La curiosa storia sull’origine del terrario

Chi non ha mai visto un terrario per piante? Un terrario è un contenitore o un’ampolla di vetro aperto da un lato, che a volte presenta un coperchio di sughero.

I terrari ospitano al loro interno diverse piccole felci e altre piante che crescono felicemente al loro interno. Sono belli anche per dare un tocco in più alla tua casa.

Ma da dove spunta fuori il terrario? Come è stato inventato? Ti racconto la curiosa storia sull’origine del terrario!

Chi c’è dietro la scoperta?

La parola terrarium deriva dalla sostituzione del prefisso “aqua” in aquarium con “terra”: se l’acquario è un recipiente riempito con dell’acqua, banalmente un terrario è un recipiente riempito con del terreno.

Ma hanno una cosa in comune: entrambi ospitano creature viventi, l’acquario i pesci, il terrario le piante.

La storia del terrario è molto curiosa, perché è stato scoperto per caso.

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La scoperta ha avuto molto successo per il trasporto di piante in tutto il mondo, soprattutto se si trattava di piante tropicali che avevano bisogno di molta umidità durante il viaggio.

La storia inizia con un medico appassionato di piante, il dottor Nathaniel Ward.

Da ragazzo Nathaniel era appassionato di mari e voleva essere un marinaio: suo padre lo mandò su una nave alle Isole dei Caraibi, dove vide la bellezza delle piante tropicali.

La scoperta per caso

Il dottor Ward amava coltivare e collezionare piante e spesso trascorreva il tempo in giardino prima di visitare i suoi pazienti.

Ma l’aria nella sua città era molto inquinata dalle fabbriche vicine e quindi era difficile la coltivazione di piante all’aperto.

Ward non riuscì a far crescere le sue piante preferite, quelle che incontrò durante il suo viaggio ai Caraibi e altre piante tropicali che conosceva, quindi presto smise di seguire questa passione e rivolse la sua attenzione allo studio degli insetti.

Mentre studiava la larva di una falena, Ward fece una scoperta per caso che portò all’invenzione del terrario.

Aveva messo la larva dell’insetto su uno strato di terreno umido in una bottiglia di vetro a bocca larga, coperta da un coperchio.

Guardando la bottiglia di giorno in giorno, si accorse che l’umidità del terreno si manteneva sempre costante. E dopo qualche settimana sulla superficie terreno spuntarono una piantina di felce e un po’ d’erba.

Il dottor Ward osservò che queste piante crescevano perfettamente nel contenitore di vetro chiuso senza bisogno di cure aggiuntive.

Il terrario oggi

Negli ultimi anni c’è stata una rinascita di vecchie mode. Avere delle piante in un’ampolla di vetro è un modo moderno di coltivare le piante all’interno della propria casa.

Inoltre, la trasparenza del vetro di un terrario mette in risalto un piccolo paesaggio: si vedono il terreno, le radici, gli strati di piccoli ciottoli alla base del terreno, insomma è molto decorativo.

Inoltre, un terrario con pareti alte o un coperchio sporca molto meno (anzi non sporca per niente!) di un vaso tradizionale.

Due tipi di terrario: aperto o chiuso

I terrari possono essere classificati in due categorie distinte: terrari aperti e chiusi.

I terrari chiusi sono delle teche di vetro con coperchi o coperture di sughero. Questo sigilla le piante all’interno, creando un ecosistema chiuso in cui crescono le piante.

Mentre i terrari aperti sono tipici contenitori di vetro che hanno un’ampia apertura o sono privi di coperchio. I terrari aperti sono perfetti per specie di piante che non hanno bisogno di troppa umidità e per le succulente.


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Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Adriana Capasso
Adriana Capasso
Nata a Napoli e laureata in Lettere. Convinta che prendersi cura degli esseri viventi, imparando a conoscerli sia, alla fine, prendersi cura di se stessi. Parlo delle piante, ovviamente.