Perché i Boccioli nuovi sull’Orchidea sono come bloccati e non si aprono

I boccioli dell’orchidea vanno osservati di tanto in tanto, soprattutto se da lungo tempo sono sullo stelo ma non si schiudono.

Comincia a valutare attraverso un’osservazione se quello stesso bocciolo è sano o meno e poi intervieni di conseguenza.

Questo è quello che faccio quando il bocciolo dell’orchidea non si schiude.

Se i boccioli sono sani

Nel constatare quanto la pianta non fiorisca pur avendo i suoi boccioli pronti per poterlo fare è opportuno innanzitutto definire se il bocciolo è sano o meno.

Non presenta colorazioni anomale rispetto agli altri, non presenta una capsula molle o rugosa e non è cadente.

In questo caso cosa manca alla pianta per poter schiudere il bocciolo?

Nell’ambiente ci sono sbalzi termici frequenti

Se tieni la tua orchidea su di un davanzale con una finestra costantemente aperta, un improvviso calo di temperature può l’orchidea, portandolo all’irrigidimento dei suoi tessuti.

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Ricorda che le orchidee non amano le correnti d’aria. Anche se la sposti, assicurati che lo spostamento avvenga in modo che la pianta possa adattarsi gradualmente.

Anche sbalzi di pochi gradi potrebbero essere cruciali per l’incolumità delle foglie.

Lo sbalzo termico ha a che fare anche con le innaffiature  e la temperatura dell’acqua: fai in modo di fornire all’orchidea acqua con temperatura tiepida, mai troppo calda o troppo fredda o le radici potrebbero risentire dello sbalzo termico.

L’umidità è troppo bassa

Può capitare che un ambiente parzialmente secco contribuisca a far restare chiusi i boccioli; lo strato che li ricopre tende a restare ben saldo, quasi incollato e questo ne impedisce l’apertura.

L’umidità è un ulteriore fattore che non solo aiuta la tua orchidea a crescere in salute ma che può aiutare i fiori a sbocciare.

Prova a nebulizzarli con uno spruzzino: in questo caso l’umidità aiuta. Assicurati però di non lasciarli gocciolanti o potresti renderli fradici.

L’hai appena acquistata

Un’orchidea presa in un vivaio ha un ambiente ideale ed è stata preparata alla fioritura.

Una volta a casa la stessa subirà un repentino cambio di ambiente, con caratteristiche immediatamente differenti rispetto a temperatura, luce e anche irrigazioni.

È possibile che questo possa bloccare la fioritura della pianta pur essendo ormai pronta ed a questo punto se il bocciolo non degenera, allora è solo una questione di tempo. La pianta si sta solo adattando prima di fiorire.

Se il bocciolo è malato

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Un bocciolo malato lo riconosci immediatamente: è molto più piccolo del solito o degli altri presenti sulla stessa pianta.

La sua consistenza potrebbe risultare molle o di una colorazione più chiara del resto del corpo della pianta ed è spesso rugosa, come se stesse per rinsecchirsi. Valuta la sua potatura così come la potatura di ogni parte che sta degenerando.

Problema di irrigazione

Le innaffiature alle nostre orchidee vanno effettuate con estrema attenzione. La cosa fondamentale è il tempismo.

Mai e poi mai dobbiamo innaffiare un’orchidea se non ha bisogno di acqua. Questo potrebbe comportar e marciume e la morte repentina della nostra pianta.

Un metodo sicuro per capire se l’orchidea ha bisogno di acqua è quello di dare un occhio alle radici attraverso il vaso trasparente.

Una radice umida ha una colorazione verde brillante, quindi non ha bisogno di acqua. Una radice asciutta e assetata ha una colorazione grigiastra quasi come se fosse avvolta in una patina.

Rispetto al come  e quanto innaffiare, questo è un argomento spinoso ma anche per questo ho imparato a lasciare che sia la pianta a decidere. In che modo? Col metodo di innaffiatura per immersione.

Il bark è esausto

Un substrato ormai esaurito, con le sue componenti grossolane in decomposizione è un campo davvero fertile per la proliferazione dei moscerini, soprattutto per il deposito delle uova e per la crescita delle larve che si nutrono proprio di questo materiale.

In questo caso altro che fioritura, il bark va sostituito se non vuoi che l’orchidea non solo non fiorisca ma degeneri in ogni sua parte.

Punta a quattro elementi essenziali che devono essere perfettamente in equilibrio tra loro mentre prepari il mix perfetto: ottimo drenaggio, ritenzione di umidità, eccellente circolazione dell’aria e lenta decomposizione dei materiali.

Mescola a 2 parti di corteccia di pino 1 parte di sfagno, 1 parte di fibra di cocco e 1 parte di lapilli.

Serviti dell’argilla espansa per riempire solo il fondo del vaso al quale avrai precedentemente fatto dei fori su ogni parte per incrementare la circolazione dell’aria.


Photo Credits:

Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Giuseppe Iozzi
Giuseppe Iozzi
Nato a Napoli. Psicologo, col pollice verde. Ascolto i pazienti per professione, parlo alle piante per passione.