Tra le tante varietà di Calathea, la Calathea rufibarba è forse una delle più affascinanti e sottovalutate. A prima vista può sembrare una semplice pianta ornamentale da interno, ma basta avvicinarsi per accorgersi che ha una personalità distinta da tutte le altre del suo genere.
È una pianta che unisce l’eleganza delle foglie all’originalità della texture: non le solite superfici lucide e laccate tipiche delle Calathea comuni, ma un velluto sottile e setoso che ricopre la pagina inferiore delle foglie, da cui deriva il nome “rufibarba”, che in latino significa appunto “barba rossa”.
COSA SCOPRIRAI
Una pianta tropicale dal portamento elegante
Originaria del Brasile, la Calathea rufibarba appartiene alla grande famiglia delle Marantaceae, le cosiddette “piante della preghiera”, note per il movimento delle foglie che si chiudono leggermente verso l’alto di sera.
Ma a differenza di altre specie del gruppo, come la Calathea Insignis o la Calathea ornata, che puntano tutto sui disegni vivaci e sulle venature marcate, la rufibarba ha scelto una via più discreta. Le sue foglie sono lunghe, strette e ondulate ai bordi, di un verde profondo sulla parte superiore e di un bordeaux vellutato sul retro. Quando la luce del pomeriggio le colpisce di lato, queste tonalità si fondono creando un contrasto morbido e raffinato.
La texture vellutata
La vera peculiarità di questa pianta è la peluria finissima che ricopre la parte inferiore delle foglie e i piccioli. Al tatto, la Calathea rufibarba risulta quasi setosa, una sensazione inaspettata per chi è abituato alle superfici lisce delle altre varietà.
Questa caratteristica non è solo estetica: in natura, quel leggero strato di peli serve a limitare la perdita d’acqua per evaporazione nelle foreste tropicali, dove l’umidità è alta ma l’aria calda può seccare rapidamente le superfici fogliari.
In casa, questa struttura le permette di adattarsi meglio a microclimi meno umidi rispetto ad altre Calathea, rendendola più tollerante e robusta, pur restando una specie che ama ambienti caldi e umidi.
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Le differenze rispetto alle Calathea classiche
Chi conosce le Calathea comuni — come la orbifolia o la zebrina — noterà subito che la rufibarba è molto diversa. Le altre varietà colpiscono per i motivi geometrici e le sfumature decorative, spesso con disegni a strisce o macchie color argento, verde chiaro e viola. La rufibarba invece rinuncia ai disegni appariscenti per concentrarsi sulla materia: la bellezza del fogliame sta tutta nella consistenza vellutata e nei toni naturali. È una pianta meno scenografica a prima vista, ma più sofisticata nella sua semplicità.
Anche la forma delle foglie cambia: quelle della rufibarba sono più allungate e ondulate, con un profilo sottile che le fa sembrare piume o nastri mossi dal vento. Crescono dritte e compatte, formando un cespo ordinato e armonioso, perfetto per interni minimalisti o spazi moderni dove si vuole aggiungere un tocco di verde discreto ma raffinato.
Il comportamento della rufibarba in casa
Come tutte le Calathea, anche la rufibarba “vive” in movimento. Le sue foglie si orientano seguendo la luce e si chiudono leggermente al calar della sera, quasi come se respirassero. È un comportamento che le ha fatto guadagnare il soprannome di “pianta che prega”, e che in questa varietà risulta particolarmente elegante grazie al movimento morbido delle lamine ondulate.
Pur essendo una tropicale, non è una pianta capricciosa: sopporta bene la luce filtrata e si adatta anche in ambienti dove altre Calathea tendono a soffrire. Tuttavia, quando l’aria diventa troppo secca — ad esempio nei mesi invernali con i riscaldamenti accesi — mostra il suo disagio arricciando i bordi delle foglie o perdendo un po’ della brillantezza del verde.
In questi casi basta mantenere un minimo di umidità ambientale e tenerla lontana da correnti fredde per vederla riprendersi in pochi giorni.
