Chi ha una Tradescantia Nanouk sa bene quanto sia irresistibile l’idea di moltiplicarla: le sue foglie variegate di rosa, verde e lilla si prestano perfettamente per creare nuove piantine.
Basta un piccolo rametto, una forbice pulita e un po’ di pazienza per dare vita a un nuovo esemplare. Ma arriva sempre la domanda cruciale: meglio mettere le talee in acqua o direttamente in terra?
Entrambi i metodi funzionano, ma il risultato finale e la facilità di gestione cambiano molto. Capire quale scegliere dipende da cosa si vuole ottenere e da quanto si è disposti a seguire il processo da vicino.
COSA SCOPRIRAI
Talea in acqua
Mettere la talea di Nanouk in acqua è un metodo che piace a molti, soprattutto a chi ama osservare le radici crescere giorno dopo giorno. È un approccio visivo e gratificante: si prende un rametto sano, lo si immerge in un bicchiere o in un piccolo vasetto trasparente con acqua pulita, e in poche settimane iniziano a comparire i primi filamenti bianchi. L’acqua va cambiata ogni 3 o 4 giorni per evitare ristagni o muffe, e il bicchiere deve essere tenuto in un luogo luminoso ma non esposto al sole diretto.
Il grande vantaggio di questo metodo è che permette di monitorare costantemente la crescita delle radici: si vede subito se la talea sta bene o se serve intervenire. Inoltre, le radici nate in acqua sono spesso più numerose e fitte.
Tuttavia, quando arriva il momento di trasferirla in terra, può esserci un piccolo shock: le radici sviluppate in acqua sono più fragili e meno adatte ad assorbire i nutrienti dal terriccio, quindi la pianta può avere bisogno di un periodo di adattamento. È un metodo ideale per chi ama sperimentare e avere un controllo visivo sul processo, ma richiede delicatezza nel trapianto.
Talea in terra
Chi preferisce un approccio più diretto può scegliere invece di piantare la talea subito nel terriccio. In questo caso si prepara un vaso con un substrato leggero e drenante, composto da torba, perlite e un po’ di sabbia fine, e si inserisce la talea a circa due centimetri di profondità.
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Mantenendo il terreno leggermente umido e l’ambiente caldo, le radici si formano in modo naturale nel giro di qualche settimana, adattandosi fin da subito alla vita nel suolo.
Il grande vantaggio di questo metodo è che, una volta radicata, la pianta non deve essere trapiantata e non subisce stress: cresce più stabilmente e con radici robuste. Il contro è che non si può vedere cosa succede sotto terra: se la talea marcisce o non mette radici, ce ne si accorge solo quando è troppo tardi. Per questo è importante non esagerare con l’acqua e mantenere sempre il terreno arieggiato.
Quale metodo scegliere
In realtà, non esiste una risposta assoluta: la scelta dipende dal giardiniere. Se ami osservare e controllare ogni fase, l’acqua è perfetta; se invece preferisci un metodo più rapido e naturale, la terra è la soluzione migliore.
Molti coltivatori esperti consigliano di iniziare con l’acqua per radicare e poi spostare la talea in terra quando le radici raggiungono i tre centimetri: in questo modo si ottiene il meglio di entrambi i mondi.