A fine agosto il limone sta chiudendo la spinta estiva e si prepara a due impegni diversi: finire di ingrossare i frutti in corso e, sulle varietà rifiorenti, impostare una fioritura autunnale.
È il momento di spostare la nutrizione da “foglia e crescita” a sostegno dei frutti e maturazione dei tessuti. Tradotto: meno azoto, più potassio, fosforo quanto basta, magnesio e microelementi presenti.
Evita l’errore classico di una spinta azotata tardiva: fa foglie tenere che il primo freddo rovina e ruba energia ai frutti.
Osserva chioma e substrato prima di toccare i concimi. Se le foglie sono lucide, verdi uniformi e i frutti stanno indurendo la buccia, sei in corsia preferenziale per concimare.
Se vedi foglie pallide con nervature verdi (clorosi ferrica) o punte che ingialliscono, programma anche un intervento di microelementi. Il momento giusto è una finestra di 10–15 giorni tra fine agosto e metà settembre, con temperature stabili e niente ondate di caldo estremo o temporali imminenti.
Il limone non si concima da assetato. Irriga il giorno prima con acqua a temperatura ambiente finché dal foro di drenaggio escono le prime gocce. In vaso, se a stagione hai dato molto liquido, fai un lavaggio sali: due volumi d’acqua del vaso versati lentamente e sottovaso svuotato. Così eviti accumuli che bruciano le radici quando aggiungi nutrienti.
Per questo cambio di stagione funziona benissimo un granulare per agrumi con titolo vicino a 12-6-18 + Mg + micro oppure un liquido intorno a 8-5-12. La logica è semplice: l’azoto resta, ma arretra; il potassio sale per zuccheri, buccia, aroma e resistenza; il magnesio tiene alto il verde fogliare; ferro, zinco e manganese evitano la clorosi tipica di fine estate.
Se puoi scegliere, preferisci il potassio da solfato (K₂SO₄) invece che da cloruro: il limone è sensibile ai sali e al cloro in eccesso. In terreni calcarei o acqua dura, prevedi ferro chelato EDDHA: è l’unico che resta disponibile con pH alto.
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COSA SCOPRIRAI
Dosi vere: esempi per vaso e per piena terra
Un limone in vaso da 40 cm (circa 30–35 litri di substrato) risponde bene a 25–35 g di granulare 12-6-18 distribuiti in superficie, seguiti da irrigazione. Se lavori a liquido, diluisci a 2–3 ml per litro e bagna fino a bagnare tutto il pane, ripetendo ogni 12–14 giorni per due volte.
In piena terra usa come riferimento la proiezione della chioma: per un albero con chioma di 1,2–1,5 m di diametro distribuisci 80–120 g di 12-6-18 in un anello sotto il perimetro esterno, interrando leggermente con una zappetta e irrigando a fine lavoro. Meglio due passaggi fra fine agosto e fine settembre, che uno solo carico.
Le dosi sono realistiche, ma ricordati che l’etichetta vince: se il tuo prodotto è più concentrato, scala proporzionalmente.
Come distribuirlo perché arrivi alle radici
I capillari attivi del limone non stanno al colletto: stanno verso l’esterno della chioma. Apri con le dita la pacciamatura, spargi il granulare in anello a 10–15 cm oltre il bordo della chioma, richiudi la pacciamatura sottile (2–3 cm) e irriga. In vaso, evita il cumulo vicino al tronco: fai tre-quattro settori e massaggia il concime nel primo centimetro di terriccio.
Se le foglie mostrano ingiallimenti tra le nervature, affianca al piano una correzione mirata. In vaso funziona bene una irrigazione con ferro EDDHA alla dose di 2–3 g per vaso da 40 cm, una sola volta a fine agosto. Per il magnesio, una bagnatura con sali di Epsom a 5 g per litro (mezzo litro per vaso medio) ravviva il verde in 7–10 giorni. Fallo solo se serve: aggiunte inutili appesantiscono il suolo.
Dopo-concimazione
Subito dopo la distribuzione, irriga senza esagerare: l’idea è sciogliere il concime e spingerlo nei primi 10–15 cm di suolo, non lavarlo via. Tieni la pianta in piena luce ma se arriva un colpo di caldo sopra i 33–34 °C, sposta il vaso dove prenda sole del mattino e ombra leggera nel pomeriggio: il potassio lavora meglio se la pianta non è in stress idrico.
Seconda fase a inizio autunno
Dopo tre-quattro settimane, fai un richiamo leggero: metà dose del granulare o la stessa soluzione liquida una sola volta. È il passo che “chiude” la nutrizione azotata e lascia il testimone al potassio per la parte finale di maturazione dei frutti e la lignificazione dei germogli. Da ottobre in poi arresta l’azoto e, se serve, limita l’intervento a un potassico leggero o a un estratto di alghe come antistress.
Se il limone è in difficoltà
Capita di arrivare a fine estate con pianta stanca o radici sofferenti. In questi casi evita il granulare forte e usa per due settimane solo liquidi diluiti a metà dose, una volta la settimana, più un passaggio di alghe brune (0,5–1 ml/l) come stimolante. Quando vedi ripresa (apice dei germogli che torna brillante, foglie che si raddrizzano), rientri nel piano standard.
Errori che costano cari
Il più comune è concimare prima di bagnare: i sali si concentrano e bruciano i peli radicali. Il secondo è usare potassio da cloruro in vaso piccolo: il giorno dopo le foglie “tirano giù” e i margini si seccano. Il terzo è esagerare con l’azoto a settembre “per fare verde”: fa solo ricacci teneri che il primo colpo di tramontana rovina. L’antidoto è sempre lo stesso: acqua il giorno prima, formule giuste, dosi frazionate.
Nel giro di 10–14 giorni il verde fogliare si fa più saturo, i piccioli si irrigidiscono e i frutti prendono peso senza spaccature. Se avevi clorosi, vedi il recupero dal margine verso l’interno della lamina. La pianta “parla” chiaro quando la nutrizione è centrata: meno caduta fisiologica, niente foglie a cucchiaio, profumo intenso sfregando la buccia.