Durante il periodo invernale il metabolismo della calla subisce un rallentamento naturale. Le basse temperature riducono l’attività enzimatica e la capacità dei tessuti di mantenere elevati livelli di clorofilla, provocando un ingiallimento progressivo.
Questo fenomeno è accentuato quando il terreno rimane più freddo dell’apparato radicale: in queste condizioni l’assorbimento dell’acqua diventa irregolare e si verifica uno squilibrio idrico che si riflette immediatamente sul fogliame.
L’ingiallimento non indica necessariamente una patologia, ma è spesso il risultato di una risposta fisiologica alle condizioni ambientali avverse.
COSA SCOPRIRAI
Radici in semi-dormienza
In inverno le radici della calla entrano in una fase di semidormienza, durante la quale l’assorbimento di acqua e nutrienti diminuisce sensibilmente. Irrigazioni che in altre stagioni risultano adeguate possono diventare eccessive, creando zone di ristagno difficili da individuare.
Le radici fredde e imbevute perdono efficienza, causando carenze nutrizionali secondarie che portano al tipico ingiallimento fogliare. Per correggere il problema è necessario ridurre le annaffiature, lasciando asciugare più a fondo il substrato, e utilizzare un terreno ben drenante, arricchito con materiali come sabbia o perlite. Questo permette un miglior ricambio d’aria e previene fenomeni di saturazione idrica.
Substrati che si acidificano
Con l’abbassamento delle temperature il substrato tende a modificare il proprio pH, diventando leggermente più acido a causa del rallentamento della decomposizione organica e dell’accumulo di composti acidi. In un terreno più acido alcuni nutrienti essenziali, come azoto, magnesio e calcio, diventano meno disponibili.
Il fogliame risponde con un ingiallimento diffuso, soprattutto sulle parti più mature della pianta. L’intervento più efficace consiste in un leggero rinvaso con un terriccio fresco oppure in una concimazione delicata con microelementi ad alta assimilabilità. L’uso controllato di materiali leggermente alcalinizzanti, come piccole quantità di carbonato di calcio, può aiutare a ristabilire l’equilibrio del pH.
Sono sempre felice di aiutarti ad avere finalmente il "Pollice Verde". Se vuoi ricevere i miei consigli posso inviarteli ogni giorno direttamente su WHATSAPP! Contattami qui e salva il mio numero in rubrica! Ti aspetto!
Condensa e umidità interna che favoriscono stress fungini lenti
Nelle coltivazioni in ambiente interno o in serra, durante l’inverno, la condensa rappresenta una delle cause meno evidenti ma più frequenti dell’ingiallimento fogliare. Quando l’aria calda si deposita sulle superfici fogliari fredde si crea un microfilm di umidità ideale per lo sviluppo di funghi lenti come botrite e alternaria. Questi patogeni iniziano con piccole macchie gialle che si espandono progressivamente.
È fondamentale migliorare la ventilazione, evitare le bagnature dirette del fogliame e mantenere un ricambio d’aria costante.
Aria troppo secca per i termosifoni
Il riscaldamento invernale produce un’aria particolarmente secca, capace di sottrarre umidità alle foglie mentre il terreno rimane freddo e più umido del normale. Questo contrasto crea uno stress doppio: la parte aerea si disidrata mentre le radici faticano a svolgere una corretta attività fisiologica.
Il risultato è un ingiallimento uniforme, con bordi che tendono alla secchezza. Per prevenire questo fenomeno la pianta deve essere posizionata lontano da termosifoni e getti d’aria, mantenendo intorno ad essa un’umidità più equilibrata tramite vassoi con argilla espansa e acqua. Il microclima così stabilizzato riduce sensibilmente la comparsa di foglie gialle e mantiene la calla in condizioni più armoniose.
