Quando separare il keiki dalla Orchidea madre senza danneggiarla

Separare un keiki dalla pianta madre è uno dei momenti più delicati e affascinanti nella cura di un’orchidea. Questo piccolo germoglio, che cresce direttamente dallo stelo o dalla base, rappresenta una nuova vita pronta a sbocciare.

Ma capire quando e come staccarlo è fondamentale per non danneggiare né il keiki né la pianta che lo ha generato. Se fatto nel momento sbagliato o con le modalità errate, si rischia di interrompere la crescita o di causare ferite difficili da rimarginare.

È per questo che ogni passaggio va affrontato con pazienza e consapevolezza, seguendo i tempi della natura e non quelli dell’impazienza di chi coltiva.

Come capire quando il keiki è pronto

Il primo segnale che il keiki è pronto per essere separato è la formazione di un apparato radicale completo. In genere, il momento giusto arriva quando le radici hanno raggiunto almeno 5-6 centimetri di lunghezza e appaiono sode, di colore argenteo con punte verdi. Queste radici devono essere abbastanza forti da poter sostenere la nuova piantina una volta separata.

Anche le foglie giocano un ruolo importante: se il keiki ha sviluppato due o più foglie ben formate, è un buon segno che ha iniziato a essere autonomo. Separarlo prima significherebbe interrompere il legame vitale con la pianta madre, da cui riceve ancora nutrimento e sostanze di crescita. Il periodo ideale per farlo è durante il cambio di stagione, tra fine primavera e inizio autunno, quando le orchidee sono più attive e la radicazione procede più facilmente.

Preparare gli strumenti e la pianta

Prima di procedere alla separazione, è essenziale preparare l’ambiente e gli strumenti. Si deve usare una forbicina o una lama ben affilata e sterilizzata, magari passata sulla fiamma o pulita con alcol. Questo eviterà infezioni o contaminazioni che potrebbero compromettere la salute della pianta.

L’orchidea madre deve essere ben idratata: conviene innaffiarla il giorno prima, così che i tessuti siano elastici e meno soggetti a rotture. Se il keiki si trova su uno stelo, è importante individuare il punto esatto di taglio, che deve essere effettuato circa un centimetro sotto la base del keiki, per non rischiare di ferire la pianta madre.

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Come staccare il keiki senza danni

Il momento del distacco deve essere delicato ma deciso. Si afferra il keiki alla base, sostenendolo con una mano, e con l’altra si pratica un taglio netto sotto il punto di attacco. È importante non tirare e non ruotare: lo strappo potrebbe lacerare le radici ancora giovani.

Una volta separato, il keiki va lasciato asciugare per qualche ora in un luogo ombreggiato e ventilato, in modo che la ferita si cicatrizzi naturalmente. In questo intervallo è possibile anche spolverare leggermente la base con cannella in polvere, un rimedio naturale dalle proprietà disinfettanti che previene marciumi e funghi.

Il nuovo vaso e il primo rinvaso

Per la nuova piantina, occorre un vaso piccolo e trasparente, come quelli tipici delle Phalaenopsis. Il substrato deve essere specifico per orchidee, composto da corteccia di pino, perlite e un po’ di sfagno, così da mantenere umidità senza trattenere troppa acqua.

Si adagia il keiki nel vaso, avendo cura che le radici si appoggino naturalmente e non restino piegate. È importante non interrarle completamente: come per le orchidee adulte, devono respirare. Dopo il rinvaso, si attende almeno tre o quattro giorni prima di annaffiare, in modo da consentire la completa cicatrizzazione delle radici.

Dopo la separazione

Nelle settimane successive, il keiki ha bisogno di luce diffusa, mai diretta, e di un ambiente umido ma non bagnato. È utile posizionare il vaso vicino a una finestra luminosa e, se l’aria è secca, vaporizzare delicatamente un po’ d’acqua intorno, senza bagnare troppo le radici.

Durante questo periodo di adattamento, la pianta può mostrare una crescita lenta: è del tutto normale. Sta imparando a vivere senza il sostegno della madre. Dopo circa un mese, si possono iniziare piccole concimazioni leggere, con prodotti specifici per orchidee diluiti in acqua, per aiutarla a svilupparsi.


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Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Gianluca Grimaldi
Gianluca Grimaldi
Da sempre sono appassionato di fiori e piante, di giardinaggio e di tutto quello che è "verde". Credo che la parola "ecologia" sia sinonimo della parola "futuro".