La mia piccola Guida sugli Innaffiatoi: quale tipologia è migliore?

Nella scelta di un innaffiatoio non badiamo quasi mai alle sue caratteristiche.

Ho cominciato ad osservarne le componenti e le tipologie varie per poi scoprire che in effetti le differenze tra i vari tipi di innaffiatoio avevano un senso.

La scelta va effettuata in base all’utilizzo che se ne fa, se in casa o in giardino, se per piante grandi o piccole, o delicate.

Ecco di quali considerazioni mi servo per poter scegliere un innaffiatoio con facilità.

Le componenti

Non avevo mai fatto caso a quanto ciascuna parte dell’innaffiatoio avesse una specifica funzione e conoscerle mi ha consentito di sceglierlo per l’uso specifico che mi occorre, in base alla tipologia di pianta.

La parte centrale è caratterizzata da un serbatoio, quella che contiene l’acqua da versare per irrigare le piante.

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Poi vi è il condotto, la parte che collega il serbatoio all’uscita dell’acqua che può essere lungo o corto, posizionato in alto o in basso in base alla tipologia di pianta e di ambiente nel quale sarà utilizzato, facilitandone l’utilizzo vista l’inclinazione che deve ricevere da parte di chi sta innaffiando.

L’impugnatura, le cui caratteristiche e posizione rendono maneggevole l’accessorio.

Infine, il diffusore, quello che consente la fuoriuscita all’estremità del condotto, che può essere a pioggia o dal getto diretto.

I materiali

Il primo materiale a cui fare riferimento è sicuramente quello più gettonato e più facile da trovare in commercio. Si tratta di quello in plastica che racchiude in sé una serie di caratteristiche.

È sicuramente quello più economico e resistente, oltre che maneggevole. La sua durata non ha eguali, trattandosi di un materiale che difficilmente è soggetto ad usura.

Poi possiamo fare riferimento agli innaffiatoi in metallo, sicuramente più costosi e meno maneggevoli, soprattutto se di grandi dimensioni ma che nascondono delle caratteristiche che possono giovare alle nostre piante.

Ci sono quelli in acciaio che non sono soggetti ad usura e che non arrugginiscono col tempo.

Materiali come rame o zinco hanno, una volta ossidati, la capacità di pulire l’acqua, proprietà fungicide ed antisettiche.

Gli usi

Se usi l’innaffiatoio in giardino sicuramente sarà più grande, con una capacità contenitiva che va dai 10 l in su.

In questo caso è bene utilizzare uno in plastica, molto più maneggevole essendo di grandi dimensioni e dovendo contenere un peso notevole.

Se usi l’innaffiatoio per le piante da interno puoi optare per un materiale più costoso in metallo poiché più maneggevole e dalla dimensione contenuta, fino ai 3 l.

Solitamente ha un collo lungo e sottile, ma non presenta nessun diffusore d’annaffiatura per evitare di bagnare la superficie o il mobile in casa sul quale è poggiata la pianta.

C’è, infine, una tipologia di innaffiatoio per i piccoli bonsai: si tratta di innaffiatoi spesso in rame, con un collo molto lungo e un diffusore con fori sottilissimi.


Photo Credits:

Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Giuseppe Iozzi
Giuseppe Iozzi
Nato a Napoli. Psicologo, col pollice verde. Ascolto i pazienti per professione, parlo alle piante per passione.