Quando una dipladenia comincia a mostrare foglie secche, il primo istinto è pensare che si tratti di semplice sete o di troppo sole.
In realtà, le cause possono essere diverse e, per capire come intervenire, bisogna osservare con attenzione il tipo di secchezza, il colore delle foglie e il punto della pianta in cui compare il problema.
Le cause possono essere molteplici, quindi prima di intervenire va analizzata la situazione.
COSA SCOPRIRAI
Eccesso di sole diretto e riflessi roventi
La dipladenia ama la luce, ma quando il sole estivo è troppo forte, soprattutto se il vaso si trova accanto a un muro chiaro o su una pavimentazione che riflette il calore, le foglie possono letteralmente bruciarsi.
Il segno tipico è una secchezza irregolare, con chiazze marroni e croccanti al tatto. In questo caso, la soluzione non è spostare completamente la pianta all’ombra, ma schermare le ore più calde con un telo ombreggiante o una tenda leggera.
Così riceverà comunque la luce necessaria alla fioritura, ma senza il “colpo” diretto delle ore centrali.
Sintomo visivo | Possibile causa | Come risolvere |
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Chiazze marroni irregolari e croccanti, soprattutto nelle foglie esposte | Eccesso di sole diretto e riflessi roventi | Ombreggiare nelle ore più calde con tenda leggera o telo ombreggiante |
Foglie sottili, bordi secchi, colore verde sbiadito | Terreno esausto e carente di nutrienti | Concimare con fertilizzante ricco di potassio ogni 10-15 giorni o sostituire parte del terreno |
Foglie che seccano rapidamente partendo dal basso, radici scure e molli | Ristagno idrico e marciume radicale | Eliminare le radici danneggiate e rinvasare in substrato drenante |
Bordi secchi e arricciati, soprattutto in giornate ventose | Stress da vento caldo | Proteggere con altre piante o spostare in zona riparata senza ridurre la luce |
Terreno esausto e carente di nutrienti
Se le foglie diventano sottili, si seccano partendo dai bordi e il verde appare sbiadito, può significare che la pianta ha esaurito le riserve nutritive del terreno. La dipladenia, durante la fioritura continua, consuma molte energie.
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In questo caso, la mossa giusta per concimare la dipladenia è un concime liquido ricco di potassio e microelementi, diluito nell’acqua d’irrigazione ogni 10-15 giorni.
Se il terreno è troppo compattato e vecchio, vale la pena effettuare un rinvaso parziale, sostituendo almeno metà del substrato con uno nuovo, leggero e drenante.
Radici in sofferenza per ristagni o marciume
Un errore frequente è innaffiare “per sicurezza” anche quando il terreno è ancora umido. Le radici della dipladenia non sopportano l’acqua stagnante e possono marcire, con conseguente secchezza improvvisa delle foglie, soprattutto quelle più basse.
Per risolvere, bisogna estrarre delicatamente la pianta dal vaso, eliminare le radici scure e molli, e rinvasare in un substrato asciutto con uno strato di argilla espansa sul fondo. Dopo l’operazione, le annaffiature devono essere più diradate, sempre controllando con le dita se il terriccio è davvero asciutto in profondità.
Stress da vento caldo e disidratazione rapida
Anche se ben annaffiata, una dipladenia esposta a correnti di vento caldo può perdere acqua dalle foglie più velocemente di quanto le radici riescano ad assorbirne. Questo provoca una secchezza “a chiazze” soprattutto sui bordi delle foglie. Qui la soluzione è creare una protezione naturale, ad esempio posizionando altre piante come frangivento o spostando il vaso in un punto più riparato, senza però sacrificare la luce.