Come guidare il pothos nella direzione giusta per averlo a cascata o rampicante

Il pothos è una pianta “decisiva”: se trova un appiglio, sale; se lo spazio è libero, cade in cascate verdi. Spesso però lo lasciamo scegliere da solo e finiamo con rami disordinati, foglie che si rimpiccioliscono e crescita capricciosa.

La verità è che puoi decidere tu il verso, modellando la pianta con piccoli gesti regolari. La luce guida il pothos come una bussola. Se vuoi arrampicata, metti il vaso sotto o accanto alla fonte luminosa così gli steli tenderanno verso l’alto e verso la finestra.

Se preferisci ricaduta, sposta la luce frontalmente o sopra il vaso e stacca la pianta di almeno 40–60 cm dal vetro: gli steli scenderanno cercando spazio. Prima di toccare la pianta, quindi, individua un punto con luce brillante e indiretta; è lì che i nuovi getti seguiranno più volentieri la direzione che imposterai.

Scegli il vaso giusto per il verso giusto

Per il pothos serve il vaso giusto: per l’arrampicata serve stabilità. Un vaso in terracotta da 14–17 cm, un po’ pesante e con foro di drenaggio, evita ribaltamenti quando monti un tutore. Per la ricaduta, un vaso da hanging con ganci solidi o un coprivaso stabile su mensola è l’ideale. In entrambi i casi usa un substrato arioso che sostenga i nodi senza compattarsi: terriccio universale ammendato con corteccia fine e perlite (anche solo un pugno per ciascuna) per dare ossigeno alle radici e consentire ancoraggi saldi dei tutori.

Tutore per farlo salire

Se scegli la via verticale, prepara un palo in fibra di cocco o muschio alto quanto la pianta più 20–30 cm. Inseriscilo fino al fondo del vaso prima di legare gli steli, così non spezzi le radici.

Avvicina lo stelo principale al palo e fissa il nodo più vicino con legacci morbidi: rafia naturale, fascette in gomma per piante o filo rivestito di stoffa. Il trucco è legare subito sotto un nodo, dove spuntano le radichette aeree: lì l’ancoraggio è forte e la pianta “capisce” che può aderire.

Procedi a spirale, un legaccio ogni 10–15 cm, senza stringere: il legaccio deve tenere, non strozzare. Se usi un grigliato in legno o un cavo d’acciaio da parete, il principio è lo stesso: guida lo stelo da un punto all’altro e chiudi con clip morbide.

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Impostare la cascata piena e ordinata

Per una ricaduta elegante lavora in strati. Porta il vaso su mensola o cestello sospeso, lascia scendere i tralci e pizzica la punta del getto leader quando ha raggiunto la lunghezza desiderata: così stimoli i rami laterali e la cascata si infittisce. Se alcuni tralci sono radi, appunta i nodi alla superficie del terriccio con fermagli a U (anche graffette grandi raddrizzate): i nodi a contatto col suolo emetteranno radici e nuovi getti, ispessendo la base. Ogni due settimane ruota il vaso di un quarto di giro: la luce raggiunge tutti i lati e la cascata rimane simmetrica.

Corde, ganci e pareti

Il pothos segue percorsi semplici se glieli offri. Tendi corde naturali o cavi sottili dal bordo del vaso alla mensola superiore o lungo una parete. Fissa i percorsi con ganci adesivi removibili o chiodini leggeri, distanti 20–30 cm l’uno dall’altro. Accompagna i tralci appoggiando i nodi alle corde e ferma con clip per orchidee o mini fascette in gomma. Sui percorsi verticali, inclina leggermente i tratti verso la luce: lo stelo si “autoconvincerà” a seguirli, riducendo la necessità di legature serrate. Se temi segni sul muro, applica una striscia di washi tape sotto i punti di contatto e poi il gancio: protegge la pittura e si rimuove pulita.

Potatura di guida senza traumi

La potatura non è “tagliare a caso”, ma scegliere un leader. Se vuoi salita rapida, lascia il tralcio più vigoroso e accorcia gli altri a due nodi sotto. Se vuoi ricaduta fitta, accorcia il leader e conserva i lateralini. Taglia sempre mezzo centimetro sopra un nodo, con forbici pulite. I pezzi con 2–3 nodi diventano talee: mettili in acqua o direttamente in terra vicino alla base del vaso. Quando attecchiscono, avrai più punti di partenza e la pianta sembrerà immediatamente più piena.

Manutenzione settimanale

Una volta a settimana controlla i legacci: allentali se il fusto è cresciuto, aggiungine di nuovi più in alto. Pulisci le foglie con panno umido per migliorare l’ancoraggio e la fotosintesi. Se il palo in cocco si asciuga troppo, vaporizza solo il palo, non il terriccio: le radici aeree “capiscono” e aderiscono meglio, così le foglie, salendo, tornano più grandi e con variegature nette.

Se le foglie si rimpiccioliscono mentre sale, significa che il palo è secco o la luce è laterale e povera: irrora il palo e riposiziona l’insieme più vicino alla finestra (sempre luce indiretta). Se la cascata è spoglia in alto e fitta in punta, è mancata la potatura di guida: accorcia la punta principale e reimpianta 2–3 talee nel vuoto di base. Se il vaso oscilla con il tutore, aggiungi pietrine sul fondo o passa a un coprivaso più pesante: la stabilità fa crescere dritto lo stelo e riduce rotture.

Consolidare la direzione nel tempo

La direzione scelta diventa stabile se rinforzi i nodi. Ogni nuovo tratto di 10–15 cm, lega morbido e indirizza. Ogni 3–4 mesi verifica che i nodi abbiano radicato sul palo o lungo le corde; quando vedi radichette aggrappate, puoi persino togliere alcuni legacci: la pianta resterà nella forma impostata. È in questo momento che le foglie, soprattutto nelle cultivar variegate, tornano ampie e disegnate, segno che il percorso è giusto e l’energia sale nel verso che hai scelto.


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Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Gianluca Grimaldi
Gianluca Grimaldi
Da sempre sono appassionato di fiori e piante, di giardinaggio e di tutto quello che è "verde". Credo che la parola "ecologia" sia sinonimo della parola "futuro".