Queste Pratiche ti richiedono solo pochi minuti al giorno ma salvano le tue piante

Se ti diletti con le piante ci sono delle attenzioni quotidiane che non puoi non dare alle tue amiche verdi.

Il punto è questo: mettere in atto attenzioni quotidiane o settimanali ti consente di mettere in atto il principio “ minima spesa, massima resa”.

In questo modo non ti ritroverai a dover dedicare molte ore per ovviare ad un pasticcio o all’incuria, non dovrai ricorrere a rimedi specifici che comportano costi e tempi che spesso non abbiamo, rapiti dalla routine.

Ti dico cosa faccio io di tanto in tanto, con frequenza, pratiche veloci e semplici ma che mi consentono di avere sempre piante sane.

Pulisco le foglie

Quando puliamo le foglie facciamo in modo di favorire due funzioni vitali della pianta che vengono eseguite attraverso la foglia: assorbire luce e respirare.

Una foglia sporca ha un margine di assorbimento di luce minore poiché proprio lo sporco impedisce alla superficie della foglia di godere della luce e questo compromette la vitalità della pianta che produce energia proprio tramite la fotosintesi attivata dalla luce.

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La superficie della foglia è ricoperta da piccole valvole responsabili della respirazione della pianta, gli stomi.

Lo sporco e la patina che ricopre la superficie della foglia possono ricoprire anche gli stomi e limitare la respirazione fogliare.

Passo un panno in microfibra umido sulle foglie e tanto basta, almeno una volta a settimana.

Per una pulizia più approfondita sfrutto la capacità pulente, disinfettante e lucidante del limone in una soluzione a base di acqua di rubinetto e succo di limone in rapporto 50/50.

Curo la qualità dell’acqua delle innaffiature

Con quale acqua innaffi le piante? Se lo fai sempre con quella del rubinetto sappi che si tratta di un’acqua dura, molto calcarea, ricca di elementi extra.

Quali sono le conseguenze? Un apporto continuativo di questo tipo di acqua calcarea ha il potere di variare la natura chimica del terriccio, il pH, rendendolo molto basico per il costante apporto di calcio.

Il calcare può depositarsi non solo nel terriccio ma anche intorno alle radici impedendone la naturale funzione d’assorbimento.

Quello che devi fare è adottare un’accortezza quando innaffi le piante: non usare sempre quella del rubinetto o quando lo fai prova ad ammorbidirla.

Puoi farlo facendola prima bollire o lasciandola decantare in un innaffiatoio per una notte.

Io, per esempio, raccolgo l’acqua piovana e quando posso uso esclusivamente quella. Questa è un’accortezza che riuscirà a salvare le piante nel lungo periodo e che non costa chissà quale fatica.

Nebulizzo le piante di natura tropicale

Io e il mio fedele spruzzino da spiaggia entriamo in azione almeno una volta al giorno per le piante tropicali di cui mi occupo in casa.

Ti starai chiedendo: “come faccio a sapere se ho piante tropicali?”. La risposta è semplice: sono certo che tu le abbia perché la maggior parte delle piante che ci vengono vendute come piante d’appartamento sono di origini tropicali.

Piante come il pothos, la monstera, la zamioculcas, la dieffembachia, i trochetti, i ficus bonsai, sono tutte piante di origine tropicale.

Di conseguenza apprezzano l’umidità ambientale e io provo a soddisfare questa richiesta semplicemente nebulizzano acqua piovana con uno spruzzino sulle foglie o nei pressi delle radici aeree.

Scelgo una zona luminosa della casa dove radunare le piante

Anche se mi piace tenere le piante sempre allo stesso posto, lì in quell’angolo di casa che ho scelto, ho dovuto anche accettare il fatto che alcuni posti non son particolarmente adatti per la pianta in questione che tenevo lì.

Nei periodi più bui dell’anno raduno le piante che ne hanno bisogno nel punto più luminoso della casa.

Non posso pensare solo all’aspetto ornamentale se voglio coltivare piante, ma devo pensare in primis al loro benessere.

Innaffio sempre per immersione

La tipologia di innaffiatura deve diventare una sana abitudine.

Io ho ormai un’abitudine fissa, innaffio sempre da sotto. Lo faccio per immersione. Lascio per una decina di minuti il vaso immerso in una bacinella, avendo cura che l’acqua arrivi a metà vaso e non oltre.

Quindi non immergo il vaso completamente ma per metà, a volte anche meno.

Nell’arco temporale di immersione la pianta assorbirà l’acqua che le occorre senza rendere il terriccio zuppo dalla superficie o intaccare la parte superficiale delle piante che è spesso delicata.

Ti mostro come lo faccio per le orchidee:


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Giuseppe Iozzi
Giuseppe Iozzi
Nato a Napoli. Psicologo, col pollice verde. Ascolto i pazienti per professione, parlo alle piante per passione.