Le 3 regole fondamentali per Allenare il tuo Pollice Nero

Se pensi che avere un pollice nero sia la cosa peggiore per le tue piante cominciamo a pensare che, se stai leggendo questo articolo vuol dire che ci sono le migliori intenzioni affinché la cura delle tue piante vada a buon fine.

Questo vuol dire che c’è desiderio e amore per le piante ed è già un perfetto punto di partenza altrimenti le useresti come soprammobile che, una volta guastato, può essere sostituito.

Ora ti tocca solo assecondare il tuo interesse con alcune iniziative partendo dal facile e col facile, proprio con queste tre regole fondamentali per allenarti un po’.

Ti elenco quelle che io ho usato all’inizio per imparare a tradurre il mio amore per le piante in una cura concreta.

Ogni pianta è unica

Questa prima regola può sembrare banale ma racchiude in sé una serie di significati che mi hanno molto sostenuto agli inizi perché mi ha consentito di riflettere attivamente sui bisogni della pianta.

Parti dal presupposto che la pianta ha una provenienza, ha delle origini specifiche e conoscerle ti consentirà di sapere come si comporta nel suo habitat naturale.

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Questo ti consente di riproporre esattamente le stesse condizioni assicurando alla pianta che scegli di coltivare tutto quello di cui ha bisogno, come se stesse in natura.

Ho cominciato a non replicare le stesse azioni per tutte le piante, differenziando per ciascuna la cadenza di innaffiatura, l’esposizione, la tipologia di ambiente.

Sapere che una pianta è tropicale, ad esempio, mi fa capire che quella pianta predilige molto l’umidità ambientale; quindi, mi chiedo: quale stanza è la più umida della casa? Cosa posso fare per assicurarle più umidità?

Una pianta non è un soprammobile

Se hai ospiti a casa, tra cui cari amici, come tratti questi ospiti? Immagino che tu faccia di tutto per fare in modo che abbiano tutto quanto hanno bisogno.

Insomma, si tratta di un essere vivente, senziente. Io penso: avrà fame? Avrà freddo? Ti sei mai chiesto se la tua pianta possa aver freddo? Ad esempio.

Può sembrare da pazzi, ed all’inizio mi sentivo anche un po’ ridicolo nel pensarlo poi ho scoperto, per esempio, che ci sono alcune piante che non sopportano l’acqua fredda alle radici.

È il caso dell’orchidea che predilige una temperatura tiepida, e nel darle l’acqua che vuole ho proprio pensato a quanto in quel momento sarebbe stato come mettere una mia cara amica nuda in una vasca gelida.

Ho cercato in giro ed ho scoperto che è proprio così, che l’orchidea non sopporta gli sbalzi termici importanti.

Porsi le domande giuste aiuta, ma puoi porti le domande giuste se cominci a considerare le piante come esseri viventi e senzienti e non come soprammobili.

Parti dal facile

Aiutati nell’allenare il tuo pollice nero partendo da piante che possono ben tollerare qualche tua mancanza, fatta non per poco impegno ma per mancanza di conoscenza. D’altronde bisogna conoscersi all’inizio per imparare a star bene insieme.

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Piante tropicali come un pothos, ad esempio, ti lasceranno fare e sperimentare e imparare. Anche la pianta impara, si adatta all’ambiente nel quale si trova, non sei il solo a dover imparare.

Piante tenaci come l’aspidistra, perdoneranno anche un errore serio, ma il fatto di avere piante che possano avere tolleranza ti consentirà di non perdere fiducia in te stesso mentre ne hai cura.

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Non sarà solo merito della loro tolleranza, ma sarà anche merito delle tue essenziali cure.


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Giuseppe Iozzi
Giuseppe Iozzi
Nato a Napoli. Psicologo, col pollice verde. Ascolto i pazienti per professione, parlo alle piante per passione.