Quando portare in casa le dipladenie ed evitare il freddo forte?

In autunno la Dipladenia, con i suoi fiori lucidi e le foglie carnose, sembra ancora in splendida forma e riesce a fiorire anche in autunno. È ingannevole, perché anche se le giornate restano miti, la pianta sente prima di noi che la stagione sta cambiando. Inizia a rallentare, chiude la crescita e prepara le radici al riposo.

Ed è proprio in questo momento — tra metà e fine ottobre — che bisogna decidere quando portarla al riparo, prima che il freddo le faccia male.

La Dipladenia è una pianta tropicale abituata a notti calde e aria stabile. Il suo limite è intorno ai 10 °C: sotto questa soglia le radici smettono di funzionare, le foglie si macchiano e i bocci si fermano. Purtroppo le prossime settimane, con il tempo instabile previsto in gran parte d’Italia, mettono a rischio chi ancora la lascia all’aperto.

Nord Italia

Nel Nord Italia, l’autunno è già avanti. Le notti scendono spesso sotto i 12 °C, e con il maltempo annunciato, l’umidità notturna può far danni anche prima del gelo. In queste zone la Dipladenia dovrebbe essere già spostata in una posizione protetta: una veranda chiusa, un portico coperto o dietro una finestra luminosa.

Chi la tiene su balconi esposti a nord o ovest, dove il vento porta pioggia fredda, rischia di trovarsi in pochi giorni con foglie molli e ingiallite. Il problema non è solo la temperatura, ma l’umidità combinata al calo termico: l’acqua ristagna, il terriccio resta bagnato più a lungo e la pianta, che ormai beve poco, si trova a marcire lentamente.

Centro Italia

Nel Centro Italia la situazione è più sfumata, ma la regola resta la stessa: osservare le notti. Se le minime scendono sotto i 13–14 °C e il cielo resta coperto per più giorni, è il segnale che la pianta va avvicinata alla casa. In terrazza può ancora resistere qualche settimana, ma solo se protetta da pareti e se il vaso è sollevato da terra, così le radici non restano fredde. Una buona soluzione è spostarla in un punto riparato e luminoso, magari sotto una tettoia o vicino a una finestra esposta a sud-est. Basta un improvviso colpo di tramontana o una notte serena con minima di 8 °C per perdere buona parte del fogliame.

Sud e Isole

Nel Sud e sulle isole, dove il clima resta più mite, la Dipladenia può ancora godersi l’aria aperta fino a metà novembre. Tuttavia, il tempo instabile in arrivo — piogge e venti di scirocco seguiti da cali improvvisi — può comunque stressarla. Qui il rischio non è tanto il gelo quanto l’alternanza caldo-freddo: il substrato bagnato sotto il sole del giorno si trasforma in una trappola la notte, quando la temperatura cala di colpo. Il consiglio è ridurre le annaffiature e spostare la pianta in una zona riparata dal vento, meglio se contro un muro o vicino ad altre piante che creano un microclima più caldo.

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La Dipladenia, quando è ancora in fioritura, reagisce male agli sbalzi termici. I boccioli si seccano prima di aprirsi, i petali perdono tono e le foglie nuove restano piccole. È il modo con cui la pianta ti fa capire che ha freddo. Anche se ti dispiace spostarla, conviene anticipare di qualche giorno piuttosto che aspettare la prima notte sotto i dieci gradi. Quando la temperatura resta stabilmente sui 15 °C di giorno e 10 °C di notte, è il momento di portarla dentro.

Dentro casa, la Dipladenia non deve stare vicino ai termosifoni né in stanze troppo buie. La posizione ideale è luminosa e fresca, con temperatura stabile intorno ai 18 °C. Se hai una veranda chiusa o una scala luminosa, è il luogo perfetto: la pianta continuerà lentamente la sua fotosintesi senza stress. Prima di spostarla, controlla che il terriccio sia appena umido, mai fradicio, e pulisci le foglie da eventuali insetti: l’ambiente interno favorisce cocciniglie e afidi se trovano già rifugio sotto le lamine.

Per chi vive al nord, questi giorni di metà ottobre sono l’ultima finestra utile: i temporali previsti e l’aria più fredda che seguirà porteranno minime vicine ai 7–8 °C, e la Dipladenia non perdona. Nel centro-sud si può ancora aspettare una settimana, ma tenendo d’occhio le previsioni.

Il segreto è non farsi sorprendere: portarla dentro quando ancora sta bene significa farle vivere l’inverno in salute, pronta a ripartire in primavera con nuove foglie e bocci vigorosi. Chi invece la lascia fuori troppo a lungo si ritrova con una pianta stanca, spesso mezza spoglia e lenta a riprendersi.


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Gianluca Grimaldi
Gianluca Grimaldi
Da sempre sono appassionato di fiori e piante, di giardinaggio e di tutto quello che è "verde". Credo che la parola "ecologia" sia sinonimo della parola "futuro".