Forse è un’esperienza comune a molti che, con un po’ di paura, si avvicinano al mondo delle piante: quella di iniziare quasi in punta di piedi, iniziando a sperimentare con le piante grasse.
Le piante grasse, più correttamente dette piante succulente, hanno infatti la fama di essere di molto più semplice coltivazione. In realtà, si tratta di un falso mito: se, in generale, le piante grasse hanno bisogno di meno attenzioni rispetto alle altre, molta differenza la fa la specie o la varietà di pianta.
Nel mio caso, ho iniziato con queste piante per fare un po’ di esperienza, ma il risultato è stato quello di appassionarmi al mondo del giardinaggio sempre di più. Ti racconto quali sono le prime piante grasse che ho coltivato.
COSA SCOPRIRAI
Sansevieria
La prima pianta grassa che ho acquistato è forse la più banale, ma anche la più emblematica: si tratta della sansevieria, meglio conosciuta come lingua di suocera.
Pianta inconfondibile per la forma delle sue foglie, la sansevieria è celebre per essere una pianta da interni considerata quasi immortale.
Infatti, non ho avuto particolari problemi nel coltivarla se non quello di individuare il posto giusto per questa pianta che non ama la troppa luce, ma non disdegna un po’ di luce solare indiretta.
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Albero di Giada
Subito dopo la lingua di suocera, ho sviluppato una passione smisurata per un’altra pianta grassa, se possibile ancora più resistente della prima, ossia l’albero di giada.
Il suo nome botanico è crassula ovata ed è una pianta che può essere coltivata sia in casa sia all’esterno, le cui foglie sono rotonde e spesse.
Nel mio caso, ho comprato una piantina di piccole dimensioni che tenevo sulla scrivania dello studio finché, con l’arrivo del caldo, non l’ho portata all’esterno: in pochi mesi, le sue dimensioni sono aumentate a vista d’occhio.
Echeveria
Una volta portato l’albero di giada all’esterno, notavo che il mio balcone era un po’ spoglio di piante, così mi convincevo a prendere un’altra pianta grassa: l’echeveria.
Simile a una piccola rosa i cui petali sono composti, però, da foglie, l’echeveria è un’altra pianta super resistente che, tuttavia, mi ha aiutato a capire meglio il fabbisogno delle piante durante la stagione calda.
Come tutte le piante grasse, infatti, l’echeveria non ha bisogno di molte innaffiature. Tuttavia, con l’arrivo dell’afa estiva, le elevate temperature devono essere bilanciate con una buona dose d’acqua.
Insomma, anche le piante grasse ogni tanto vanno innaffiate oppure possono lentamente deperire. L’echeveria me l’ha insegnato!
Haworthia
Piccola e graziosa, l’haworthia è una delle mie piante da scrivania preferite che, col tempo, ho iniziato anche a regalare alle persone a me care.
Cugina dell’aloe, questa pianta ne condivide un po’ le esigenze di coltivazione.
Amante del caldo e della luce, ho mio malgrado scoperto che uno dei suoi punti deboli è il freddo: in inverno, è sempre meglio non esporla a temperature inferiori ai 5 °C.