Si chiama Purple Pearl ed è un’Echeveria dalle foglie viola perlate

Tra le tante varietà di Echeveria, poche riescono a catturare la luce e l’attenzione come la ‘Purple Pearl’. È una pianta che sembra quasi disegnata a mano, con le sue foglie carnose disposte a rosetta perfetta e quel colore violaceo che cambia sfumatura a seconda di come la colpisce il sole.

Chi la osserva da vicino nota subito ciò che la rende unica: la superficie delle foglie non è opaca, ma setosa e perlata, come se fosse stata velata da un leggerissimo strato di polvere d’argento.

È da questo riflesso iridescente che nasce il suo nome, “perla viola”, un omaggio alla brillantezza che regala a ogni collezione di succulente.

La forma e la struttura delle foglie

La Echeveria ‘Purple Pearl’ è una varietà di origine ibrida, ottenuta incrociando specie del Messico, dove le echeverie crescono naturalmente tra rocce e terreni poveri, è quindi adattissima per un giardino roccioso.

Le sue foglie sono ampie e leggermente concave, con margini morbidi e regolari che si incurvano verso l’interno. La consistenza è spessa e compatta, tipica delle piante succulente che immagazzinano acqua per sopravvivere ai periodi secchi.

Ciò che colpisce maggiormente è la loro simmetria impeccabile: ogni foglia nasce a distanza perfettamente regolare, creando una rosetta densa e armoniosa che può raggiungere fino a 20–25 centimetri di diametro. Quando la pianta è in buona salute e riceve la giusta luce, la disposizione delle foglie diventa così precisa da sembrare scolpita, con un effetto quasi geometrico.

Il colore violaceo e i riflessi perlati

Il tratto distintivo della ‘Purple Pearl’ è, naturalmente, il colore. Il viola non è uniforme: si muove in sfumature che vanno dal lilla al malva intenso, con leggere venature più chiare verso il centro della foglia. Alla luce diretta del mattino o del tardo pomeriggio, il fogliame assume un riflesso metallico e perlato, come se fosse stato immerso in una polvere iridescente.

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Questa tonalità non è solo una questione estetica: è il risultato della cera epicuticolare che riveste la superficie delle foglie, una sottile barriera naturale che protegge la pianta dal sole e dalla disidratazione.

Questa pellicola riflettente agisce come uno scudo, respingendo parte dei raggi UV e conservando l’acqua nei tessuti interni. È per questo che, se la si tocca troppo spesso, il colore tende a sbiadire: la patina si danneggia e la brillantezza si perde.

Come la luce modella il colore

L’intensità della colorazione viola dipende direttamente dalla luce. In ambienti molto luminosi, soprattutto se la pianta riceve qualche ora di sole diretto, i pigmenti antocianici — gli stessi responsabili del colore nei frutti di bosco — si attivano e regalano quella tonalità vibrante che contraddistingue la varietà.

In condizioni di luce più scarsa, invece, il colore vira verso il verde-grigio, e la pianta perde parte del suo fascino.
Questo non significa che debba essere esposta al sole pieno per tutto il giorno: la luce indiretta o radente è l’ideale per mantenere equilibrio tra crescita compatta e colorazione intensa. Un’esposizione troppo forte, soprattutto nelle ore centrali dell’estate, può invece bruciare i bordi delle foglie, facendo comparire macchie brune.

Il portamento e la crescita

La ‘Purple Pearl’ è una pianta dal portamento ordinato, che cresce lentamente ma con grande regolarità. Non tende a emettere molti polloni come altre echeverie, concentrando invece le energie nel mantenere una rosetta principale forte e stabile. Con il tempo, lo stelo centrale può leggermente allungarsi, sollevando la pianta e rendendola ancora più scenografica, come una piccola scultura vegetale su piedistallo.


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Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Giulia F.
Giulia F.
Quando non sto digitando al computer, probabilmente mi troverete nel mio giardino personale, intenta a parlare con le mie piante—sì, è una cosa vera, aiuta la crescita! Mi sono innamorata del giardinaggio fin da piccola, grazie a mia nonna che mi ha trasmesso l'amore per la terra e le mani sporche di fango. Sì, sono quel tipo di persona che sente il bisogno di toccare le piante quando passeggia in un vivaio o in un giardino pubblico. Non posso farci niente, è più forte di me!