Tutti gli errori che commettevo con l’Orchidea nel suo periodo di risveglio dal riposo vegetativo

Sarò sincero: inizialmente odiavo l’Orchidea! Pur riconoscendone l’indiscutibile bellezza, infatti, non riuscivo a sopportare la sua estrema fragilità.

Certo, col tempo, devo ammettere che le mie idee sono radicalmente cambiate: dopo aver imparato a prendermene cura in modo corretto, ho iniziato a sentirmi più sicuro nella coltivazione di questa pianta.

I principali errori li commettevo con l’orchidea nel suo periodo di risveglio dal riposo vegetativo.

Iniziavo subito la concimazione

Uno di quelli che poi ho scoperto essere un vero e proprio errore è stato quello di anticipare eccessivamente l’inizio della concimazione di questa pianta.

L’orchidea, infatti, andrebbe conciata quando inizia a uscire dal riposo vegetativo, ma non bisogna affrettare troppo i tempi! Importante, infatti, è anche attendere che le temperature si assestino intorno a una media abbastanza mite.

Solo a quel punto si può iniziare a concimare la pianta utilizzando un prodotto specifico o un concime fai da te, purché ricco di azoto, fosforo e potassio.

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Innaffiavo troppo

Ti sembrerà strano ma quello che ti ho appena raccontato non è l’errore più grave che commettevo! Il principale errore, infatti, era quello di innaffiare eccessivamente la pianta.

Con il risveglio vegetativo, infatti, credevo che l’orchidea avesse un immediato bisogno di maggiori quantità d’acqua: beh, mi sbagliavo enormemente!

Le quantità d’acqua da utilizzare per innaffiare l’orchidea devono essere certamente maggiori di quanto accadeva in fase di riposo vegetativo, ma sempre in base al progressivo aumentare delle temperature: è importante che a marzo non diamo la stessa quantità d’acqua che va somministrata ad agosto!

Nel mio caso, l’eccessiva irrigazione stava portando addirittura alla marcescenza delle radici: importante, quindi, è sempre aumentare le innaffiature con una buona dose di misura e moderazione.

Col tempo, ho imparato anche a innaffiare per immersione, ossia tenendo il vaso in una bacinella con dell’acqua per alcuni minuti, lasciando poi defluire l’acqua in eccesso.

In questo video puoi trovare qualche consiglio in più su una corretta innaffiatura:

La tenevo in un luogo poco luminoso

Veniamo a un altro errore che commettevo con estrema inconsapevolezza!

Nel periodo di risveglio vegetativo, più che in ogni altro, l’orchidea ha bisogno di una buona dose di luce per uscire propriamente dal suo sonno: per questo, va tenuta in un luogo abbastanza luminoso.

Ovviamente non bisogna esagerare. Nel mio caso, ho imparato a mettere l’orchidea sul davanzale della finestra del bagno: il vetro di questa finestra, essendo opacizzato, permette infatti un buon passaggio dei raggi solari evitando che questi colpiscano troppo violentemente le foglie e i primi boccioli di questa pianta.

Non usavo un supporto per lo stelo

Nella fase di risveglio vegetativo se lo stelo floreale non è ancora spuntato nel corso delle settimane precedenti, dovrebbe iniziare a crescere proprio in questi giorni.

Il vivaista mi ha, però, consigliato di utilizzare un supporto per lo stelo, magari in legno, che messo nel terreno possa guidare la crescita dello stesso e aiutarlo nel sopportare il peso dei nuovi boccioli.

Ci ho messo un po’ per trovare quello giusto e capire bene come posizionarlo nel terriccio in modo da mantenerlo sempre parallelo allo stelo stesso facendo sì che questo cresca dritto e non eccessivamente curvo.


Photo Credits:

Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Gianluca Grimaldi
Gianluca Grimaldi
Da sempre sono appassionato di fiori e piante, di giardinaggio e di tutto quello che è "verde". Credo che la parola "ecologia" sia sinonimo della parola "futuro".