Chi coltiva un ciclamino in casa o sul balcone vuole mantenerlo bello a lungo. Dopo qualche settimana di fiori splendidi, può capitare che le foglie inizino a ingiallire, i piccioli si affloscino e il terriccio resti sempre umido in superficie ma secco dentro.
È il segno che la pianta sta soffocando per un’irrigazione sbagliata, quasi sempre data dall’alto. L’acqua, fermandosi sul colletto, penetra male e spesso si accumula dove non dovrebbe, cioè intorno al tubero, provocando marciumi. Il rimedio esiste, è semplice e preciso, e si chiama acqua dal basso: una tecnica di irrigazione che imita il modo naturale con cui le radici assorbono l’umidità dal terreno.
È il metodo che può salvare un ciclamino in crisi e mantenerlo vigoroso, con foglie compatte e fioriture continue per tutto l’inverno.
COSA SCOPRIRAI
Perché funziona
Il ciclamino non ama l’acqua che scende dall’alto. Ogni volta che bagni il vaso come una comune pianta da interno, rischi di far ristagnare l’umidità nel punto più pericoloso: il colletto, cioè la base del tubero da cui partono foglie e fiori. Quella zona deve restare sempre asciutta. L’irrigazione dal basso, invece, permette all’acqua di risalire per capillarità: il terriccio assorbe solo la quantità necessaria e le radici decidono quanto bere. Il risultato è un’umidità equilibrata, un terriccio ben ossigenato e zero rischio di marciume.
Come prepararsi prima di iniziare
Prima di tutto serve un sottovaso profondo o una piccola bacinella. L’acqua deve essere a temperatura ambiente, mai fredda, e meglio se non troppo calcarea: lasciala riposare un po’ o usa acqua filtrata. Il momento ideale per irrigare è la mattina, quando la pianta è attiva e può asciugarsi lentamente nel corso della giornata. Se la stanza è fredda o poco ventilata, evita la sera: il tubero bagnato in un ambiente umido e freddo è il modo più rapido per farlo marcire.
Come si fa, passo dopo passo
Metti il vaso del ciclamino dentro il sottovaso e versa acqua fino a coprire circa un terzo dell’altezza del contenitore. Non superare questo livello: il segreto sta nell’assorbimento lento. Lascialo così per 10–20 minuti, senza toccarlo. In questo tempo il terriccio si inumidirà in modo uniforme dal basso verso l’alto. Se il terreno era molto secco, la prima volta ci vorrà qualche minuto in più, ma non aggiungere altra acqua: il processo funziona da solo.
Quando noti che la parte superiore del terriccio è leggermente umida al tatto o che il vaso è diventato più pesante, scola l’acqua residua. Lascia il vaso a sgocciolare per cinque minuti, poi rimettici il sottovaso asciutto. Il punto chiave è questo: mai lasciare acqua stagnante sotto. Quello che la pianta non ha assorbito non le serve.
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Se lo fai per la prima volta
La prima irrigazione dal basso è un test: ti serve per capire quanto il tuo ciclamino “beve”. Segui il tempo con attenzione e tocca il terriccio: deve risultare fresco ma non bagnato in superficie. Se dopo mezz’ora è ancora asciutto, ripeti il bagno per altri cinque minuti. Se invece dopo un’ora il vaso è ancora pesante e freddo, la prossima volta riduci i tempi: hai saturato troppo. Dopo un paio di tentativi, troverai il ritmo perfetto per il tuo ambiente, che varia a seconda della temperatura della stanza e della grandezza del vaso.
Quando farlo e ogni quanto
Non esiste un calendario fisso: è la pianta che ti dice quando ha bisogno d’acqua. In un ambiente fresco e luminoso, il ciclamino va bagnato ogni 4–6 giorni; se la casa è calda o asciutta, anche ogni 3. Controlla il peso del vaso: se è leggero e le foglie cominciano a perdere tono, è il momento giusto.
Il terriccio deve asciugarsi in superficie prima della nuova irrigazione. Un errore comune è bagnare “per abitudine” quando la pianta non ne ha bisogno: questo, unito al calore dei termosifoni, porta rapidamente al collasso del tubero.
Il trucco dell’acqua dal basso è efficace solo se rispetti due condizioni: mai acqua fredda e mai colletto bagnato. L’acqua troppo fredda blocca le radici, soprattutto se la pianta vive in casa; meglio acqua tiepida, intorno ai 20 °C. Il colletto, invece, deve restare sempre asciutto e ben ventilato: dopo ogni irrigazione controlla che non si siano formate goccioline tra le foglie interne, perché sono il punto in cui iniziano le muffe.
Altro errore comune è irrigare in ambienti caldi con poca luce: il ciclamino consuma meno acqua e quella che rimane nel vaso non evapora, creando ristagni. Meglio una stanza luminosa e fresca, lontano da termosifoni e correnti dirette.
Dopo due o tre irrigazioni corrette, noterai la differenza. Le foglie restano tese e lucide, i fiori si aprono completamente e durano di più, il terriccio non emana più quell’odore di umido tipico dei vasi troppo bagnati. Se invece i piccioli continuano a piegarsi, vuol dire che hai esagerato con i tempi d’immersione o che il vaso resta troppo tempo umido: accorcia il bagno e aspetta di più tra un’irrigazione e l’altra.
Una volta che il metodo è stabilizzato, non cambiarlo. L’errore più frequente è alternare bagni dal basso e irrigazioni dall’alto, confondendo la pianta e il terreno. Meglio mantenere la stessa abitudine per tutta la stagione. Puoi aggiungere, ogni tre o quattro irrigazioni, una dose molto leggera di concime per piante fiorite direttamente nell’acqua del sottovaso: il nutrimento salirà lentamente insieme all’umidità, senza toccare il colletto.