Chi ha provato almeno una volta a coltivare un’ortensia lo sa: questa pianta non smette mai di stupire. Non solo per l’abbondanza delle sue infiorescenze, ma soprattutto per il fatto che il colore dei fiori non è sempre uguale.
Cambia, si trasforma, a volte sorprende. È come se l’ortensia parlasse con il terreno e con il clima, svelando ogni anno qualcosa di nuovo.
Ma quali sono i colori che possiamo aspettarci da un’ortensia coltivata a casa? E cosa determina quella sfumatura rosa, blu o bianca che tanto ci affascina?
La risposta sta nel tipo di ortensia, certo, ma soprattutto nelle caratteristiche del terreno. Per chi ama la varietà e vuole sapere in anticipo cosa aspettarsi dalla propria pianta, conoscere questi meccanismi è fondamentale.
Ortensia rosa
Il rosa è forse il colore più diffuso e desiderato quando si pensa alle ortensie da giardino. Le sfumature possono variare dal rosa pastello al fucsia intenso, e si adattano bene a contesti romantici, balconi fioriti e terrazze colorate. Le ortensie rosa si sviluppano in terreni tendenzialmente alcalini, ovvero con un pH superiore a 6,5.
Il vantaggio di queste tonalità è che sono facili da mantenere: se il tuo terreno è naturalmente calcareo o ricco di materia organica ben compostata, l’ortensia tenderà a restare su questa gamma cromatica senza bisogno di interventi. Il lato meno interessante, forse, è che non si possono forzare troppo le sfumature, perché il rosa resiste ai tentativi di acidificazione, soprattutto in terreni molto stabili.
Ortensia blu
Quando si vede una grande ortensia blu in piena fioritura, si resta sempre colpiti. Il blu delle ortensie ha qualcosa di misterioso e magnetico, e non a caso è uno dei più ricercati dai giardinieri. Ma ottenere quel blu profondo non è così semplice, perché dipende quasi totalmente dal tipo di terreno.
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Serve un suolo acido, con un pH inferiore a 5,5, e con una buona disponibilità di alluminio, un elemento che influisce direttamente sulla pigmentazione del fiore.
Per aiutare la pianta a virare verso il blu, molti usano prodotti specifici a base di solfato di alluminio o aggiungono al terreno torba acida, aghi di pino, fondi di caffè. Tutti interventi naturali che, però, richiedono pazienza, perché il cambiamento di colore non avviene da un giorno all’altro.
Il rischio con le ortensie blu è che, se il terreno cambia, la pianta potrebbe tornare al rosa. Ecco perché è importante tenere sotto controllo il pH e nutrire regolarmente il terreno con le sostanze giuste. È un po’ più impegnativo, ma l’effetto è spettacolare.
Ortensia bianca
Diversa dalle altre è l’ortensia bianca, che conserva il suo colore indipendentemente dal pH del terreno. È la più prevedibile sotto questo aspetto, e anche la più stabile: i suoi fiori rimangono candidi anche se il suolo cambia leggermente nel tempo.
Il bianco, nelle sue varie sfumature, dà un tocco di eleganza naturale al giardino, e si abbina bene con qualsiasi altra pianta. Il vantaggio è che non bisogna preoccuparsi troppo della composizione del terreno o dell’acidità, perché la fioritura non ne risente. Lo svantaggio, se vogliamo trovarne uno, è che non si può “giocare” con il colore, come avviene con il rosa o il blu.
Ortensia viola o lilla
C’è infine un quarto colore, meno noto ma molto affascinante: il viola, o più spesso lilla, che si ottiene quando il pH è intermedio, tra il 5,5 e il 6,5. È il risultato di un equilibrio instabile tra acido e alcalino, ed è proprio questo a renderlo unico. Il colore può virare leggermente da una stagione all’altra, e ogni fiore può avere sfumature diverse anche sulla stessa pianta.
Queste ortensie sono perfette per chi ama la sorpresa e la varietà, ma non sono ideali se si cerca un colore preciso da mantenere nel tempo. In compenso, offrono spettacoli visivi sorprendenti, soprattutto se coltivate in vasi grandi dove il terreno può essere modificato con più precisione.