Quando arrivo vicino alle peonie arboree in pieno inverno, mi sembra sempre di avvicinarmi a qualcosa che dorme profondamente. Le gemme sono già lì, pronte ma ferme, e tutta la pianta lavora sottotraccia, senza mostrare nulla in superficie.
È per questo che, in questa fase, la prima cosa che ricordo a chi mi chiede consigli è che la peonia non ha bisogno di concimi stimolanti. Non è un momento di crescita, ma di riposo, e un concime sbagliato ora potrebbe farle più male che bene.
In passato anch’io ero convinto che un po’ di nutrimento in inverno fosse una coccola utile, soprattutto dopo stagioni in cui la pianta aveva fiorito poco.
La sua natura legnosa la porta a immagazzinare energie da fine estate fino all’autunno, mentre l’inverno le serve per stabilizzare le gemme future. Se intervenissi con concimi ricchi di azoto, rischierei di stimolare una ripresa anticipata, che poi verrebbe bruciata da un ritorno di freddo.
Preparo del compost ben maturo o un stallatico completamente decomposto e lo distribuisco intorno alla base, mantenendomi sempre a distanza dal colletto. Lo chiamo il “metodo coperta”, perché non lo interro nel terreno: lo appoggio sopra, come un leggero strato che nel tempo si scioglierà naturalmente.
Questo permette al terreno di arricchirsi poco a poco, senza dare un messaggio sbagliato alla pianta. E ogni volta che la primavera arriva, mi accorgo che questo approccio morbido funziona: le foglie spuntano forti, e le gemme si aprono senza esitazioni.
In alcuni casi, se noto che il terreno è davvero povero o stanco, preferisco aspettare la fine dell’inverno, quando le temperature cominciano a stabilizzarsi. È allora che posso pensare a una concimazione di avvio stagione, più mirata e completa, con prodotti ricchi in fosforo e potassio. Ma in pieno inverno, mai. E questa regola, ormai, è diventata uno dei pilastri del mio modo di curare le peonie arboree.
Potare la peonia arborea
La potatura della peonia arborea è probabilmente la questione che crea più dubbi, perché la pianta, da spoglia, sembra pronta da sistemare. A vederla così nuda, con quei rami legnosi che si allungano in forme irregolari, viene naturale pensare: “Adesso la rimetto in ordine.”
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La peonia arborea porta le gemme fiorali sui rami dell’anno precedente, ed è proprio in questo periodo che quelle gemme sono più sensibili. Basta un taglio nel punto sbagliato per dire addio a un intero ramo di fiori.
Mi limito a togliere soltanto ciò che è chiaramente morto: rami secchi, parti spezzate dal vento o piccole porzioni che mostrano danni evidenti da gelo.
La vera potatura di formazione, invece, non va mai fatta adesso. Preferisco farla subito dopo la fioritura, verso fine primavera, quando la pianta ha tutto il tempo per rialzarsi, rigenerare i tessuti e affrontare la stagione calda. In quel momento, anche i tagli più importanti vengono tollerati bene, e la pianta produce nuovi getti con naturale vigore. L’inverno, invece, è un periodo in cui la peonia arborea chiede soltanto tranquillità.
Un errore comune che vedo spesso è quello di accorciare i rami solo per renderli più ordinati. Ma la bellezza della peonia arborea sta proprio nella sua struttura un po’ irregolare, in quella forma che sembra scolpita dal vento. Quando provo a spiegarlo, dico sempre che è una pianta “da lasciare vivere”, non da tenere sotto controllo.
Ho imparato anche che, se si interviene troppo in inverno, la pianta può reagire con una crescita più stentata o addirittura con un ritardo nella ripresa vegetativa. E una peonia che riparte male è una peonia che difficilmente fiorirà bene.
