Se noti filamenti setosi sul bulbo del Ciclamino intervieni contro la Duponchelia

Le piante ornamentali tra cui i ciclamini tremano dinanzi all’azione della Duponchelia fovealis, poiché nessuna parte della pianta è al sicuro.

Si tratta di un parassita difficile da debellare, di cui bisogna conoscere aspetto ed i relativi danni per agire in tempo.

Vediamo insieme in che modo riconoscere il parassita e come trattare un ciclamino colpito.

Come riconoscere il parassita

La falena ha ali anteriori grigio-brune con una linea ondulata bianca, ali posteriori marrone chiaro e testa e petto grigio-marroni. Ciò che colpisce della falena Duponchelia è che l’addome è piegato verso l’alto ad angolo.

Le larve hanno una testa nera lucida e un corpo simile al marrone chiaro ricoperto da molte macchie scure. Le larve schiuse si nutrono di materiale vegetale.

Come agisce

Nelle colture giovani, le larve attaccano la parte superiore del bulbo del ciclamino, la corona. Una volta reso indifeso, il bulbo non è in grado di riprendersi e non può far crescere nuove foglie o fiori.

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Il più delle volte, la pianta riesce a produrre il suo fogliame: non si può discernere nulla, ma può darsi che il danno sia già stato fatto.

Le larve nidificano al centro della pianta, nutrendosi gioiosamente dei teneri germogli che vi crescono non appena si formano.

In questo caso è possibile riscontrare una fioritura tardiva, o esempi di bassa produzione, o addirittura una mancanza di produzione nei casi più gravi.

Sulle foglie, questo danno alimentare appare inizialmente come morsi arrotondati o a forma di mezzaluna all’esterno delle foglie, ma alla fine viene mangiata l’intera foglia.

Nella fase finale, se non si è prestata attenzione in tempo e quindi il problema non è stato trattato, si osserveranno dei “nidi” composti da fili setosi alla base del gambo  del fogliame del ciclamino.

Indizi lasciati dal parassita

Occorre cercare nel cuore delle pianta, consentendo così di intervenire non appena si trovano le prime aree dell’epidemia.
La larva si insinua nel terreno, ma lascia indizi sulla pianta: feci e talvolta foglie arrotolate.

Vanno localizzati in particolare i bozzoli: ovali, lunghi da 15 a 19 mm, solidi, disposti sotto le foglie, sulla superficie del vaso.

Le crisalidi sono circondate da un bozzolo bianco setoso chiaramente visibile che le protegge.

Le uova sono di colore verde-biancastro o paglierino quando vengono deposte, poi diventano rosa, poi rosse man mano che l’embrione si sviluppa, infine diventano marroni prima della schiusa. Sono posati singolarmente o in masse per lo più sul lato inferiore delle foglie.

Come intervenire

È fondamentale anticipare il rischio di danni per l’anno successivo alla diagnosi.

La scelta del metodo utilizzato per combattere questa minaccia dipende, infatti, dalla gravità della situazione al momento in cui ci si accorge dei danni.

Il più delle volte, per chi non ha esperienza in questo campo, la Duponchelia si osserva quando sono stati causati gravi danni: è già quasi troppo tardi e sarà indispensabile essere molto più vigili l’anno successivo.

Usa trappole cromotropiche

Per intrappolare le mosche bianche puoi usare le famose trappole cromotropiche gialle.

Si tratta di strisce di colla colorate di giallo, che prima attirano le falene, poi imprigionarli.

Appendi queste trappole a circa 20 centimetri sopra la pianta da proteggere: se puoi sistemale già prima di disporre le piante nel luogo prescelto.

Olio di Neem

L’olio di Neem è un olio vegetale, ottenuto dalla spremitura a freddo dei semi di Azadirachta Indica, appartenente alla famiglia delle Meliacee.

Le sue proprietà antiparassitarie, antisettiche e antifungine sono ideali per combattere i parassiti e proteggere le tue piante.

Contiene l’Azadirachtina, un principio attivo responsabile delle proprietà antifungine e antiparassitarie. Questa componente impedisce che la muta di molti insetti parassiti vada a buon fine e quindi non ne consente l’evoluzione.

Mescola in un litro di acqua tiepida 10 ml di olio di Neem; poi spruzza il composto su ogni parte della pianta infestata. Ripeti il trattamento per diverse settimane.

Ricorri a nemici naturali

Lo Stratiolaelaps è un acaro predatore del suolo che contribuisce al controllo delle larve di sciaridi, delle larve di tripidi impupanti e delle uova della falena Duponchelia fovealis.

L’acaro predatore è un anello importante alla base della lotta integrata sia nella coltivazione orticola che in quella ornamentale.

Poiché gli acari predatori di Stratiolaelaps scimitus hanno molti organismi diversi che vivono nel suolo nel loro menu, possono sopravvivere in quasi tutte le colture.

In questo caso fai affidamento ad un vivaio specializzato, che ti possa consigliare le modalità di impiego di questa tipologia di rimedio.


Photo Credits:

Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Giuseppe Iozzi
Giuseppe Iozzi
Nato a Napoli. Psicologo, col pollice verde. Ascolto i pazienti per professione, parlo alle piante per passione.