Cosa fare quando l’Orchidea fa radici sul colletto

Sembra immobile, ma anche l’orchidea cresce, lentamente ma lo fa e spesso indisturbata.

Accade che alcune radici possano fuoriuscire dal vaso, che sbuchino dal colletto fuori dal bark ed in quel caso bisogna intervenire.

Ti spiego cosa fare quando spuntano radici sul colletto dell’orchidea.

Sei sicuro si tratti di una radice?

Una radice ha una forma molto più regolare. Il suo apice, quando la radice è appena nata, è di un verde brillante, ma in pochi giorni tende a diventare bianco, di una forma a punta.

Si tratta di cellule morte che fanno in modo che l’orchidea possa attaccarsi ad una corteccia e sorreggere le foglie pesanti e grosse.

Oltre questa punta bianca, per tutta la sua lunghezza, la radice ha un colore verde brillante, quando umida e ben idratata. Le due componenti sono chiaramente visibili e sono le caratteristiche più evidenti di una radice.

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Inoltre, noterai immediatamente che su tutta la sua lunghezza non ci sono protuberanze o bozzetti, tipici dei nodi fogliari dello stelo.

Una componente delle radici è il velamen, uno strato più esterno identificabile come una vera e propria pellicola spugnosa, capace di trattenere l’umidità, di carpire nutrienti dall’aria ma sopra ogni cosa di proteggere la radice dal sole.

Di che tipo di radice si tratta?

La prima cosa è capire di che tipo di radice si tratta. Poiché facciamo riferimento a quelle radici che sono proprio sulla superficie del terriccio è fondamentale capire se si tratta di una radice aerea o di una radice in vaso.

Conosci la differenza? È presto detto. L’orchidea ha radici adattabili, cioè in natura si adattano a seconda dello scopo.

La radice in vaso è quella principalmente deputata all’assorbimento dei nutrienti e dell’acqua che carpisce dal terriccio grossolano. Ha inoltre il compito, in natura, di consentire alla pianta di aggrapparsi ad una superficie.

Potrai tranquillamente riconoscerla per la sua forma regolare. La punta della radice, soprattutto se giovane, spesso è bianca e sembra avere degli anelli concentrici su tutta la lunghezza.

La radice aerea invece ha la funzione di carpire l’umidità dall’aria ed assorbirla per la sopravvivenza. La radice aerea ha una forma molto più disordinata, parte dal colletto e si dirama verso l’alto e ha spesso una colorazione grigiastra.

In base al tipo di radice puoi scegliere di agire in modo diverso poiché la secchezza che riguarda la radice aerea ha un significato diverso rispetto alla radice in vaso. Hanno funzione diverse e per questo devi attuare soluzioni diverse.

Ripulisci l’apparato radicale e la base del colletto

Dopo aver bagnato le radici della tua orchidea, tirale fuori dal vaso con delicatezza e scrolla la miscela di terriccio precedente.

Fai in modo di ripulirlo da eventuali radici secche e avvizzite.

Sia le radici nel vaso che quelle aeree devono avere una colorazione o grigiastra o se precedentemente bagnate una colorazione di un verde acceso.

Sono le uniche radici che devi tenere mentre tutto il resto va potato utilizzando cesoie ben disinfettata.

La base del colletto va ripulita dalle foglie secche così da essere libero da eventuali corpi ormai secchi che possono ospitare marciumi, parassiti o muffe.

Rinvasa

Realizza una miscela nuova con corteccia e sfagno e altri materiali grossolani che possano essere adatti.

Punta a quattro elementi essenziali che devono essere perfettamente in equilibrio tra loro mentre prepari il mix perfetto: ottimo drenaggio, ritenzione di umidità, eccellente circolazione dell’aria e lenta decomposizione dei materiali.

Mescola a 2 parti di corteccia di pino 1 parte di sfagno, 1 parte di fibra di cocco e 1 parte di lapilli.

Riporta l’orchidea al vaso, posizionando delicatamente le radici aeree nel modo in cui naturalmente vogliono crescere. Evita di piegare o comprimere le radici il più possibile.

Riempi il vaso fino alla base del colletto, includendo quelle radici situate prima dell’attaccatura delle foglie così da dare loro dimora, a contatto con il bark.

Le radici che comunque escono fuori per loro naturale portamento non dovrebbero essere forzate nel vaso.


Photo Credits:

Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Giuseppe Iozzi
Giuseppe Iozzi
Nato a Napoli. Psicologo, col pollice verde. Ascolto i pazienti per professione, parlo alle piante per passione.