Il ciclamino è una delle piante ornamentali più amate durante l’autunno e l’inverno. I suoi fiori vivaci, le foglie eleganti e la capacità di colorare anche i balconi più grigi lo rendono protagonista indiscusso della stagione fredda.
Tuttavia, molti giardinieri appassionati si trovano delusi quando, dopo mesi di cure, la pianta non torna a fiorire l’anno successivo.
Capire le ragioni di questo comportamento è essenziale per imparare a gestire correttamente il suo ciclo vitale e mantenerlo in salute nel tempo.
COSA SCOPRIRAI
Il ciclo naturale del ciclamino
Il ciclamino è una pianta perenne dotata di un tubero che funziona come riserva di energia. Durante la stagione fredda cresce e fiorisce, ma con l’aumento delle temperature primaverili entra in una fase di riposo.
Le foglie ingialliscono, i fiori cadono e la parte aerea sembra morire, mentre il tubero rimane vivo sottoterra, in attesa di condizioni favorevoli per risvegliarsi.
In natura questo processo avviene spontaneamente, ma in casa o in giardino spesso viene interrotto da cure inappropriate o da ambienti poco adatti. È proprio in questo momento delicato che si gioca la sopravvivenza del ciclamino per la stagione successiva.
L’importanza di gestire correttamente l’irrigazione
Uno degli errori più comuni è continuare ad annaffiare il ciclamino anche quando la pianta è in dormienza. Dopo la fioritura, quando le foglie iniziano a seccarsi, le innaffiature devono essere gradualmente ridotte fino quasi a sospenderle.
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Un terreno costantemente umido favorisce il marciume del tubero, che finirà per disfarsi completamente. Al contrario, se il substrato resta troppo secco per lunghi periodi, il tubero può disidratarsi e perdere la sua vitalità.
L’ideale è conservarlo in un luogo fresco e ombreggiato, con il terreno appena umido, in attesa dell’autunno successivo.
Temperatura e posizione: due fattori decisivi
Il ciclamino ama le temperature fresche e non tollera il calore eccessivo. Durante la fioritura, deve essere tenuto lontano da fonti di calore come termosifoni, camini o finestre troppo soleggiate.
Quando la pianta viene esposta a un ambiente caldo e secco, si stressa e non riesce ad accumulare le energie necessarie per rifiorire.
Anche la luce gioca un ruolo importante: deve essere abbondante ma diffusa, mai diretta, per non danneggiare le foglie.
Durante la pausa estiva, invece, il tubero deve rimanere al riparo dalla luce intensa e dalle alte temperature, che possono comprometterne la sopravvivenza.
Terreno e nutrimento del tubero
Un altro aspetto spesso trascurato è la qualità del substrato. Il ciclamino necessita di un terreno soffice e ben drenato, in grado di evitare ristagni d’acqua ma di conservare un minimo di umidità.
Dopo la fioritura, prima che la pianta entri in riposo, è utile fornirle un concime ricco di fosforo e potassio per aiutare il tubero a immagazzinare le sostanze nutritive necessarie alla ripresa.
Un terreno esausto o povero di nutrienti, invece, indebolisce la pianta e ne compromette la vitalità per la stagione successiva.
La differenza tra ciclamini da serra e varietà rustiche
Non tutti i ciclamini si comportano allo stesso modo. Le varietà ibride che si trovano comunemente nei vivai durante l’inverno sono spesso selezionate per la bellezza e la varietà dei colori, ma risultano più delicate e meno adatte a sopravvivere all’estate.
Diverso è il caso dei ciclamini rustici, come il Cyclamen hederifolium o il Cyclamen coum, che sono in grado di vivere all’aperto e rifiorire spontaneamente di anno in anno.
Spesso, quindi, la mancata ripresa non dipende tanto dalle cure del giardiniere, quanto dalla tipologia di pianta acquistata.
