Se il tuo Albero di Giada ha un aspetto sofferente potrebbe trattarsi di uno di questi 5 motivi

Famosa per la sua tenacia e resistenza, l’albero di Giada è adatto anche ai pollici neri proprio per queste sue caratteristiche.

Le foglie grassocce lucide rendono armonioso qualsiasi tipo di ambiente, sia interno che esterno.

Tuttavia, anche se resistente, può essere soggetto a determinate problematiche e malattie specifiche che possono arrecare all’albero di Giada danni seri.

Sapere di cosa si tratta ti consente di correre immediatamente ai ripari ed intervenire in modo tempestivo e corretto.

Vediamo insieme come mai ha un aspetto sofferente.

Irrigazione eccessiva

Le piante di giada, come la maggior parte delle piante grasse, trattengono l’umidità nelle loro foglie paffute e spesse e non richiedono una grande quantità di acqua per sopravvivere e prosperare.

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In effetti, ha una suscettibilità maggiore all’eccesso di acqua rispetto alla totale assenza di acqua e quindi al terriccio secco.

È necessario utilizzare un terriccio eccessivamente drenante, che sia ricco di materiali grossolani come perlite, sabbia e pomice, che non trattenga l’umidità.

Le innaffiature vanno alternate ad un terriccio completamente asciutto, non rispettando una regolarità ma constatando l’umidità del terriccio con le dita.

Marciume radicale

I casi di marciume radicale sono causati da agenti patogeni batterici, la maggior parte dei quali sono membri del genere Phytophthora, che è un tipo di muffa.

Mentre le spore di questa muffa possono diffondersi ad altre piante, sia attraverso la trasmissione aerea che attraverso insetti nel terreno, la malattia può prendere piede solo quando c’è sufficiente umidità.

Il marciume radicale dà poco scampo a ogni genere di pianta ma nel caso del nostro Albero di Giada è possibile intervenire rinvasando e disinfettano l’apparato radicale.

Va potata la parte ormai marcia dell’apparato radicale, cosparso di un fungicida  e lasciato asciugare fuori dal terriccio.

Dopo almeno un paio di giorni è possibile rinvasarlo con terriccio drenante e innaffiature diradate.

Marciume batterico molle

Batteri della putrefazione morbida, o Erwinia cartovorum purtroppo si trovano ovunque.

Inizialmente, non c’è odore, ma mentre la malattia del marciume molle progredisce, le infezioni secondarie invadono la pianta e la parte annerita emette un cattivo odore.

Questi sintomi sono simili nella maggior parte delle altre piante colpite e con piccole macchie intrise di acqua e traslucide su foglie, steli o parti sotterranee.

Ovviamente il sintomo maggiormente riconoscibile è quello dei tessuti molli.

Taglia le parti interessate usando una lama disinfettata e scarta le aree interessate.

Utilizza una soluzione antibatterica in commercio per trattare le parti sopravvissute della pianta e rinvasa in terreno fresco e pulito.

Oidio

L’oidio è un’infezione fungina che appare come un velo di fuliggine sulla superficie delle foglie e pian piano su ogni parte della pianta.

Taglia foglie e steli malati con una lama ben disinfettata e applica una soluzione fungicida sulle parti sopravvissute per almeno due settimane.

Rinvasa il tuo albero di giada sterilizzando il vaso e rinnovando il terriccio per cancellare ogni traccia dell’infezione fungina.

Steli cavi

Gli steli cavi dell’albero di giada, oltre ad essere molli, potrebbero essere il segno di uno stadio di decomposizione delle radici avanzato.

Marciume

Una condizione così prevede radici marce, causate o da innaffiature abbondanti oppure da un fungo alle radici.

Una pulizia approfondita e l’utilizzo di acqua ossigenata sulle radici per disinfettarle prima del rinvaso potrebbe salvare il tuo albero di Giada.

La pianta è vecchia

Un albero di Giada adulto ha un fusto notevole. I più grossi sono proprio quelli che spesso diventano cavi.

La pianta ha raggiunto anni considerevoli e per preservare le sue parti più giovani lascia via via andare quelle più vecchie, rinnovandosi.


Photo Credits:

Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Giuseppe Iozzi
Giuseppe Iozzi
Nato a Napoli. Psicologo, col pollice verde. Ascolto i pazienti per professione, parlo alle piante per passione.