Ho imparato a capire quando e come potare l’Orchidea solo osservandola e ti spiego come

Nel parlare delle potature dell’orchidea dobbiamo fare un distinguo tra le parti della pianta.

La potatura può riguardare gli steli fioriferi generalmente, ma no bisogna dimenticare che anche le foglie ed addirittura l’apparato radicale hanno bisogno di potatura.

Ti spiego come effettuo la potatura basandomi sulla semplice osservazione delle parti della pianta.

La potatura delle foglie

La potatura delle foglie potremmo definirla inusuale, se non per uno scopo ben preciso, cioè per tenere il suo apparato fogliare sano e pulito.

Le foglie vanno rimosse se malate, quindi ingiallite o con segni di compromissione, ad esempio a seguito dell’azione di parassiti.

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In questo caso faccio in modo che la pianta possa concentrare tutte le proprie risorse sulle foglie ancora sane e non disperderne la funzionalità.

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Se una foglia è completamente secca o morta posso staccarla dal colletto delicatamente, avendo cura di non danneggiare quest’ultimo.

Se la foglia in questione è troppo lunga o non ancora avvizzita posso, con cesoie ben disinfettate, tagliare la parte malata della foglia.

La potatura delle radici

Anche l’apparato radicale va potato ed anche in questo caso parliamo di una potatura di pulizia e manutenzione.

Questo lo faccio ogni volta che rinvaso la mia orchidea. Prima di riporla nel nuovo vaso e nel nuovo substrato, osservo accuratamente l’intero apparato radicale.

Con cesoie ben disinfettate poto via quelle marce, quelle raggrinzite e secche così che il marciume non possa trasformarsi in altro, infettando l’intero apparato radicale, o quelle secche non possano diventare bersaglio per eventuali parassiti.

A seguito dei tagli sono solito utilizzare della cannella, un ottimo disinfettante naturale da cospargere sui tagli naturali prima del rinvaso.

La potatura dello stelo fiorifero

Personalmente sono solito effettuare la potatura dello stelo fiorifero in due modi, entrambi validi ma con conseguenze diverse.

Dipende anche da che tipo di reazione viglio innescare nella pianta ma in primis dobbiamo sempre rispettarne la salute.

Osservo e aspetto che sia lo stelo fiorifero a dirmi dove e quando potare

La prima modalità di cui ti parlo è anche quella che preferisco e riguarda la possibilità di seguire quello che accade allo stelo dopo che è sfiorito.

Lo stelo sfiorito ad un certo punto, partendo dall’apice, comincerà ad ingiallire.

L’ingiallimento ad un certo punto si ferma senza proseguire verso il colletto dell’orchidea e quindi quello sarà il punto esatto e il momento giusto per il taglio. In questo caso poto unicamente la parte ingiallita dello stelo, lì dove finisce la parte secca e comincia quella ancora viva.

In questo modo non attuo una potatura sulla parte viva della pianta e quindi non stresso provoco alcuno stress all’orchidea. La potatura è comunque un’operazione che richiede alla pianta guarigione, vista a ferita per il taglio.

La diretta conseguenza di questa scelta sarà quella di avere steli fioriferi abbondanti, e per ogni stelo diversi fiori, ma i fiori potrebbero essere più piccoli.

La presenza di una fioritura abbondante su più steli comporta l’utilizzo di molte energie e questo potrebbe ridurre la dimensione del singolo fiore.

Taglio lo stelo immediatamente dopo che è sfiorito

La seconda modalità di taglio invece prevede di tagliare l’intero stelo in modo arbitrario appena dopo il periodo di fioritura e caduta dei fiori, aspettando almeno 20 giorni.

La prima cosa da fare è munirsi di cesoie ben affilate, ma soprattutto adeguatamente disinfettate.

Pratico il taglio contando almeno due nodi fogliari. Il taglio deve essere netto secco, senza sfilacciare lo stelo.

Taglio in obliquo così che, qualora avessi bisogno di nebulizzare per accrescere l’umidità, l’acqua possa sgrondare e non resti sul taglio, rischiando di farlo marcire e creare infezioni alla pianta intera.

In questo modo, i nuovi steli saranno ridotti ma i fiori decisamente naturali e più grandi. Dovendo nutrire una fioritura ridotta, l’orchidea sarà in grado di promuovere la nascita di fiori belli grossi.

Inoltre, se l’orchidea riceve luce da un solo lato e quindi la vegetazione si sbilancia verso la luce, non c’è pericolo che lo stelo si spezzi o che il vaso si capovolga.

Potrai dirigere e condizionare la crescita dello stelo legandolo ad un piccolo paletto conficcato nel substrato.


Photo Credits:

Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Giuseppe Iozzi
Giuseppe Iozzi
Nato a Napoli. Psicologo, col pollice verde. Ascolto i pazienti per professione, parlo alle piante per passione.