Il rosmarino è tra le piante aromatiche più resistenti e generose: sopporta sole, vento, siccità e regala foglie profumate per tutto l’anno.
Per questo, quando improvvisamente mostra foglie secche e rami spogli, il colpo d’occhio è destabilizzante.
Non è una pianta che si arrende facilmente, quindi questi segnali vanno letti con attenzione: dietro c’è sempre una causa precisa, e intervenire al momento giusto può salvare il cespuglio e riportarlo in salute.
COSA SCOPRIRAI
Capire se il problema parte dalle radici
La prima cosa da verificare è lo stato delle radici. Un rosmarino in vaso, se rimane troppo tempo con un terriccio compatto o inzuppato d’acqua, sviluppa marciume radicale: le radici si scuriscono, non assorbono più e i rami cominciano a spogliarsi dall’interno verso l’esterno.
In questi casi non serve solo tagliare la parte secca: bisogna estrarre la pianta, eliminare con forbici sterili le radici annerite e rinvasarla in un terreno sabbioso e drenante, mescolato con pomice o lapillo. Senza questo intervento, la pianta continuerà a perdere foglie anche se la parte aerea sembra “ripulita”.
Il ruolo dell’età e della legnosità dei rami
Un altro motivo specifico riguarda l’invecchiamento dei rami. Il rosmarino, con il tempo, diventa legnoso alla base e tende naturalmente a spogliarsi nella parte più interna.
È un processo fisiologico, ma se trascurato porta a un cespuglio con poche foglie solo alle estremità. La soluzione qui non è bagnare di più o concimare, ma praticare una potatura di ringiovanimento: tagliare i rami secchi alla base e accorciare leggermente quelli legnosi, stimolando così l’emissione di nuovi getti verdi dalla parte bassa della pianta.
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Stress ambientale e sbalzi di irrigazione
Il rosmarino è abituato a terreni poveri e asciutti, quindi paradossalmente soffre sia per eccesso di acqua sia per irrigazioni irregolari, dove passa da periodi di sete estrema a bagnature abbondanti. Questo stress si traduce in foglie che seccano all’improvviso. L’approccio migliore per innaffiare il rosmarino è mantenere un ritmo costante: irrigare solo quando il terreno è asciutto nei primi centimetri, evitando ristagni e rispettando la sua natura mediterranea.
La differenza tra foglie secche e pianta compromessa
Non tutte le foglie secche sono sinonimo di pianta persa. Se grattando leggermente la corteccia con l’unghia si nota ancora verde vivo sotto, il ramo è ancora attivo e può ributtare. Se invece la corteccia è secca e marrone in profondità, quel ramo è da tagliare. Fare questa verifica consente di distinguere i rami recuperabili da quelli da eliminare, evitando potature inutili o troppo drastiche.
Nutrimento e supporto per la ripresa
Un rosmarino debilitato trae beneficio da una leggera concimazione organica a fine estate o inizio autunno. Non serve azoto in abbondanza, che rischierebbe di farlo crescere troppo tenero, ma un concime equilibrato con un po’ di potassio e microelementi, che rinforza i tessuti e favorisce la ricrescita. Anche l’aggiunta di cenere di legna setacciata, sparsa in piccola quantità intorno alla base, può dare sostegno, migliorando il drenaggio e apportando potassio naturale.
Un rosmarino che ha perso foglie e mostra rami spogli non tornerà verde in pochi giorni. È una pianta che lavora lentamente: dopo la potatura e il rinvaso (se necessario), serviranno settimane prima di vedere i nuovi germogli. L’importante è non disperare e continuare a garantire condizioni corrette, perché questa pianta ha una grande capacità di recupero, anche quando sembra compromessa.