Quando l’edera comincia a far seccare le foglie, molti pensano subito alla mancanza d’acqua. In realtà, le foglie secche sono un sintomo generico, un segnale che la pianta sta soffrendo, ma le cause possono essere diverse e spesso si nascondono proprio nel modo in cui viene curata.
Per capire cosa sta succedendo davvero, bisogna osservare con attenzione le foglie, i rami e il terreno.
Ogni tipo di secchezza racconta una storia diversa, e per ciascuna esiste un modo preciso per intervenire.
COSA SCOPRIRAI
Quando il problema è l’acqua
L’edera è una pianta resistente, ma non ama gli estremi. Se le foglie diventano dure e si sbriciolano al tatto, il terreno è probabilmente rimasto secco per troppo tempo. In questo caso la pianta entra in difesa, chiude i pori e lascia morire le foglie più esterne per ridurre la traspirazione.
La soluzione è innaffiare l’edera gradualmente, senza esagerare: immergere il vaso per una ventina di minuti in acqua a temperatura ambiente, poi lasciar scolare bene. Dopo due o tre giorni, le foglie più giovani riprenderanno consistenza.
Al contrario, se le foglie appaiono molli, brunastre e con il bordo secco ma la base del picciolo ancora umida, il problema è l’eccesso d’acqua. In questo caso le radici stanno iniziando a marcire e non riescono più ad assorbire ossigeno. Serve sospendere subito le annaffiature, controllare che il vaso abbia un buon drenaggio e, se il terreno odora di muffa, rinvasare eliminando le parti danneggiate.
Quando l’aria in casa è troppo secca
In inverno l’edera coltivata in casa soffre spesso per l’aria secca dei termosifoni. Le foglie cominciano a perdere lucentezza, poi si seccano a partire dai bordi. È un problema che non ha nulla a che fare con l’irrigazione, ma con l’umidità ambientale. L’edera, anche se resistente, resta una pianta che ama un po’ di freschezza e aria umida.
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Per rimediare, basta spostarla lontano dai radiatori, vaporizzare le foglie con acqua non calcarea e, se possibile, posizionare sotto il vaso un sottovaso con ciottoli bagnati che mantenga l’umidità costante senza far ristagnare l’acqua.
Quando la luce è sbagliata
Anche la luce può seccare le foglie, ma in modo diverso. Se l’edera è esposta al sole diretto, soprattutto dietro una finestra, le foglie mostrano macchie marroni o gialle al centro della lamina, come se fossero bruciate. In questo caso la pianta non riesce a dissipare il calore e subisce veri e propri colpi di luce. È sufficiente spostarla in un punto più luminoso ma schermato, dove la luce sia diffusa e non diretta.
Se invece è in un angolo troppo buio, la crescita si blocca, le foglie nuove restano piccole e quelle vecchie cadono secche: qui la pianta consuma più energia di quanta riesca a produrre con la fotosintesi. Serve aumentare gradualmente la luce, magari vicino a una finestra orientata a nord-est o ovest, dove il sole arriva solo nelle ore più dolci.
Quando il terreno è esausto
L’edera in vaso può soffrire anche per un terreno che, con il tempo, diventa duro e povero di nutrienti. In questo caso le foglie non si seccano tutte insieme, ma ingialliscono prima, poi diventano marroni ai bordi e infine cadono. È il segno che le radici non riescono più a respirare. La soluzione migliore è un rinvaso leggero in un terreno nuovo, ricco ma ben drenante, con una parte di torba e una di sabbia o perlite per favorire l’areazione. Dopo il rinvaso, l’edera riparte con una crescita più vigorosa e foglie di nuovo turgide.
Quando c’è un’infestazione
Infine, c’è un’altra causa spesso sottovalutata: la presenza di parassiti invisibili a occhio nudo. Ragnetti rossi, cocciniglie o afidi possono indebolire la pianta e far seccare le foglie partendo dalle nervature.
Se si notano piccole ragnatele o macchie chiare e secche sulla superficie, conviene pulire le foglie con un batuffolo imbevuto di acqua e sapone di Marsiglia, sciacquare dopo pochi minuti e ripetere dopo una settimana. È un metodo naturale ma molto efficace per interrompere il ciclo dei parassiti.
