L’inverno è il momento giusto per migliorare il Terreno del tuo giardino e ti spiego come e perché

Il terreno è una componente essenziale per le piante e spesso ne sottovalutiamo il valore.

Non dobbiamo aver cura della pianta solo relativamente alla sua morfologia ma occhio anche al terriccio che va supportato, migliorato.

Per apportare miglioramenti lo faccio in inverno, vado per step e ti descrivo quello che faccio passo passo.

Quando un terriccio è esausto

Innanzitutto, dobbiamo parlare di struttura del terriccio, cioè dell’insieme delle parti che lo compongono, quelle parti solide come limo, argilla o sabbia che insieme formano il terriccio.

Vi è sempre una proporzione tra le parti solide e gli spazi tra queste parti che ne contraddistinguono la porosità.

Quando questa proporzione non è equilibrata e non vi sono più spazi tra le parti solide, cioè quando il terriccio è compatto allora perde di fertilità.

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Ma perché la porosità è tanto importante? Perché è proprio negli spazi tra le parti solide del terriccio che si immettono i microrganismi, così come l’aria e quindi l’ossigeno e tutti i nutrienti disciolti nell’acqua.

Se alla poca porosità aggiungiamo l’assenza di materia organica allora avremo un terriccio praticamente esausto.

Identifico le zone ed i vasi bisognosi di rinnovo

Come panoramica generale devi partire dal presupposto che le zone maggiormente frequentate del giardino, dalle piante naturalmente, o quelle maggiormente esposte sono quelle che hanno bisogno di rinnovo.

La zona destinata all’orto, ad esempio, che ha ospitato piante atte alla crescita ed alla produzione potrebbe più facilmente aver esaurito le riserve nutritive destinate alle piante.

Le aiuole da fiore o i vasi sono poi i più bisognosi.

I vasi nello specifico, soprattutto quelli di piccole dimensioni, essendo spesso attraversati da copiose quantità d’acqua per l’irrigazione, ospitano ad un certo punto un terriccio compatto e privo di nutrienti, poiché nel tempo non solo utilizzato dalle piante ma lavato dall’acqua.

Identifico il tipo di terriccio

C’è un modo molto pratico per riconoscer la tipologia di terriccio di cui disponiamo e questo ci consentirà di capire cosa manca e che tipo di equilibrio restituire alla terra in questione.

È semplice, bisogna toccare la terra, manipolarla, annusarla, fare affidamento sui propri sensi.

Quando parlo di manipolare intendo proprio una manipolazione di fatto, per testarne consistenza e composizione.

Se il terriccio è sabbioso sarà ruvido al tatto, friabile, se cerchi di appallottolarlo non è capace di mantenere una forma.

Si tratterà di un terriccio argilloso se risulterà pesante, colloso e sarà facile nella manipolazione fare delle forme.

Ad esempio, potrai compattarlo tra le mani come a fare delle polpette e sarà in grado di mantenere la forma se riposto su un piano.

Poi provo anche ad annusare la terra e questo è un buon modo per capire se si tratta di un tipo di terriccio che ha ancora componenti organiche che lo rendono fertile.

Se ha un buon odore di humus, allora ha ancora componenti organiche; se capto un odore di qualcosa di polveroso, allora è molto povero, vecchio; se ha un odore di marcio, non solo è esausto ma è anche guasto.

Mi servo di ammendanti

Non mi resta che aggiungere delle componenti che possano modificarne la composizione e la qualità.

Ma prima di tutto cosa si aggiunge e che tipo di materiale va utilizzato?

Cos’è un ammendante

Quando vogliamo migliorare la qualità del terriccio in agricoltura si ricorre ad un ammendante, che non è nient’altro che un’aggiunta.

Questi prodotti apportano nutrienti essenziali alle piante e migliorano la struttura del terreno.

L’ammendante può essere di vario tipo: organico o minerale.

Quello organico deriva da sostanze di origine animale o vegetale, come ad esempio il letame, i residui di potatura, le foglie secche, la torba.

Gli ammendanti minerali, invece, sono costituiti da rocce o minerali macinati che vengono aggiunti al terreno per apportare elementi nutritivi come il calcio, il fosforo e il magnesio.

Quali sono gli ammendanti

Esistono diversi tipi di ammendante che è possibile utilizzare in modo semplice e di grande effetto:

  • compost vegetale: è la componente organica per eccellenza, un prodotto ottenuto attraverso un processo controllato di trasformazione costituito da scarti di manutenzione del verde, residui di colture;
  • sabbia, perlite, pomice: elementi solidi di origine vulcanica che hanno la capacità di rendere areato il terriccio, drenante, poroso;
  • carbone vegetale: Il carbone agricolo, detto anche carbone vegetale o biochair è un prodotto naturale che dispone di una grande quantità di carbonio. Funge da materiale disinfettante, ha proprietà fertilizzanti, previene la formazione di muffe e incentiva la produzione di microorganismi;
  • stallatico: si tratta di un concime organico naturale a cessione graduale capace di nutrire a lungo il suolo.

Come li utilizzo

In generale, applico gli ammendanti di natura organica in superficie, spargendoli sul terreno e mescolandoli con una zappa o una vanga, quando devo modificare porzioni estese in piena terra o nelle aiuole.

Gli ammendanti minerali, invece, vanno introdotti più in profondità, vanno scavati nel terreno, per raggiungere le radici delle piante.

Quando si tratta di vasi è molto più semplice poiché sostituisco il terriccio e formo delle miscele che possano contenere anche ammendanti oltre che terriccio universale di buona qualità, in base alla pianta che andrà ad ospitare.


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Giuseppe Iozzi
Giuseppe Iozzi
Nato a Napoli. Psicologo, col pollice verde. Ascolto i pazienti per professione, parlo alle piante per passione.