Il cactus a spina di pesce, conosciuto botanicamente come Selenicereus anthonyanus, è una di quelle piante che incuriosiscono subito: basta un colpo d’occhio alle sue foglie per capire che non ha nulla a che vedere con l’idea comune di “cactus”.
Chi lo vede per la prima volta pensa spesso a una felce tropicale o a una pianta ornamentale ricadente, e invece siamo davanti a un cactus vero e proprio, solo che arriva da ambienti completamente diversi rispetto ai cactus desertici.
Nasce nelle foreste umide del Messico, dove cresce sui tronchi degli alberi come epifita, ricevendo luce filtrata e sfruttando l’aria umida per vivere. È questo ambiente a determinare la sua forma, il suo portamento e persino il modo in cui fiorisce.
Le foglie a zig zag
La parte che attira subito l’attenzione sono le sue foglie, anche se botanicamente non si tratta di foglie vere ma di fusti appiattiti. Questi fusti hanno una forma seghettata che ricorda le lische di un pesce – da qui il nome comune “cactus a spina di pesce”. La struttura non è ornamentale per puro caso: in natura serve ad aumentare la superficie di scambio con la luce filtrata della foresta, e allo stesso tempo rende la pianta più leggera e flessibile mentre cresce sospesa dai rami degli alberi.
La tessitura è coriacea ma non rigida, molto diversa dalla pelle spessa dei cactus del deserto. Il colore varia dal verde brillante al verde scuro a seconda dell’età dei segmenti. Col tempo i fusti si allungano, si snodano e ricadono verso il basso: per questo la pianta è perfetta da coltivare in cestini sospesi, dove può esprimere appieno il suo portamento pendente.
La fioritura
La fioritura del Selenicereus anthonyanus è una delle più affascinanti nel mondo delle cactacee. I fiori si aprono di notte, spesso una sola volta, e rimangono in voga solo poche ore. Sono grandi, profumatissimi e dall’aspetto quasi mistico, con petali allungati che si aprono a stella.
Il colore è un mix che varia tra il bianco crema e il rosa profondo, con sfumature che diventano più evidenti verso la parte esterna del fiore. Il centro è luminoso, quasi fosforescente sotto la luce artificiale, e attira subito l’attenzione. La forma ricorda altri cactus epifiti notturni, come la Regina della Notte, ma il fiore del cactus a spina di pesce è più compatto e ricco di sfumature.
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Per fiorire ha bisogno di stabilità, una buona quantità di luce indiretta e soprattutto un ambiente che riproduca quello tropicale: notti leggermente fresche, aria umida, niente sole diretto e nessun eccesso d’acqua.
Una pianta pendente
Il portamento ricadente è una delle caratteristiche più importanti di questa pianta. In natura cresce letteralmente nel vuoto, lasciandosi andare verso il basso con lunghi tralci che possono superare anche il metro. È per questo motivo che in casa si coltiva quasi sempre in vasi alti o sospesi, dove le foglie possono scendere liberamente senza ostacoli.
Quando la pianta è ben coltivata, i segmenti ricadono uno dopo l’altro creando un effetto quasi scenografico. In ambienti luminosi, con buona umidità e un substrato drenante, cresce rapidamente e produce nuovi segmenti verde chiaro, più teneri e leggermente lucidi. E quando accumula abbastanza energia, regala la fioritura notturna, che arriva spesso senza preavviso.
Come valorizzarlo in casa
Per farlo crescere con naturalezza basta seguire alcune semplici regole da giardiniere esperto: molta luce ma mai diretta, un terriccio molto arioso (meglio una miscela da epifite con corteccia e perlite), annaffiature moderate e più frequenti rispetto ai cactus desertici, e un ambiente non troppo secco. Se l’aria è troppo asciutta, i fusti tendono a irrigidirsi e rallentare la crescita; se invece l’umidità è bilanciata, la pianta mantiene un verde brillante e allunga segmenti nuovi con grande vigore.
Il cactus a spina di pesce è una pianta elegante, insolita e sorprendentemente adattabile. Non è difficile da coltivare, ma chiede un ambiente diverso da quello dei cactus classici. Quando trova le condizioni giuste, ripaga con una crescita piena, ricadente e con fiori così belli da ripagare l’attesa di un intero anno.
