Maranta e Calathea: sorelle tropicali dal fascino misterioso e dal fogliame spettacolare

Ci sono piante che non passano inosservate, non tanto per la grandezza o la fioritura vistosa, ma per la bellezza silenziosa e affascinante del loro fogliame.

È il caso della Maranta e della Calathea, due piante tropicali che sembrano dipinte a mano, così perfette da far dubitare che siano vere.

Appartengono entrambe alla famiglia delle Marantaceae, originarie delle foreste umide del Sud America, e non è raro che vengano confuse tra loro. In effetti si somigliano, si amano nello stesso tipo di ambiente e regalano a chi le coltiva un angolo di giungla domestica, fatto di dettagli e piccoli rituali quotidiani.

Maranta: la “pianta che prega”

La Maranta leuconeura è una delle piante da interno più suggestive che si possano scegliere. Il soprannome “pianta che prega” viene dal suo comportamento affascinante: al calar della sera, le foglie si sollevano verso l’alto, come mani giunte, per poi riaprirsi lentamente al mattino.

Questo movimento, chiamato nictinastia, è un piccolo spettacolo quotidiano che racconta il suo legame profondo con il ciclo naturale della luce.

Le foglie sono vere opere d’arte: ovali, con disegni che sembrano ricamati, alternano verdi profondi, venature bordeaux e macchie chiare. Ogni varietà ha la sua firma visiva, e anche quando non fiorisce, la pianta resta decorativa tutto l’anno.

Per farla stare bene, serve un po’ di attenzione all’umidità. La Maranta proviene da ambienti dove l’aria è sempre umida e il sole arriva filtrato tra le fronde degli alberi.

In casa, ama la luce indiretta, meglio se calda, e va tenuta lontana da correnti fredde. Se le foglie cominciano a seccare ai bordi, è un segnale chiaro: o l’ambiente è troppo asciutto o riceve troppa luce diretta.

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Un piccolo trucco che i giardinieri esperti conoscono è quello di appoggiare il vaso su un sottovaso pieno di argilla espansa e acqua, così che l’evaporazione crei il microclima perfetto senza bagnare direttamente la pianta. Le innaffiature devono essere regolari, con acqua a temperatura ambiente, meglio se non calcarea. La Maranta ama la costanza e restituisce questa cura con una crescita compatta, ordinata e piena di nuova vita.

Calathea: la regina del disegno botanico

Accanto alla Maranta, la Calathea è una vera e propria diva del fogliame tropicale. Con varietà che sembrano uscite da un libro di botanica illustrato, è impossibile non innamorarsi delle sue foglie grandi, satinate, con motivi a piuma, a spina di pesce o con contrasti di colore quasi drammatici.

Alcune, come la Calathea orbifolia, mostrano bande verdi e argentate; altre, come la Calathea medallion, sembrano piccoli dipinti concentrici.

La Calathea, come la Maranta, non ama la luce diretta. Preferisce gli angoli luminosi ma protetti, dove può godere di una luce soffusa e di un’umidità costante. È una pianta che comunica molto: se qualcosa non le va, lo fa capire subito con foglie che si accartocciano, si abbassano o cambiano colore.

Ma una volta trovata la posizione giusta, diventa una presenza elegante e discreta, capace di dare carattere anche al più semplice angolo della casa.

Il segreto per vederla prosperare è quello di ricreare il più possibile le condizioni della sua foresta di origine. Questo significa non solo evitare i luoghi troppo secchi (come vicino a termosifoni o finestre che si aprono spesso d’inverno), ma anche innaffiare con regolarità e magari vaporizzare ogni tanto le foglie, soprattutto nelle giornate più calde.

Un altro piccolo consiglio che viene dai vivaisti: non spostarla troppo spesso. La Calathea è sensibile ai cambiamenti e ha bisogno di ambienti stabili.

Una volta trovata la sua collocazione ideale, sarà lei a dimostrarti la sua gratitudine con nuove foglie che si srotolano lentamente, rivelando trame sorprendenti.


Photo Credits:

Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Gianluca Grimaldi
Gianluca Grimaldi
Da sempre sono appassionato di fiori e piante, di giardinaggio e di tutto quello che è "verde". Credo che la parola "ecologia" sia sinonimo della parola "futuro".