Le ragioni per cui non è una buona idea usare l’acqua ossigenata per curare il marciume dell’Orchidea

Il perossido di idrogeno , comunemente conosciuta come acqua ossigenata è buono per molte cose. Disinfetta le ferite, pulisce le superfici, sbianca i tessuti.

In generale, è uno strumento domestico di eccezionale valore che ha un prezzo molto ragionevole. È qualcosa che la maggior parte delle persone ha in casa.

La domanda che affronteremo qui, però, è se ha un posto nella cura delle orchidee e, in particolare, per il trattamento del marciume radicale delle orchidee. Scopriamolo insieme.

La teoria alla base di questo utilizzo

L’idea alla base dell’uso del perossido di idrogeno sul marciume radicale dell’orchidea ha a che fare con le proprietà ossigenanti che ha.

È stato ipotizzato che sciacquare le radici di orchidea marce con perossido di idrogeno possa aiutare a pulire le radici. Aiuterà ad eliminare funghi e batteri, oltre ad aumentare l’ossigeno intorno alle radici.

L’aumento dell’ossigeno intorno alle radici causerebbe apparentemente radici più forti con una crescita più rapida.

Sebbene questa teoria abbia un certo valore, sarebbe vera solo se non ci fossero danni causati dal perossido di idrogeno durante l’ossigenazione dello spazio intorno alle radici.

Sono sempre felice di aiutarti ad avere finalmente il "Pollice Verde". Se vuoi ricevere i miei consigli posso inviarteli ogni giorno direttamente su WHATSAPP! Contattami qui e salva il mio numero in rubrica! Ti aspetto!

Ha proprietà corrosive

Le radici delle orchidee sono delicate e quelle in decomposizione sono estremamente fragili.

Esporli a sostanze chimiche, in particolare a sostanze corrosive come il perossido di idrogeno, aggraverà il problema della debolezza delle radici. Mangerà i tessuti sani e disidraterà il sistema radicale già danneggiato.

Ha proprietà disidratanti

Il perossido di idrogeno disidrata rapidamente il fragile apparato radicale di un’orchidea, e in particolare di un’orchidea con marciume radicale.

Si tratta di una sostanza chimica che riesce a disidratare lo strato superficiale delle radici, indebolirlo ed esporre quindi la parte interna delle radici ad ogni sorta di ingresso indesiderato.

Non è una buona pratica per le radici sane, tanto meno per quelle compromesse dal marciume radicale.

Rimedi alternativi

La soluzione migliore per il marciume radicale è modificare sia l’ambiente che la cura della tua orchidea.

Le orchidee hanno bisogno di un equilibrio specifico tra irrigazione e umidità per mantenere le radici e il fogliame felici e sani.

Rinvasa

Se ti trovi con un caso di marciume radicale, il primo passo è rinvasare l’orchidea. Rimuovi delicatamente l’orchidea dal suo contenitore e allenta l’eventuale terriccio dalle radici.

È molto probabile che ci sia qualche fungo presente nel vecchio terriccio. Quindi, è meglio smaltirlo e iniziare con substrato fresco.

Utilizzando uno strumento pulito e affilato, rimuovi con cura tutto il tessuto marcio dal sistema radicale. Le radici sane delle orchidee sono da bianche a verdi, carnose e lisce.

Le radici marce saranno marrone scuro e mollicce. Una volta rimosse le parti marce, adagia l’orchidea su un tovagliolo di carta e lasciate asciugare completamente le radici prima di proseguire.

Usa un vaso adeguato

L’orchidea necessiti di un vaso trasparente, utile per constatare innanzitutto la pulizia e lo stato di salute delle radici, prive di muffe o parassiti, che spesso ne compromettono lo stato di salute viste le condizioni di umidità.

La trasparenza inoltre consente di capire quando l’orchidea ha bisogno di innaffiature, costatando molto più facilmente il colore delle radici: radici verdi, e quindi ancora umide, oppure grigiastre, quindi bisognose di acqua.

Oltre ai fori di scolo sul fondo è opportuno che tu pratichi dei fori su tutta la superficie del vaso, in modo fai da te.

Questi fori aiuteranno a mantenere arieggiato il substrato ed a far circolare l’aria di cui radici epifite come quelle dell’orchidea hanno bisogno.

Usa un substrato corretto

Le  componenti che compongono il substrato dell’orchidea devono un’abbondante circolazione dell’aria e un eccellente drenaggio.

Mescola a 2 parti di corteccia di pino 1 parte di sfagno, 1 parte di fibra di cocco e 1 parte di lapilli.

La corteccia è in grado di dissipare l’umidità e assorbirla prevenendo il marciume delle radici. Decomponendosi, offre nutrienti fungendo da ammendante.

Molti tipi di cortecce inoltre contengono componenti antisettiche e antibatteriche.

La sua consistenza grossolana aiuta a rendere il substrato dell’orchidea ben arieggiato e dà la possibilità alle radici di attaccarvisi senza restare perennemente umido.

Ricavata dal guscio delle noci di cocco, attraverso un processo che ne permette la separazione e il riutilizzo, la fibra di cocco è un materiale molto usato per le piante, ideale per quei mix al quale conferire grande porosità ed elevata capacità drenante.

La sua natura sterile e organica conferisce al terriccio elementi nutritivi senza incorrere nella putrefazione.

Lo sfagno ha una capacità di ritenzione idrica fuori dal comune.

Si tratta di una specie di muschio che supporta l’orchidea in un ambiente dallo scarso valore nutritivo fornendo l’umidità necessaria.

L’argilla espansa è il materiale grossolano per eccellenza, in grado di trattenere l’umidità e favorire il drenaggio d’acqua.

Garantisce la protezione dagli sbalzi termici spesso causati dall’ambiente o da un errata esposizione, creando un microclima stabile.


Photo Credits:

Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Giuseppe Iozzi
Giuseppe Iozzi
Nato a Napoli. Psicologo, col pollice verde. Ascolto i pazienti per professione, parlo alle piante per passione.