Chi acquista un’orchidea per la prima volta rimane incantato dalla sua eleganza, dai colori dei fiori e dalla sua apparente semplicità.
Ma proprio all’interno del vaso si nasconde spesso un piccolo dettaglio che, a lungo andare, può compromettere la salute della pianta: una spugnetta compatta avvolta attorno alle radici, proprio alla base del colletto.
In molti casi passa inosservata, ma rappresenta un vero rischio per lo sviluppo dell’orchidea.
Vediamo insieme come mai la spugnetta posta alla base del colletto dell’orchidea può rappresentare un problema per la sua salute.
COSA SCOPRIRAI
Perché viene usata la spugnetta
Questa spugna viene inserita nelle fasi iniziali di coltivazione, soprattutto nelle serre industriali dove le piante vengono moltiplicate e fatte crescere velocemente.
Il suo scopo è trattenere l’umidità vicino alle radici giovani, facilitando la crescita nei primi mesi.
Inoltre, durante il trasporto e la permanenza nei punti vendita, aiuta a mantenere le piante idratate anche in ambienti poco favorevoli.
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Tuttavia, quella che all’inizio è una soluzione pratica diventa, col tempo, un potenziale problema. Perché mentre la pianta cresce, la spugna continua a trattenere più acqua del necessario, creando condizioni molto diverse da quelle di cui l’orchidea ha realmente bisogno.
Un pericolo per le radici
Le radici dell’orchidea non sono come quelle di tante altre piante da appartamento. Hanno bisogno di respirare, di stare in un ambiente umido ma ben ventilato, dove l’acqua scorre via facilmente e non ristagna.
La spugnetta, invece, resta costantemente bagnata, soprattutto se si annaffia con frequenza o se il vaso non drena bene.
Questo eccesso di umidità, a lungo andare, impedisce alle radici di respirare, soffoca i tessuti interni e porta al loro deterioramento.
Una radice sana è soda, verde o argentata. Una radice danneggiata dalla troppa acqua, invece, diventa molle, scura, si svuota e smette di funzionare.
Il terreno ideale si trasforma in un ambiente ostile
Un altro problema legato alla spugna è la sua capacità di trattenere umidità in modo localizzato, proprio nel punto più delicato della pianta.
Anche se il resto del substrato, solitamente corteccia, può sembrare asciutto e ben arieggiato, la zona interna, dove si trova la spugnetta, rimane bagnata molto più a lungo.
Questo crea uno squilibrio costante e un ambiente favorevole alla proliferazione di funghi, muffe e marciumi. Le infezioni fungine si diffondono con facilità proprio attraverso le radici indebolite, spesso senza che il coltivatore se ne accorga subito.
Il rinvaso
Rinvasare l’orchidea poco dopo l’acquisto, anche se la pianta appare in buono stato, è un buon modo per prevenire un disastro.
È in questo momento che si scopre la presenza della spugnetta e si può rimuovere con attenzione, liberando le radici e controllandone lo stato.
Un rinvaso precoce permette anche di adattare il substrato alle condizioni dell’ambiente domestico, usando materiali più adatti come corteccia, sfagno o perlite. Liberata dalla spugna, l’orchidea potrà crescere in un ambiente più stabile e più vicino a quello che troverebbe in natura.