Arrivati a metà ottobre, molte orchidee Phalaenopsis entrano in una fase di apparente riposo. Le foglie sono ancora verdi, le radici sane, ma gli steli sembrano fermi, senza alcun accenno di nuovi boccioli. È il momento in cui molti pensano che la pianta sia “a fine corsa” o che debba aspettare la primavera. In realtà, proprio adesso puoi riattivarla con un metodo naturale ed efficace: il bagno tiepido.
Non si tratta di un rimedio improvvisato, ma di una vera stimolazione fisiologica, perfetta per questo periodo dell’anno in cui in casa le temperature si abbassano, la luce cambia e l’umidità cresce. Il bagno tiepido riproduce le piogge calde e umide che, nei tropici, segnano l’inizio del nuovo ciclo vegetativo della Phalaenopsis.
Se fatto nel modo giusto, innesca il segnale che la pianta stava aspettando: “è tempo di rifiorire”.
COSA SCOPRIRAI
Perché funziona in autunno
In autunno, dentro casa, la temperatura media oscilla tra i 20 e i 23 °C di giorno e i 17-18 °C di notte. È un intervallo perfetto per la fase di induzione a fiore della Phalaenopsis, ma solo se le radici sono attive. Spesso però, dopo mesi estivi di irrigazioni irregolari, il bark si è indurito e le radici interne sono disidratate: assorbono poco e la pianta non riceve il segnale giusto per formare nuovi steli.
Il bagno tiepido serve proprio a riattivare le radici dormienti e a liberare i pori del substrato dai residui di calcare e fertilizzante accumulati. In più, il calore lieve dell’acqua rilassa i tessuti e favorisce un assorbimento uniforme, proprio come una pioggia tropicale.
Quando farlo e quando evitarlo
Il momento ideale è quando la pianta ha finito di fiorire o sta perdendo gli ultimi bocci. In questo periodo dell’anno, molte Phalaenopsis sono tra una fioritura e l’altra e stanno preparando nuove gemme latenti. È il momento perfetto per stimolare la formazione di uno stelo secondario o di uno nuovo. Se la pianta è in piena fioritura, il bagno si può comunque fare, ma con tempi più brevi e acqua meno calda (circa 28–30 °C), per non stressare i fiori.
Evita invece il bagno se le radici sono molli o scure, se il bark resta umido per giorni o se ci sono segni di marciume: in quel caso, è meglio prima far asciugare e arieggiare il substrato.
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Come si prepara il bagno tiepido
A metà ottobre l’acqua del rubinetto tende a essere più fredda, quindi è importante riscaldarla leggermente fino a 30–35 °C. Deve risultare calda al tatto, ma non bollente: più vicina alla temperatura del corpo che a quella di un tè.
Riempi una bacinella con acqua sufficiente a coprire circa tre quarti del vaso, evitando di bagnare la corona della pianta (il punto da cui partono le foglie). Immergi il vaso e lascialo in ammollo per 20–25 minuti. In questo tempo il bark si impregna completamente e le radici aeree cambiano colore, passando dal grigio al verde brillante. Questo è il segnale che stanno respirando e assorbendo acqua nel modo corretto.
In autunno, quando l’aria è più umida, puoi ridurre la frequenza: un bagno tiepido ogni 10–12 giorni è sufficiente. Tra un bagno e l’altro, lascia asciugare bene il substrato: deve tornare quasi secco prima del successivo, altrimenti rischi di creare ristagni.
Dopo il bagno
Subito dopo il bagno, lascia il vaso a sgocciolare bene per almeno mezz’ora. Poi sposta la pianta nel punto più luminoso della casa, ma senza luce diretta del sole: in questo periodo dell’anno la finestra esposta a sud o sud-est è l’ideale, purché schermata da una tenda leggera.
L’altro segreto per stimolare la fioritura autunnale è creare un leggero sbalzo termico: la notte lascia la stanza più fresca, intorno ai 17–18 °C, e durante il giorno riportala sui 23 °C. Questo contrasto termico, unito al bagno tiepido, invia alla pianta lo stesso segnale che riceverebbe in natura tra la stagione delle piogge e quella secca. In due o tre settimane, noterai che una piccola protuberanza verde emerge alla base delle foglie: è il nuovo stelo che si sta formando.
Come capire se sta funzionando
Quando il bagno tiepido viene fatto correttamente, i primi segnali compaiono dopo tre o quattro settimane. Le foglie diventano più turgide, appaiono punte verdi sulle radici aeree e poi, all’improvviso, tra le foglie basali spunta un piccolo germoglio appiattito: è lo stelo floreale. Da quel momento, mantieni la stessa routine fino all’apertura dei bocci, che in genere avviene tra dicembre e febbraio, proprio quando in casa c’è più bisogno di colore.