Agrifoglio maschio o femmina? Come riconoscerlo anche senza le bacche

L’agrifoglio, Ilex aquifolium, è una delle presenze sempreverdi più riconoscibili nei giardini europei. Le sue foglie lucenti e le celebri bacche rosse rappresentano un simbolo invernale per eccellenza, ma dietro la sua apparente semplicità si nasconde un aspetto botanico affascinante.

L’agrifoglio, infatti, produce fiori maschili e femminili su piante diverse. A prima vista riconoscere il sesso di un esemplare non è affatto immediato, soprattutto quando mancano le bacche.

Tuttavia, conoscendo alcuni indizi meno noti legati a fiori, gemme e struttura vegetativa, è possibile distinguere con buona precisione un agrifoglio maschio da uno femmina, anche al di fuori del periodo di fruttificazione.

I piccoli fiori danno segnali

I fiori dell’agrifoglio sono discreti, di colore bianco-crema e del diametro di pochi millimetri, ma racchiudono caratteristiche fondamentali per l’identificazione.

Nei fiori maschili gli stami sono numerosi e facilmente visibili, con antere che sporgono al centro della corolla.

Nei fiori femminili, invece, il protagonista è l’ovario, una piccola struttura tondeggiante da cui si originano le future bacche, mentre gli stami sono presenti in forma ridotta o sterile.

La fioritura tra maggio e giugno permette di osservare questi dettagli, che rappresentano l’indicatore più sicuro del sesso della pianta. Nonostante ciò, molti giardinieri trascurano i fiori dell’agrifoglio, complice la loro dimensione minuta e la posizione spesso nascosta tra le foglie.

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Le gemme come indizi

Un metodo meno noto ma sorprendentemente utile per distinguere agrifoglio maschio e femmina consiste nell’osservare la forma delle gemme.

Le gemme femminili tendono a essere leggermente più arrotondate e più piene, soprattutto in primavera, quando iniziano a formarsi le strutture riproduttive.

Quelle maschili appaiono spesso più appuntite e sottili. Questa differenza, apparentemente marginale, riflette la presenza dell’ovario in fase embrionale nelle gemme femminili.

Benché la forma delle gemme possa variare in base alle condizioni di crescita, in esemplari adulti questo dettaglio diventa un indizio efficace, soprattutto quando non sono presenti né fiori né bacche.

La disposizione dei fiori e la strategia riproduttiva

La distribuzione dei fiori lungo i rami offre un’altra pista poco conosciuta per capire il sesso dell’agrifoglio.

Gli esemplari maschili producono gruppi di piccoli fiori ravvicinati, numerosi e spesso riuniti in piccole infiorescenze che attirano gli insetti impollinatori.

Le piante femmina tendono invece a portare fiori più isolati e meno abbondanti. Questa differenza riflette due strategie riproduttive complementari: massimizzare la produzione di polline per i maschi e concentrare l’energia sulla formazione delle bacche per le femmine.

La forma dei rami

Con il passare degli anni maschi e femmine spesso sviluppano portamenti leggermente diversi. Gli agrifogli maschili mostrano una crescita più vigorosa e una ramificazione compatta, sostenuta dal fatto che non devono sostenere lo sforzo energetico della fruttificazione.

Le piante femmina appaiono talvolta più aperte, con rami leggermente più distanziati e una vegetazione meno fitta.

Anche la corteccia giovane può offrire qualche indizio: negli esemplari maschili tende a essere più omogenea e più lucida, mentre nelle femmine può risultare più opaca.

Le tracce “invisibili”

Uno dei trucchi più sottovalutati per distinguere gli agrifogli riguarda i residui delle infiorescenze femminili. Anche negli anni in cui la pianta non fruttifica, i peduncoli destinati a sostenere le future bacche rimangono spesso attaccati ai rami come minuscoli punti scuri o piccole cicatrici, visibili soprattutto nei nodi più vicini ai fiori.

Nei maschi queste strutture sono assenti perché i loro fiori non evolvono mai in frutti. Osservare attentamente le ascelle fogliari può quindi rivelare una traccia affidabile, utilizzabile anche fuori stagione.

Anche il comportamento degli insetti offre un indizio indiretto: i maschi attirano un numero maggiore di impollinatori, poiché producono polline in abbondanza.


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Giuseppe Iozzi
Giuseppe Iozzi
Nato a Napoli. Psicologo, col pollice verde. Ascolto i pazienti per professione, parlo alle piante per passione.