Quando si parla di concimare le orchidee Phalaenopsis con il caffè, la prima reazione di molti è di stupore. Sì, proprio il caffè che beviamo ogni mattina può diventare, se usato con attenzione, un piccolo alleato per la salute delle nostre orchidee, ma è importante capire bene come, quando e in che forma.
La Phalaenopsis è un’orchidea che vive aggrappata agli alberi in natura, e non affonda le radici in un terreno ricco come fanno le altre piante.
Questo significa che i suoi bisogni nutritivi sono diversi, più delicati, e vanno dosati con grande cura. Il caffè, proprio per la sua natura acida e ricca di azoto, può essere utile solo in piccole dosi e nei momenti giusti, ma mai come sostituto di un concime bilanciato pensato per le orchidee.
I fondi di caffè: sì, ma con parsimonia
Dopo aver preparato la moka, ci ritroviamo spesso con quei fondi umidi che sembrano troppo preziosi per finire nel secchio. E in effetti possono essere riciclati come nutriente naturale, ma solo se usati correttamente.
I fondi di caffè sono ricchi di azoto, ma hanno anche un pH tendente all’acido: per questo non vanno mai inseriti direttamente nel vaso dell’orchidea, perché potrebbero alterare troppo il microambiente in cui vive, favorendo marciumi o squilibri.
Il modo migliore per usarli è diluirli. Basta lasciarli asciugare completamente, polverizzarli e poi mescolarli a un po’ d’acqua per ottenere una soluzione leggera, da usare una volta al mese, magari in alternanza a un concime specifico per orchidee. In questo modo si evita l’eccesso e si offre alla pianta un apporto minimo ma utile.
Il caffè liquido
C’è anche chi, dopo aver fatto il caffè, pensa di riutilizzare la bevanda avanzata, magari fredda e annacquata, per innaffiare l’orchidea. Anche qui bisogna fare attenzione. Il caffè liquido è ancora più acido dei fondi, e contiene sostanze che, in concentrazioni sbagliate, possono stressare le radici e compromettere la salute della pianta.
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Se proprio si vuole provare, l’unico modo accettabile è diluirlo in modo molto generoso, ad esempio un cucchiaino di caffè avanzato in un litro d’acqua, e usarlo solo ogni tanto, mai più di una volta ogni sei settimane. Non è una regola d’oro, ma una precauzione per non rischiare di fare danni.
Quando è meglio evitare
Ci sono situazioni in cui è meglio non usare affatto il caffè, nemmeno in forma leggera. Se l’orchidea è appena stata rinvasata, se le radici stanno soffrendo per eccesso d’umidità, oppure se non si è sicuri della qualità del substrato, è meglio evitare qualsiasi aggiunta che possa modificarne l’equilibrio.
In questi casi, l’ideale è limitarsi a un’irrigazione con acqua piovana o distillata, e aspettare che la pianta dia segnali di crescita attiva prima di introdurre anche il più innocente dei rimedi naturali.