Come rimuovere le Brattee colorate dell’Anthurium una volta secche senza stressare la pianta

Le brattee dell’Anthurium, spesso confuse con fiori veri, sono in realtà foglie modificate che hanno il compito di proteggere l’infiorescenza e attrarre gli insetti impollinatori.

Con il passare del tempo, queste strutture colorate perdono vivacità, ingialliscono o diventano marroni fino a seccarsi completamente.

Questo processo è del tutto naturale e non indica necessariamente un problema nella cura della pianta. Prima di intervenire è importante imparare a riconoscere il momento giusto per la rimozione, così da non danneggiare lo sviluppo di nuove brattee o alterare l’equilibrio vegetativo dell’Anthurium.

Quando intervenire sulla brattea secca

La rimozione andrebbe fatta solo quando la brattea è totalmente disidratata e priva di funzione. Una brattea che presenta ancora una parte viva può continuare a contribuire al nutrimento dell’infiorescenza, anche se i colori non sono più attraenti.

Attendi la completa secchezza così da permettere alla pianta di recuperare parte delle energie investite nella struttura ormai matura.

La brattea sarà floscia, friabile e non opporrà resistenza al tocco. È in quel momento che diventa possibile intervenire senza stressare la pianta.

Come preparare la pianta e gli strumenti

Prima di rimuovere la brattea è fondamentale predisporre strumenti e ambiente adeguati. Le forbici devono essere sottili, affilate e perfettamente pulite.

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L’ideale è sterilizzarle con alcool o acqua ossigenata per evitare di introdurre agenti patogeni nel tessuto vegetale.

Anche la pianta deve essere in buone condizioni di idratazione, quindi è preferibile agire uno o due giorni dopo l’annaffiatura, quando le parti verdi sono elastiche e la pianta non è sottoposta a stress idrico.

Un ambiente luminoso ma non in pieno sole diretto facilita l’operazione evitando shock termici o disseccamento improvviso.

Tecnica di rimozione senza stress

Il taglio deve essere delicato e preciso. La brattea secca si trova attaccata allo stelo principale dell’infiorescenza, e il punto di distacco naturale è spesso ben visibile.

Occorre avvicinare le forbici alla base della brattea, lasciando però un piccolo margine di sicurezza per non danneggiare lo stelo che potrebbe produrre un nuovo fiore.

Taglia con un unico movimento netto per ridurre il rischio di schiacciamenti o lacerazioni dei tessuti circostanti. Se la brattea è già molto secca, talvolta si può persino staccare con una leggera torsione usando solo le dita, ma è comunque consigliabile procedere con forbici sterilizzate per mantenere la massima pulizia.

Cura della pianta dopo la rimozione

Dopo aver rimosso la brattea secca, osserva la pianta nelle ore successive per verificare che non vi siano secrezioni anomale o ingiallimenti improvvisi nella zona del taglio.

Evita per qualche giorno annaffiature eccessive o nebulizzazioni dirette sulla parte appena tagliata, così da ridurre il rischio di marciume.

Una luce filtrata e una buona ventilazione favoriscono una cicatrizzazione rapida e naturale. In questa fase la pianta può avere bisogno di energia aggiuntiva, quindi mantenere un regime di cura stabile aiuta la produzione di nuove brattee che emergeranno nelle settimane successive.

Favorire nuove brattee senza sovraccaricare la pianta

L’Anthurium è una pianta che reagisce bene alle attenzioni costanti ma non ama i cambiamenti drastici. Per incentivare la formazione di brattee sane e colorate puoi garantire una luce abbondante ma indiretta, un substrato arioso e leggermente umido e un livello di umidità ambientale moderato.

Una concimazione equilibrata, effettuata con parsimonia, sostiene la produzione di infiorescenze senza affaticare la pianta.

Evita rinvasi superflui o spostamenti frequenti così da mantenere un ritmo di crescita stabile, favorendo una produzione continua di nuove brattee che potranno sostituire quelle rimosse.


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Giuseppe Iozzi
Giuseppe Iozzi
Nato a Napoli. Psicologo, col pollice verde. Ascolto i pazienti per professione, parlo alle piante per passione.