Innaffiare l’azalea non è semplice come si crede

Ricevere in regalo un’azalea per la Festa della Mamma è una delle tradizioni più affettuose e colorate di questo periodo. Il fascino dei suoi fiori vivaci, spesso rosa, rossi o bianchi, dona subito un tocco festoso e primaverile a qualsiasi angolo della casa.

Ma per far sì che questa pianta continui a fiorire e non perda il suo splendore dopo pochi giorni, la cura più importante da dedicarle è proprio l’annaffiatura. Questo gesto semplice, se fatto nel modo giusto, può determinare la durata e la qualità della fioritura.

Quanta acqua vuole l’azalea?

L’azalea è una pianta acidofila, che richiede un terreno costantemente umido ma mai completamente zuppo. Una delle cose da sapere è che non sopporta il ristagno: se l’acqua resta nel sottovaso troppo a lungo, rischia di far marcire le radici in pochi giorni.

Per questo motivo, la tecnica migliore è quella dell’innaffiatura lenta e profonda, da eseguire solo quando il terriccio inizia a diventare asciutto in superficie, ma è ancora lievemente umido all’interno.

Un buon metodo per capirlo è infilare un dito nel terriccio: se i primi due o tre centimetri sono secchi, allora è il momento giusto per annaffiare. Se invece è ancora fresco, meglio aspettare un altro giorno.

Il trucco del bagno d’acqua

Quando l’azalea è in piena fioritura, e soprattutto se è stata acquistata in un vaso piccolo e fitto, l’acqua può non penetrare bene nel cuore della zolla. In questi casi, l’ideale è immergere tutto il vaso in una bacinella con acqua a temperatura ambiente per circa 10 minuti.

L’acqua entrerà dal fondo e si distribuirà in modo uniforme, reidratando la pianta in profondità. Una volta terminato, bisogna lasciar scolare bene l’acqua in eccesso prima di rimettere il vaso nel sottovaso o nel coprivaso.

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Acqua del rubinetto sì o no?

L’azalea è un po’ capricciosa con il tipo di acqua: meglio evitare quella calcarea. Se nella tua zona l’acqua del rubinetto è molto dura, potresti notare col tempo un indebolimento della pianta. In quel caso, è preferibile usare acqua piovana o, se non disponibile, lasciare l’acqua del rubinetto a decantare per 24 ore prima di usarla. Questo semplice accorgimento riduce la quantità di cloro e aiuta a non alterare troppo l’acidità del terreno.

Attenzione al caldo e ai fiori

Quando la pianta è in casa, l’ambiente tende a essere più secco, soprattutto se c’è il riscaldamento ancora acceso o se le finestre non sono sempre aperte. L’azalea odia l’aria secca, e se i fiori iniziano ad afflosciarsi o a macchiarsi velocemente, potrebbe essere un segnale che l’umidità ambientale è troppo bassa.

In questo caso, puoi posizionare vicino al vaso una ciotolina d’acqua oppure vaporizzare un po’ di acqua (non fredda) intorno alla pianta, senza bagnare direttamente i fiori, perché sono delicatissimi.

Quando si innaffia e quando no

L’ora migliore per annaffiare è la mattina presto, quando la pianta ha tutta la giornata per assorbire l’umidità e respirare correttamente. Evita di farlo la sera, soprattutto se la pianta è in una stanza fresca: l’acqua non evaporerebbe abbastanza e le radici rischierebbero di restare fredde e umide troppo a lungo, favorendo malattie fungine.

Anche durante il periodo post-fioritura, continua a monitorare il fabbisogno idrico: l’azalea non va mai lasciata seccare completamente, anche quando ha perso i fiori. È in quella fase che comincia a immagazzinare energie per la prossima stagione di crescita.

Con un po’ di attenzione quotidiana e innaffiature fatte con cura, l’azalea può rimanere bella e fiorita per molte settimane. E anche quando terminerà il suo periodo di festa, saprà tornare ogni anno con nuovi boccioli, se avrà ricevuto le cure giuste sin dall’inizio.


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Gianluca Grimaldi
Gianluca Grimaldi
Da sempre sono appassionato di fiori e piante, di giardinaggio e di tutto quello che è "verde". Credo che la parola "ecologia" sia sinonimo della parola "futuro".