Può capitare all’improvviso, soprattutto in autunno: guardi la tua ortensia e noti che le foglie, un tempo lucide e verdi, hanno perso il loro colore pieno. Su alcune compare un velo biancastro, sottile come polvere di farina, che si espande giorno dopo giorno.
È il momento in cui si capisce che qualcosa non va — e che non si tratta di semplice polvere. Quel velo, infatti, è il segno inconfondibile dell’oidio, una malattia fungina che attacca molte piante ornamentali, ma che sull’ortensia trova terreno fertile quando il clima si fa umido di notte e caldo di giorno.
Il modo più facile per capire che è oidio (noto anche come “mal bianco”) è osservare la consistenza di quella patina. Non è come la polvere che si soffia via: resta attaccata alla foglia, e se provi a passarci sopra un dito, si stacca in parte ma lascia una superficie opaca, a volte leggermente grigia o giallastra. Le foglie più giovani sono le prime a colpirsi, e man mano che il fungo avanza, si accartocciano, perdono tono e alla fine seccano ai bordi.
Se l’infezione si estende, il bianco può coprire intere porzioni della pianta, arrivando perfino ai boccioli. In quel momento, l’ortensia non riesce più a respirare correttamente: le foglie non fanno fotosintesi e la pianta comincia a rallentare la crescita.
Perché succede
Il mal bianco non nasce dal nulla. Ha bisogno di un ambiente preciso per svilupparsi, e l’ortensia, con la sua esigenza di umidità costante, glielo offre facilmente. Il problema si presenta quando le giornate calde si alternano a notti fresche e umide, oppure quando l’aria intorno alla pianta resta ferma, senza circolazione.
Anche un’irrigazione errata può favorirlo: bagnare le foglie dall’alto nelle ore serali, quando non c’è più sole, significa lasciare uno strato di umidità perfetto per la proliferazione del fungo. Inoltre, se l’ortensia si trova troppo vicina ad altre piante o a un muro che trattiene calore e umidità, l’aria non circola e il rischio aumenta.
Cosa fare appena compare il velo bianco
Il primo intervento, quando l’oidio è ancora limitato, è ripulire la pianta. Taglia le foglie più colpite e smaltiscile subito: non metterle nel compost, perché il fungo continua a vivere anche sui residui. Poi prepara una soluzione naturale per bloccare l’avanzata del problema. Uno dei rimedi più efficaci e sicuri è a base di bicarbonato di sodio, che altera il pH superficiale delle foglie rendendo difficile la vita al fungo.
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Si prepara sciogliendo un cucchiaino di bicarbonato in un litro d’acqua e aggiungendo qualche goccia di sapone di Marsiglia liquido per far aderire la miscela alla superficie fogliare. Vaporizza sulle foglie asciutte, sia sopra che sotto, la mattina presto, e ripeti ogni tre o quattro giorni fino a miglioramento.
Se il velo bianco è molto esteso, puoi alternare il trattamento con un infuso di equiseto o di aglio: entrambi hanno proprietà antifungine naturali. L’equiseto, in particolare, rinforza i tessuti vegetali e rende la pianta più resistente alle reinfezioni.
Durante tutto questo periodo, è essenziale ridurre l’umidità notturna: niente vaporizzazioni, niente sottovasi pieni d’acqua, e soprattutto più spazio intorno alla pianta per far passare l’aria.
Come prevenire che torni
Quando l’oidio regredisce, non è ancora il momento di abbassare la guardia. Il fungo tende a restare in forma latente sulle foglie o nel terreno, pronto a riapparire con le stesse condizioni climatiche. Il modo migliore per evitarlo è modificare leggermente le abitudini di cura.
Innanzitutto, innaffia solo alla base, mai sul fogliame, e sempre al mattino, così la pianta ha il tempo di asciugarsi con la luce del giorno. Il terreno deve essere umido ma mai fradicio: il ristagno è il terreno ideale per i funghi.
Poi, se l’ortensia è in vaso, spostala in un punto più ventilato, anche solo di mezzo metro: basta poco per far circolare l’aria e impedire al fungo di ripresentarsi.
Un altro accorgimento utile è quello di nutrire la pianta con moderazione. Le ortensie troppo concimate con prodotti ricchi di azoto tendono a produrre foglie molto tenere, che sono il bersaglio preferito dei funghi. Meglio un concime bilanciato, con una parte più alta di potassio, che irrobustisce i tessuti e li rende meno attaccabili.