Ho imparato ad ottenere piccoli bonsai di Albero di Giada e ti dico come ho fatto

Ho realizzato un piccolo bonsai di Albero di Giada e l’estetica mi soddisfa molto visto quanto questa pianta si presti perfettamente per questo tipo di forma.

Non si tratta di un vero e proprio bonsai, un’arte millenaria che si occupa della crescita in miniatura di specie uniche.

In questo caso ci stiamo solo divertendo ad avere piccoli esemplari di albero di Giada con una tecnica di riproduzione semplice che solo questa pianta sa dare. Vediamo insieme come fare.

La scelta della talea

Bisogna partire dalla selezione della talea da utilizzare avendo a disposizione una pianta madre, una pianta grossa e rigogliosa da poter utilizzare.

Il ramo giusto da prelevare per il nostro scopo deve avere almeno 15 cm di altezza, piuttosto dritto; quindi, evito sempre le parti pendenti che tendono già a curvarsi vista la natura molto malleabile degli steli.

Anche lo spessore del ramo è importante: io solitamente lo scelgo di almeno 1 cm e mezzo, così da essere già bello robusto da sostenere da solo il peso dei primi nuovi germogli che verranno.

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Nella selezione di una talea giusta spesso ho cura di sceglierne una con delle radici aeree così che possa portarmi avanti col lavoro ed avere una talea già in procinto di radicare.

Come effettuare il taglio

La prima cosa da fare, con cesoie ben disinfettate per evitare di ricavare una talea infetta e di infettare la pianta madre, è tagliare il ramo.

Vedi tutti quei cerchi sullo stelo dell’albero di giada? È lì proprio che va praticato il taglio, rigorosamente obliquo.

Se non ha già le radici aeree puoi far radicare il rametto in acqua: immergi solo la base del ramo in pochi cm di acqua, e non per tutta la lunghezza o rischi che il gambo cominci a marcire tutto.

Lascialo per almeno due settimane, cambiando l’acqua ogni giorno, e dovresti cominciare a notare piccole radici alla base del taglio trascorso il tempo necessario.

Il vaso adatto allo scopo

Non partire subito con i tipici vasi da bonsai, quelli bassi e larghi, perché non si può pretendere che stia già in piedi da solo non avendo un apparato radicale bello solido.

In questo caso potrai servirti di vasi del genere più avanti, quando il ramo prescelto avrà sviluppato già un apparato radicale più grande.

Scegli un vaso leggermente più alto dei soliti da bonsai per l’inizio, possibilmente in terracotta e che abbia dei fori di scolo sul fondo.

La messa a dimora

Una volta ottenute le radici procurati il terriccio necessario, che sia una buona miscela composta soprattutto da una buona percentuale di perlite, da renderlo particolarmente drenante, evitando in questo modo di far marcire la giovane talea.

Non ammassare troppo il terriccio o potresti soffocare le giovani radici che in questo modo farebbero fatica ad espandersi e prendere lo spazio necessario.

Innaffia dopo due giorni in modo non abbondante: non lasciare mai il terriccio troppo zuppo, soprattutto all’inizio. Ricorda che si tratta comunque di una pianta grassa, quindi vacci piano con le innaffiature.

Scegli un luogo che non sia eccessivamente caldo né con luce diretta o il giovane ramo non resisterà.


Photo Credits:

Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Giuseppe Iozzi
Giuseppe Iozzi
Nato a Napoli. Psicologo, col pollice verde. Ascolto i pazienti per professione, parlo alle piante per passione.