Come rinvasare il rosmarino senza sbagliare

Il rosmarino è una delle piante aromatiche più resistenti e generose, ma non significa che possa vivere per sempre nello stesso vaso. Col tempo, le radici crescono fino a occupare tutto lo spazio disponibile, il terriccio si compatta e perde la sua fertilità, e la pianta inizia a mostrare segni di stanchezza: foglie giallastre, crescita lenta, rami spogli alla base.

È in questo momento che il rinvaso diventa necessario. Settembre è considerato uno dei mesi migliori perché le temperature si abbassano rispetto all’estate, ma sono ancora abbastanza miti da permettere alla pianta di rimettersi in moto e stabilizzarsi prima dell’arrivo dell’inverno.

Rinvasare in piena estate significherebbe stressarla ulteriormente con caldo e siccità, mentre in inverno il freddo bloccherebbe lo sviluppo delle nuove radici.

Preparare la pianta al rinvaso

Il primo passo è osservare bene il rosmarino. Se vedi radici che fuoriescono dai fori di drenaggio del vaso, oppure se il terriccio sembra ormai duro e compatto come un blocco, è chiaro che la pianta ha bisogno di più spazio. Qualche giorno prima del rinvaso conviene dare un’annaffiatura moderata: non troppa acqua, ma abbastanza per rendere il pane di terra più facile da estrarre senza spezzare le radici.

La scelta del vaso e del terriccio

Il nuovo vaso deve essere solo leggermente più grande del precedente, altrimenti il rischio è che resti troppa terra umida intorno alle radici, favorendo marciumi. Il materiale ideale è la terracotta, che permette una buona traspirazione. Per il terriccio, il rosmarino non vuole un suolo pesante o troppo ricco: serve una miscela drenante composta da terriccio universale alleggerito con sabbia o ghiaia fine. L’obiettivo è creare un ambiente in cui l’acqua scorra via facilmente, lasciando sempre le radici ben ossigenate.

Come fare il rinvaso passo dopo passo

Il procedimento richiede delicatezza. Una volta estratta la pianta dal vecchio vaso, occorre rimuovere con le mani o con un bastoncino il terriccio vecchio che si trova tra le radici esterne. Le radici secche, annerite o marce vanno eliminate con forbici pulite, mentre quelle sane, chiare e turgide, devono essere preservate.

Si posiziona poi la pianta al centro del nuovo vaso, sopra uno strato di ghiaia o argilla espansa che aiuta a mantenere il drenaggio, e si riempie con il nuovo terriccio, pressandolo leggermente per dare stabilità. È importante non interrare il colletto del rosmarino troppo in profondità: deve rimanere allo stesso livello di prima per evitare ristagni d’acqua attorno alla base.

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Le cure dopo il rinvaso

Una volta terminata l’operazione, non bisogna inondare subito la pianta. È sufficiente una leggera annaffiatura per compattare il terriccio e ridurre le sacche d’aria. Nei giorni successivi, il rosmarino va tenuto in un luogo luminoso ma non troppo esposto al sole diretto, almeno finché non riprende vigore. Solo quando inizieranno a comparire nuovi getti sarà il segnale che la pianta si è adattata al nuovo vaso.

Errori da evitare

Il rinvaso del rosmarino può sembrare semplice, ma ci sono errori che rischiano di compromettere la pianta. Il più comune è scegliere un vaso troppo grande, che trattiene umidità eccessiva. Un altro errore frequente è quello di concimare subito dopo il rinvaso: le radici hanno bisogno prima di stabilizzarsi, non di ricevere sostanze nutritive che potrebbero bruciarle. Infine, mai lasciare ristagni nel sottovaso: il rosmarino è una pianta mediterranea e vuole terreno asciutto tra un’annaffiatura e l’altra.


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Gianluca Grimaldi
Gianluca Grimaldi
Da sempre sono appassionato di fiori e piante, di giardinaggio e di tutto quello che è "verde". Credo che la parola "ecologia" sia sinonimo della parola "futuro".