Le orchidee sono sempre belle ma va capito se vanno all’interno o all’esterno

Molti amanti delle piante, soprattutto chi si lascia conquistare dalle orchidee fiorite nei garden center, non sanno che non tutte possono vivere in casa.

Alcune varietà, come le delicate Phalaenopsis, sono nate per ambienti riparati e costanti; altre, invece, come le Cymbidium o le Bletilla, amano l’aria aperta e hanno bisogno del freddo notturno per rifiorire.

Saper distinguere le orchidee da interno da quelle da esterno non è solo una curiosità botanica, ma la chiave per mantenerle sane e longeve.

Capire da dove vengono, come reagiscono al clima e come “parlano” attraverso le loro foglie è il primo passo per prendersene cura davvero.

Le orchidee da interno

Le orchidee da interno provengono per lo più dalle foreste tropicali asiatiche, dove vivono aggrappate ai tronchi, sospese tra luce filtrata e umidità costante. È per questo che amano temperature miti e una luce mai diretta.

La più comune è la Phalaenopsis, quella dai grandi petali simmetrici e carnosi a forma di farfalla che trovi praticamente in ogni casa. È una pianta che vive bene tra i 18 e i 24 gradi e che teme sia il freddo che gli sbalzi di temperatura. Le sue radici aeree, argentate, rivelano molto: se sono turgide e verdi dopo l’annaffiatura, significa che l’ambiente le piace. Se invece diventano secche o marroni, vuol dire che l’aria è troppo asciutta o il vaso troppo compatto.

Un’altra orchidea da interno molto apprezzata è la Vanda, con i suoi fiori grandi e a grappolo, che crescono spesso in cestini sospesi, senza terriccio. A differenza della Phalaenopsis, la Vanda ha bisogno di più luce e di spruzzature frequenti, ma sempre a temperatura ambiente.

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orchidea cypripedium scarpetta di venere

Anche la Paphiopedilum, detta “scarpetta di Venere”, vive perfettamente in casa: le sue foglie striate e i fiori cerosi resistono per settimane. È un’orchidea “di terra”, che cresce in substrati umidi ma ben drenati, perfetta per ambienti non troppo caldi, come una stanza luminosa ma senza sole diretto.

Tutte queste varietà hanno in comune un elemento chiave: amano la stabilità. Non gradiscono correnti d’aria, riscaldamento diretto, né l’escursione termica tipica dell’esterno. Le loro foglie restano di un verde lucido e regolare, indice di una temperatura costante e di una luce filtrata, proprio come sotto il baldacchino di una foresta tropicale.

Le orchidee da esterno

All’opposto, ci sono le orchidee che amano stare all’aperto, anche quando le temperature scendono. Sono specie abituate ai climi temperati o di montagna, che hanno bisogno del freddo notturno per stimolare la fioritura.

orchidea cymbidium

La regina tra queste è la Cymbidium, un’orchidea dal portamento elegante e dalle foglie lunghe e nastriformi. In estate e in autunno cresce meglio se tenuta in giardino o sul balcone, dove riceve aria e luce abbondante. È proprio l’escursione termica tra giorno e notte — quella che noi temiamo per le orchidee tropicali — che in questo caso serve a “svegliare” la pianta e a farle produrre nuovi steli fiorali.

Altre varietà da esterno sono le Bletilla striata, chiamate anche “orchidee giapponesi”. Queste, a differenza delle Phalaenopsis, vivono in terra piena, nei giardini o nelle aiuole, e resistono anche a brevi gelate. Fioriscono in primavera con corolle color malva o bianco e foglie sottili, simili a spade verdi che emergono dal terreno. Sono piante rustiche, che riposano in inverno per poi rispuntare a marzo con nuova energia.

orchidea-dendrobium

Anche la Dendrobium nobile si comporta bene all’esterno nelle regioni più miti. A differenza della Phalaenopsis, questa orchidea ama una pausa fredda: in autunno, quando le temperature scendono sotto i 15 gradi, smette di crescere e si prepara a una spettacolare fioritura invernale. Le sue foglie più spesse e il fusto robusto sono segnali chiari che appartiene a una famiglia più resistente.

Come capire a colpo d’occhio la differenza

Un modo semplice per distinguere un’orchidea da interno da una da esterno è osservare le foglie e gli pseudobulbi. Quelle da interno, come la Phalaenopsis, hanno foglie grandi, carnose e flessibili: trattengono umidità, ma non sopportano temperature basse. Quelle da esterno, come la Cymbidium, hanno foglie più rigide e strette, spesso più numerose, e possono resistere anche a notti fresche. Gli pseudobulbi, quelle piccole riserve alla base delle foglie, sono il segreto delle orchidee “da fuori”: immagazzinano acqua e nutrienti per sopravvivere ai periodi di freddo o siccità.

In generale, se l’orchidea ha un aspetto “delicato”, con foglie morbide e radici spesse, probabilmente è una specie da interno. Se invece è più “strutturata”, con foglie sottili e consistenti e steli più rigidi, si tratta quasi certamente di una varietà che ama l’esterno.


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Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Giulia F.
Giulia F.
Quando non sto digitando al computer, probabilmente mi troverete nel mio giardino personale, intenta a parlare con le mie piante—sì, è una cosa vera, aiuta la crescita! Mi sono innamorata del giardinaggio fin da piccola, grazie a mia nonna che mi ha trasmesso l'amore per la terra e le mani sporche di fango. Sì, sono quel tipo di persona che sente il bisogno di toccare le piante quando passeggia in un vivaio o in un giardino pubblico. Non posso farci niente, è più forte di me!