Le curiosità sulla Sansevieria che ancora non conosci

La sansevieria è conosciuta unicamente per la sua resilienza e stabilità.

È considerata una pianta abbastanza statica e dozzinale ma non tutti sanno che vi sono almeno 4 caratteristiche che la rendono una pianta piena di fascino e meritevole di interesse non solo per la sua resilienza.

Vediamo insieme alcune curiosità interessanti che riguardano la sansevieria.

Può fiorire

Sapevi che la sansevieria può fiorire? In effetti non tutti sanno che la pianta serpente può fiorire.

Nell’occasione eccezionalmente rara in cui la tua pianta di serpente fiorisce, vedrai piccoli boccioli sparsi lungo un lungo gambo fiorito.

Questo gambo a volte può essere addirittura più alto delle foglie allungate verso l’alto della sansevieria.

Questi steli portano dozzine di piccoli fiori tubolari che crescono in grappoli e hanno petali sottili. Alcune varietà fanno sfoggio dei fiori in grandi grappoli alla base della pianta.

Diverse varietà di piante di serpente sfoggiano anche fiori di colori diversi. In genere, questi colori vanno dal bianco o crema al giallo.

Comportamento notturno insolito

A differenza della maggior parte delle piante, assorbe anidride carbonica e rilascia ossigeno anche durante la notte, un comportamento che è più comune nelle piante epifite o nelle piante succulente come la sansevieria.

Questo comportamento è dovuto al fatto che la sansevieria utilizza un tipo di fotosintesi chiamato CAM che sta per Crassulacean Acid Metabolism, che le permette di assorbire CO2 durante la notte, quando l’umidità è più alta, per conservarla e utilizzarla durante il giorno.

Questo processo le consente di continuare a rilasciare ossigeno anche quando non c’è luce.

Parliamo di un tipo di fotosintesi che alcune piante, come i cactus e le piante grasse, utilizzato in modo vantaggioso per adattarsi a condizioni di scarsa disponibilità di acqua e alta temperatura, come quelle tipiche di ambienti aridi.

L’origine del nome

Il nome sansevieria ha un’origine tutta italiana. Il nome botanico di questa pianta infatti deriva dal marchese Raimondo di Sanseverino, nobile italiano e botanico che introdusse questa pianta in Europa, consentendo ai botanici del 1700 di chiamarla Sansevieria in suo onore.

Il nome “lingua di suocera” dato alla sansevieria deriva dalla forma particolare e rigida delle sue foglie, che ricordano una lingua lunga e appuntita. Proprio la sua forma rimanda a quello che in molte culture viene associato in modo stereotipato alla suocera, dalla lingua tagliente e implacabile.

La cultura anglosassone la riconosce come pianta serpente per l’aspetto delle sue foglie, sinuoso e striato, da colore che la rende simile alla pelle di serpente.

Un utilizzo insolito

La sansevieria è conosciuta anche con un altro nome, che richiama un uso antico delle sue foglie.

Pare che le fibre delle foglie di sansevieria siano forti e flessibili, e venivano utilizzate in molte culture, specialmente in Africa e in Asia, per produrre corde, corde da pesca e anche tessuti resistenti.

Da qui il nome “Viper’s Bowstring Hemp” insolito e meno conosciuto che letteralmente vuol dire “canapa per le corde da arco della vipera” si riferisce all’uso storico della fibra della sansevieria per realizzare corde robuste, in particolare per gli archi.


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Giuseppe Iozzi
Giuseppe Iozzi
Nato a Napoli. Psicologo, col pollice verde. Ascolto i pazienti per professione, parlo alle piante per passione.