perché le goccioline possono diventare come lenti e provocare ustioni e, se puoi, usa un innaffiatoio a beccuccio sottile, per dirigere bene l’acqua alla base della pianta, senza sprecare nulla.