Chi ha scelto di coltivare ortensie lo sa bene: poche piante sanno trasformare un angolo del giardino o del terrazzo in un’esplosione di fiori rotondi e spettacolari come fanno loro.
Ma per ottenere quella bellezza piena, fatta di foglie verdi e turgide e di corolle dense e colorate, c’è un segreto semplice e fondamentale: l’acqua.
Non basta infatti la giusta esposizione o un buon concime se si trascura quella che per l’ortensia è una vera e propria esigenza vitale.
A differenza di molte altre piante da fiore, l’ortensia ha bisogno di un’umidità costante nel terreno, non solo per fiorire, ma anche per sopravvivere ai mesi più caldi.
Con l’arrivo dell’estate, le giornate si fanno più lunghe e le temperature si alzano. In questa fase, le ortensie danno il meglio di sé, ma allo stesso tempo entrano in un momento in cui consumano moltissima acqua.
Chi le coltiva in vaso può accorgersene anche solo osservando: il terreno si asciuga in fretta, le foglie iniziano ad abbassarsi e il fiore appare più spento, meno teso.
È proprio in questi momenti che bisogna intervenire. Una pianta adulta coltivata in vaso può arrivare ad avere bisogno anche di 6 litri d’acqua al giorno, distribuiti con cura e mai versati tutti insieme in un’unica soluzione. L’ideale è bagnare lentamente, lasciando che il terreno assorba, senza creare ristagni nel sottovaso ma garantendo umidità costante.
L’ortensia ha foglie larghe e carnose, che evaporano velocemente l’acqua accumulata nel terreno. Se questa manca, le foglie perdono tonicità, si afflosciano, poi ingialliscono o si macchiano.
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Quando il danno è avanzato, nemmeno un’annaffiatura abbondante riesce a rimettere la pianta in forma in poche ore. È per questo che prevenire è molto meglio che recuperare, mantenendo il terriccio sempre umido, fresco e ben aerato.
Non bisogna temere di bagnare troppo, se si ha l’accortezza di usare un terreno drenante, che non trattiene acqua stagnante attorno alle radici. Anche una leggera pacciamatura, fatta con corteccia o fibra vegetale, può aiutare a conservare l’umidità nelle ore più torride.
Innaffiare un’ortensia non è solo una necessità, ma un rito quotidiano che crea un legame con la pianta. Chi osserva bene, impara a riconoscere quando la pianta ha sete, a che ora della giornata si abbassa la chioma, e quanta acqua serve davvero.
In genere, al mattino presto o al tramonto sono i momenti migliori per innaffiare: l’acqua penetra nel terreno senza evaporare subito, e la pianta può riprendersi con calma.