Il pothos, conosciuto scientificamente come Epipremnum aureum, è una delle piante d’appartamento più diffuse e amate, simbolo di semplicità e resistenza.
Ma dietro il suo aspetto comune si cela una straordinaria capacità di adattamento che lo rende una vera meraviglia botanica: l’eterofillia.
Questo termine indica la capacità di una pianta di modificare la forma delle proprie foglie in base all’ambiente o alla fase di sviluppo.
Nel caso del Pothos, l’eterofillia è talmente evidente da far sembrare che la pianta possa trasformarsi in un’altra specie: foglie piccole e intere quando cresce pendente, grandi e lobate quando si arrampica.
Ma vediamo insieme nel dettaglio cosa intendiamo per pianta camaleonte quando parliamo del pothos.
COSA SCOPRIRAI
Se cresce sospeso
Quando il pothos vive sospeso, come spesso accade nei vasi appesi o sulle mensole domestiche, resta in una fase giovanile.
Le sue foglie, cuoriformi e sottili, mantengono un aspetto uniforme e compatto. In questa condizione, la pianta riceve una luce più attenuata e non trova un sostegno su cui arrampicarsi, perciò il suo sviluppo rimane “immobile”, concentrato nella produzione di tralci flessibili e nella propagazione vegetativa.
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È un adattamento strategico: in natura, questo comportamento permette al pothos di sopravvivere nel sottobosco, dove la luce è scarsa e la priorità è mantenere la vitalità in attesa di un supporto che lo conduca verso l’alto.
La metamorfosi della crescita verticale
Quando il pothos trova un appiglio, il suo comportamento cambia radicalmente. Le radici aeree si aggrappano al supporto e la pianta comincia a crescere verso la luce.
È in questo momento che avviene la metamorfosi: le foglie diventano più grandi, carnose, con margini lobati o addirittura perforati.
La forma adulta emerge in risposta a nuovi stimoli ambientali: più luce, maggiore umidità e contatto fisico con la superficie di crescita.
Questi segnali attivano processi ormonali, in particolare un aumento della produzione di auxine, che regolano la crescita verticale e la differenziazione dei tessuti.
Il pothos, da semplice pianta pendente, si trasforma in un vero rampicante tropicale capace di scalare tronchi e muri con eleganza.
L’eterofillia come strategia di sopravvivenza
Il fenomeno dell’eterofillia nel pothos non è solo un curioso effetto estetico, ma una precisa strategia di adattamento. Nelle foreste tropicali da cui proviene, la pianta inizia la sua vita al buio, nel sottobosco, dove le foglie intere e sottili sono perfette per catturare la poca luce disponibile.
Man mano che si arrampica e raggiunge le zone più luminose, le foglie cambiano forma per aumentare la superficie fotosintetica, migliorare la traspirazione e resistere meglio al calore e all’irraggiamento solare.
È un’evoluzione continua, un dialogo costante tra la pianta e l’ambiente che la circonda.
La variegatura come strategia
La magia delle foglie variegate del pothos, con le loro sfumature di verde, giallo e crema, è dovuta a un equilibrio delicato tra presenza e assenza di un pigmento fondamentale: la clorofilla.
Questo pigmento verde è il cuore del processo fotosintetico, quello che permette alla pianta di assorbire la luce e trasformarla in energia per la crescita.
Ogni zona della foglia che appare verde è ricca di clorofilla, mentre le aree più chiare o gialle ne sono povere o del tutto prive.
La quantità di clorofilla presente determina quindi il grado di variegatura della pianta. Si tratta di un vero e proprio meccanismo di adattamento che il pothos mette in atto per regolare la sua capacità di fotosintesi in base alla luce disponibile.
In ambienti poco luminosi, come spesso accade nelle nostre case, il pothos tende a produrre foglie quasi completamente verdi. È una strategia di sopravvivenza: la pianta capisce che la luce è scarsa e quindi amplia la parte verde delle foglie per catturarne il più possibile.
Aumentando la superficie fotosintetica, riesce a garantire la produzione di energia necessaria alla crescita anche in condizioni difficili.
Al contrario, quando cresce in un ambiente ben illuminato, non ha bisogno di tanto pigmento per produrre la stessa quantità di energia.
Così, la pianta può permettersi di ridurre la superficie verde e di esibire foglie più variegate, con ampie zone chiare. Le macchie gialle o crema diventano più evidenti, e il pothos assume quell’aspetto decorativo e luminoso che tanto piace agli appassionati di piante da interni.
