Cosa fare quando l’Orchidea ha radici secche fuori dal vaso

Chi coltiva orchidee, in particolare le varietà più comuni come la Phalaenopsis, sa bene quanto queste piante abbiano esigenze specifiche e un comportamento radicale del tutto particolare.

A differenza delle altre piante da appartamento, infatti, l’orchidea sviluppa un apparato radicale che non è fatto per vivere soltanto sottoterra, e spesso accade che alcune radici spuntino fuori dal vaso, talvolta mostrandosi rinsecchite, opache, grigie o dure al tatto.

Vediamo insieme come intervenire quando l’orchidea mostra radici secche fuori dal vaso.

Perché ha radici fuori dal vaso

Per prima cosa, è utile sapere che le radici che si sviluppano all’esterno del vaso non sono fuori posto o in difficoltà: sono semplicemente radici aeree, perfettamente naturali per l’orchidea.

In natura, questa pianta vive in ambienti tropicali, ancorandosi con le radici ai tronchi degli alberi, da cui trae umidità e nutrimento anche attraverso l’aria.

È per questo motivo che molte delle sue radici crescono spontaneamente fuori dal substrato, verso l’alto o lateralmente, alla ricerca di umidità atmosferica.

Quando l’ambiente domestico è sufficientemente umido, queste radici appaiono sode, turgide e di colore verdognolo o argentato. Ma se l’aria in casa è troppo secca o la pianta è esposta a fonti di calore diretto, le radici possono seccarsi.

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L’ambiente è secco

Quando si nota che le radici aeree si stanno seccando, la prima cosa da fare è osservare l’ambiente circostante. Le orchidee non tollerano bene l’aria troppo secca, né gradiscono sbalzi di temperatura.

Una radice aerea che si secca è spesso la spia di un’umidità ambientale troppo bassa, un problema comune soprattutto durante i mesi invernali, quando i riscaldamenti sono accesi, o in estate, in presenza di condizionatori.

In questi casi, il primo intervento consiste nello spostare la pianta in una zona della casa più umida o protetta. Anche il bagno, se ben illuminato, può essere una buona soluzione.

Ha bisogno di più umidità

Un’altra possibilità è aumentare l’umidità intorno alla pianta con piccoli accorgimenti: si può posizionare l’orchidea sopra un sottovaso riempito con acqua e ciottoli, facendo in modo che l’acqua non tocchi direttamente il fondo del vaso, oppure si possono nebulizzare le radici aeree una volta al giorno con acqua a temperatura ambiente, preferibilmente piovana o demineralizzata.

È importante però evitare che l’acqua ristagni troppo a lungo sulle foglie o sul colletto della pianta, per non favorire malattie fungine.

Ripulisci l’apparato radicale

Se le radici secche sono ormai completamente dure, svuotate e marroni, è probabile che siano morte. In questo caso possono essere rimosse delicatamente con forbici ben disinfettate, ma solo se si è certi che siano completamente compromesse.

In generale, è sempre meglio non tagliare le radici aeree, a meno che non siano marce o completamente secche, poiché rappresentano comunque un’estensione utile per l’assorbimento di umidità.

Valuta un rinvaso

Diverso è il caso in cui anche le radici all’interno del vaso mostrino segni di disidratazione. Se tutte le radici, sia interne che esterne, appaiono secche e la pianta mostra segni di sofferenza, come foglie flosce o ingiallite, potrebbe essere il momento di valutare un rinvaso.

A volte il substrato si degrada con il tempo, diventando compatto e incapace di trattenere l’umidità in modo corretto. In questi casi è opportuno sostituirlo con un nuovo mix specifico per orchidee, a base di corteccia di pino, sfagno e materiali drenanti.


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Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Giuseppe Iozzi
Giuseppe Iozzi
Nato a Napoli. Psicologo, col pollice verde. Ascolto i pazienti per professione, parlo alle piante per passione.