La Minatrice fogliare sta rovinando le mie Piante. Ecco di cosa si tratta

Se il nome di questo parassita non dice nulla e ti sembra di non averlo mai incontrato, ebbene ti consiglio di ricrederti.

Si tratta di veri e propri insetti divoratori e si chiamano minatori perché mangiano scavando letteralmente le foglie dall’interno.

Si tratta delle larve di numerose farfalle e anche di microlepidotteri, ovvero di farfalle e insetti che non vanno oltre gli 8 millimetri di lunghezza.

Attaccano soprattutto alcuni tipi di piante di cui vanno particolarmente ghiotte, piante da frutto, come melo, pero, pesco, ciliegio, susino, albicocco, ma anche il pomodoro e alcune specie arboree e ornamentali.

La foglia si mostra trasparente, si mostra con segni serpentini sulla superficie, si accartoccia, si sbriciola. Questi sono solo alcuni dei segni che mostrano una minatrice in atto.

Ti presento le specie più aggressive e come intervenire nel caso di attacco.

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Larva o mosca minatrice

Liriomyza trifolii è una larva che non è più lunga di 2 mm che nasce da uova depositate sotto la foglia generalmente.

Alla schiusa delle uova la larva si inserisce sotto lo strato superficiale della foglia e comincia a divorare la parte interna, strisciando e avanzando per tutta la superficie della foglia.

L’unica cosa che resta è la patina più esterna della foglia che non contenendo più il pigmento e le cellule vegetali è praticamente trasparente.

Tuta absoluta

La Tuta absoluta scientificamente è definita una fillominatrice, cioè, scava delle gallerie tra la pagina superiore ed inferiore della foglia, imitando l’operato della larva minatrice.

Le foglie sembrano essere state svuotate della parte centrale, detta mesofillo, l’asciando però intatta l’epidermide. Le foglie a lungo andare seccano e si sbriciolano letteralmente.

A differenza della mosca minatrice questo parassita ha un maggiore aggressività ed è maggiormente dannoso.

Rimedi naturali

Puoi ricorrere al sapone molle. Sciogli circa 10 g di sapone di Marsiglia a scaglie in un litro d’acqua. Puoi scioglierlo a bagnomaria sul fuoco per fare prima. Con uno spruzzino nebulizza la pianta a partire dai fiori.

Ripeti i trattamenti per un periodo di tempo lungo così da attaccare non solo gli insetti adulti ma anche quelli che nasceranno dalle uova depositate.

Puoi ricorrere a composti biologici oleosi come l’olio di neem in grado di asfissiare i parassiti.

Se questo genere di rimedi non funziona, l’insuccesso è dovuto al fatto che questi parassiti spesso non si trovano fuori dalla foglia ma ciò che resta della foglia li protegge come fosse un astuccio, impedendo al parassita di venire a contatto con il rimedio.

Rimedi chimici

In vista della resistenza ai rimedi casalinghi, potrebbe essere utile ricorrere a trattamenti sistemici da effettuare.

Un trattamento sistemico consiste nell’utilizzare sostanze che entrano nella pianta e ne diventa parte integrante delle cellule vegetali così che il parassita nutrendosene possa esserne avvelenato.

Rimedi a base di imidacloprid potrebbero essere utili in questa circostanza, se l’infestazione è particolarmente grave.

Trappole cromotropiche

Le trappole cromotropiche sono dei fogli  appiccicosi caratterizzati da colori e feromoni che hanno la capacità di attirare i parassiti ed intrappolarli, lasciandoli appiccicati.

Puoi distribuirne alcune nei pressi della pianta, qualora l’infestazione non fosse seria e ancora agli inizi.


Photo Credits:

Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Giuseppe Iozzi
Giuseppe Iozzi
Nato a Napoli. Psicologo, col pollice verde. Ascolto i pazienti per professione, parlo alle piante per passione.