Quando si parla di orchidee, e in particolare della Phalaenopsis, una delle più comuni e amate nelle case, ogni piccolo dettaglio può fare la differenza. Una delle cose che spesso si sottovalutano è l’acqua con cui la si innaffia.
Molti usano semplicemente l’acqua del rubinetto, ed è comprensibile: è comoda, sempre disponibile e apparentemente innocua. Ma in realtà, c’è un motivo ben preciso per cui sarebbe meglio lasciarla riposare almeno 24 ore in una ciotola prima di usarla.
Questo piccolo accorgimento può aiutare a mantenere la pianta sana e a evitare problemi alle radici.
COSA SCOPRIRAI
L’acqua del rubinetto non è tutta uguale
Ogni zona ha una qualità diversa di acqua, ma nella maggior parte dei casi quella che esce dal rubinetto contiene cloro e calcare, sostanze aggiunte per renderla potabile e sicura per noi, ma non sempre adatte alle piante più sensibili. L’orchidea, in particolare, ha radici delicate, abituate in natura ad assorbire umidità e pioggia filtrata tra i rami degli alberi, e non certo acqua dura e trattata come quella che troviamo nei nostri impianti domestici.
Quando usi acqua appena uscita dal rubinetto, il cloro è ancora attivo e può causare stress alle radici. A lungo andare, questo può portare a un rallentamento della crescita, ingiallimento delle foglie o addirittura marciumi, soprattutto se l’acqua è anche troppo calcarea.
Perché farla riposare aiuta
Lasciare l’acqua in una ciotola aperta per 24 ore permette al cloro di evaporare naturalmente. È un processo semplice ma molto efficace. In questo modo, l’acqua diventa più “morbida” e tollerabile per la pianta.
Anche il calcare tende a depositarsi leggermente sul fondo, rendendo l’acqua leggermente meno dura, e quindi più adatta all’irrigazione di una pianta come l’orchidea.
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Il consiglio è di riempire la ciotola o l’annaffiatoio la sera prima, lasciarlo a temperatura ambiente per tutta la notte e poi usarlo il giorno dopo per innaffiare. Questo gesto, che non richiede fatica, è in realtà uno dei modi migliori per evitare stress inutili all’orchidea, soprattutto se si innaffia con la tecnica dell’immersione, in cui le radici entrano in contatto diretto con l’acqua per diversi minuti.
Un’orchidea felice si nota subito
Chi coltiva orchidee sa che non sono poi così difficili da curare, ma hanno bisogno di attenzioni mirate. Offrire loro un’acqua più adatta, anche solo con un po’ di riposo prima dell’uso, può migliorare la qualità della fioritura, aiutare a mantenere radici sane e attive, e dare un aspetto più brillante a foglie e steli.
La prossima volta che stai per riempire il vaso della tua orchidea con l’acqua del rubinetto, prova a fermarti un attimo e a lasciarla decantare per una notte.