Se vedi queste palline delle rose puoi raccoglierle e far crescere nuove piante da zero

Ogni anno, quando arriva questo periodo, mi ritrovo a passeggiare tra i miei rosai alla ricerca dei cinorrodi ben maturi, quelli dal colore rosso aranciato che si staccano quasi da soli.

È il momento perfetto per iniziare il viaggio che porta da un semplice frutto a una nuova piantina di rosa. Mi piace sempre ricordare quanto sia affascinante questo passaggio: dentro quei piccoli frutti ci sono i semi che daranno vita a qualcosa di completamente nuovo, spesso diverso dalla pianta madre.

Quando raccolgo i cinorrodi, scelgo sempre quelli più pieni e consistenti, ed evito quelli raggrinziti perché spesso contengono semi poco vitali. Appena tornata a casa, li conservo su un vassoio per qualche ora, così da lasciar evaporare l’umidità esterna.

Estrazione e preparazione dei semi

Una volta pronti, apro i cinorrodi con un coltellino e scopro i loro semi dorati e leggermente ruvidi. Li separo dalla polpa, poi li sciacquo con acqua tiepida e un pizzico di bicarbonato, così da eliminare eventuali residui appiccicosi.

Ho imparato che questa fase è essenziale: più i semi sono puliti, meno rischiano di sviluppare muffe nei passaggi successivi. Dopo il risciacquo, li lascio asciugare per qualche ora su un foglio di carta assorbente.

A volte, quando voglio essere particolarmente scrupolosa, effettuo anche una breve disinfezione con acqua ossigenata diluita, utile per prevenire funghi e batteri.

Solo quando sono perfettamente asciutti li preparo per la parte che considero la più “delicata”: la stratificazione.

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Stratificazione e tempi di attesa

La stratificazione è quel passaggio che simula l’inverno e spinge i semi a “svegliarsi” al momento giusto. Io preparo un sacchettino ermetico con della torba leggermente umida o con un mix di perlite e sabbia, entrambi ottimi per mantenere la giusta umidità senza far marcire i semi. Inserisco i semi e con un gesto semplice chiudo il sacchettino, cercando di eliminare l’aria in eccesso.

Poi lo ripongo nel frigorifero, nella parte meno fredda, dove resterà per circa due mesi. Durante questo periodo controllo spesso l’umidità: se vedo che il substrato si è asciugato, nebulizzo un po’ d’acqua; se noto condensa eccessiva, apro leggermente il sacchetto per far uscire l’umidità in più.

Questo tempo di attesa è fondamentale. Ogni volta mi sorprende quanta pazienza richieda la natura, ma quanto poi sappia ricompensare.

Semina e prime cure

Passato il periodo di stratificazione, arriva finalmente il momento della semina. Preparo dei piccoli vasetti con un terriccio leggero e ben drenante; spesso uso una miscela di terriccio universale e sabbia per favorire la crescita delle radichette. Dispongo i semi sulla superficie e li copro con uno strato sottile di terriccio, non più alto di mezzo centimetro.

Nebulizzo con delicatezza l’acqua, evitando assolutamente di esagerare perché l’umidità stagnante è la principale nemica della germinazione. Poso i vasetti in una zona luminosa ma non esposta al sole diretto e li copro con un piccolo coperchio trasparente o una pellicola forata che aiuti a creare un microclima stabile. Ogni giorno controllo l’umidità e apro il coperchio per far circolare un po’ d’aria, un gesto semplice che riduce moltissimo il rischio di muffe.

Crescita delle piantine di rose

Quando le prime piantine di rosa spuntano, per me è sempre una piccola emozione. Le osservo crescere piano piano, prima con le foglioline cotiledonari e poi con quelle vere che iniziano a dare forma alla futura rosa.

A questo punto tolgo il coperchio e sposto i vasetti in una zona molto luminosa, perché la luce è davvero fondamentale per ottenere piantine robuste. Continuo ad annaffiare con moderazione, sempre con la nebulizzazione, finché le piantine non raggiungono una dimensione tale da poter essere maneggiate.

Solo allora procedo al trapianto, spostandole in vasetti leggermente più grandi. Questo è il momento in cui le vedo diventare più sicure, come se si rendessero conto di essere entrate nella loro vera crescita.

Col tempo, con tanta cura e un po’ di dedizione quotidiana, le nuove roselline iniziano a consolidarsi e diventano pronte per la loro vita in giardino.


Photo Credits:

Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Gianluca Grimaldi
Gianluca Grimaldi
Da sempre sono appassionato di fiori e piante, di giardinaggio e di tutto quello che è "verde". Credo che la parola "ecologia" sia sinonimo della parola "futuro".