La scelta del vaso giusto per le orchidee si basa su numerosi fattori

Cambiare vaso a un’orchidea phalaenopsis è uno di quei momenti fondamentali che può fare la differenza tra una pianta sofferente e una che continua a fiorire rigogliosa.

Non è un’operazione che si fa spesso, ma quando arriva il momento, è importante saperla affrontare nel modo giusto.

L’orchidea phalaenopsis non ama essere disturbata troppo spesso. Tuttavia, ci sono segnali chiari che ci dicono che ha bisogno di un nuovo vaso: le radici che fuoriescono in modo eccessivo, il substrato che si è sbriciolato e ha perso la sua struttura, oppure radici marce o soffocate dall’umidità stagnante.

Il periodo migliore per effettuare il travaso è dopo la fioritura, in primavera inoltrata o all’inizio dell’estate, quando la pianta entra in una fase attiva di crescita. Evitare di farlo durante la fioritura è fondamentale, perché potrebbe stressarla e bloccare lo sviluppo dei fiori.

La scelta del vaso

Uno degli aspetti più discussi riguarda la scelta del vaso, perché le orchidee non amano i contenitori classici come quelli in terracotta per piante comuni. La phalaenopsis ha radici che fanno anche fotosintesi, quindi il vaso trasparente in plastica è il più adatto: lascia passare la luce, permette di controllare il grado di umidità all’interno e osservare lo stato delle radici.

Tuttavia, se si cerca qualcosa di più decorativo, si può inserire il vaso trasparente in un cachepot in ceramica, ricordandosi però di toglierlo ogni volta che si innaffia per evitare ristagni d’acqua.

I vasi in vetro sono molto eleganti, ma spesso trattenendo l’umidità più a lungo possono portare alla marcescenza delle radici se non si fa attenzione. I vasi in terracotta, invece, asciugano troppo in fretta e non permettono di vedere l’interno, per questo vengono usati più raramente con le orchidee.

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Come fare il travaso

Una volta scelto il vaso giusto, si può procedere al travaso. È importante non scegliere un vaso troppo grande rispetto a quello precedente. L’orchidea ama sentirsi “stretta”, perché questo la aiuta a produrre più radici e fioriture. Un paio di centimetri in più di diametro sono più che sufficienti per darle nuovo spazio senza esagerare.

Si estrae la pianta delicatamente, si scuotono le vecchie radici dal substrato esausto e si controllano tutte le radici una per una. Quelle secche o marce andrebbero tagliate con forbici pulite e disinfettate.

Una volta fatto questo, si sistema la pianta nel nuovo vaso, usando corteccia di pino specifica per orchidee o un mix con perlite e carbone attivo, che favorisce il drenaggio e mantiene l’ambiente arioso. Non serve pressare troppo: il substrato deve rimanere leggero per permettere alle radici di respirare.

Cosa aspettarsi dopo il travaso

Nei giorni successivi, la pianta potrebbe apparire un po’ provata. Meglio non innaffiare subito, ma aspettare almeno 3-4 giorni per permettere alle eventuali radici tagliate di cicatrizzare.

Dopo questa fase, si può tornare alla routine normale di innaffiatura, preferibilmente per immersione, lasciando il vaso a bagno in acqua per circa 10-15 minuti e poi facendolo scolare bene.


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Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Giulia F.
Giulia F.
Quando non sto digitando al computer, probabilmente mi troverete nel mio giardino personale, intenta a parlare con le mie piante—sì, è una cosa vera, aiuta la crescita! Mi sono innamorata del giardinaggio fin da piccola, grazie a mia nonna che mi ha trasmesso l'amore per la terra e le mani sporche di fango. Sì, sono quel tipo di persona che sente il bisogno di toccare le piante quando passeggia in un vivaio o in un giardino pubblico. Non posso farci niente, è più forte di me!