I settembrini, conosciuti anche come astri autunnali, sono tra le piante più amate di questa stagione. Con i loro fiori vivaci che vanno dal viola al rosa, fino al bianco e al blu, portano colore e vitalità nei giardini proprio quando molte altre specie iniziano a sfiorire.
Tuttavia, per ottenere una fioritura abbondante e duratura, non basta il sole o un buon terreno: serve soprattutto innaffiare nel modo giusto.
Molti credono che, essendo piante rustiche, i settembrini possano cavarsela da soli, ma non è così. La loro fioritura intensa richiede un apporto d’acqua costante e ragionato.
Capire quando, quanto e come innaffiare può fare la differenza tra una pianta che si riempie di boccioli e una che si ferma a metà stagione.
COSA SCOPRIRAI
Quando innaffiare i settembrini
Il momento migliore per innaffiare i settembrini è al mattino presto o nel tardo pomeriggio, quando il sole non è più forte. Innaffiare nelle ore centrali della giornata può causare uno shock termico alle radici, specialmente se l’acqua è fredda e il terreno ancora caldo. In autunno, le temperature iniziano a scendere, ma le giornate soleggiate possono comunque seccare velocemente il terriccio, soprattutto se le piante sono in vaso.
Un buon metodo per capire quando è il momento giusto di annaffiare è osservare la parte superiore del terreno: se appare asciutta e leggermente spaccata, è ora di intervenire. Ma se è ancora umida al tatto, meglio aspettare. I settembrini, infatti, soffrono più per l’eccesso d’acqua che per una breve carenza.
Durante il pieno della fioritura – tra fine settembre e ottobre – la pianta consuma molta energia, e quindi anche più acqua. In questo periodo, le innaffiature devono essere regolari e più abbondanti, ma mai esagerate: il terreno va mantenuto umido, non zuppo.
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Quanta acqua usare e come distribuirla
Un errore comune è bagnare solo la superficie del terreno: così l’acqua non raggiunge le radici più profonde e la pianta resta “assetata”. I settembrini hanno un apparato radicale piuttosto fitto e superficiale, quindi è importante innaffiare lentamente e in profondità, lasciando che l’acqua penetri bene nel terreno.
In vaso, è meglio usare un annaffiatoio con beccuccio sottile o un sistema di irrigazione a goccia, per evitare ristagni e sprechi. In piena terra, invece, l’acqua va versata alla base, senza bagnare le foglie o i fiori, perché l’umidità prolungata sulle parti aeree può favorire malattie fungine, come l’oidio o la ruggine.
La quantità esatta dipende dal clima: in giornate calde e ventose, servirà più acqua; quando le temperature scendono sotto i 15°C, la pianta rallenta il metabolismo e richiede meno idratazione.
Additivi da aggiungere
Per sostenere la fioritura, si può aggiungere all’acqua un pizzico di concime liquido per piante fiorite, ricco di potassio e fosforo. Questi due elementi aiutano la formazione dei boccioli e ne prolungano la durata. Tuttavia, è importante non esagerare: basta diluirlo bene (più del solito) e usarlo una volta ogni due settimane.
Un rimedio naturale molto apprezzato dai giardinieri esperti è l’acqua di cottura delle verdure, purché non salata. Contiene minerali leggeri che rinforzano il terreno e migliorano la struttura delle radici. Anche una piccola quantità di fondi di caffè diluiti in acqua può essere utile per fornire microelementi e mantenere un pH leggermente acido, che i settembrini gradiscono.
Quando non innaffiare
Ci sono momenti in cui è meglio evitare di innaffiare, anche se il terreno appare asciutto in superficie. Dopo una pioggia abbondante, ad esempio, le radici possono essere ancora umide anche se la parte superiore del suolo sembra secca. In questi casi, conviene infilare un dito nel terreno per verificare se sotto è ancora bagnato.
Un’altra situazione da evitare è l’irrigazione serale con aria molto umida o temperature basse. L’acqua stagnante combinata all’umidità notturna può causare marciumi radicali, che si manifestano con foglie molli e scolorite.
Infine, non bisogna mai innaffiare quando la pianta mostra segni di malattie fungine: il terreno va lasciato asciugare per ridurre la proliferazione dei patogeni.